Roma, 24 giu. (Adnkronos/Labitalia) - "È del tutto fuori luogo e superficiale etichettare un dipendente sulla base del suo datore di lavoro, senza saggiare le sue capacità e l'impegno profuso. Siamo stufi di questi luoghi comuni, di un qualunquismo di bassa lega che ha come unico obiettivo la denigrazione del lavoratore statale. È inaccettabile l'assioma: chi opera nel pubblico è fortunato e con alta probabilità inefficiente". Così, in una nota, Marcello Pacifico, presidente di Anief, il sindacato di categoria della scuola sulle polemiche sul lavoro dei dipendenti pubblici nel corso del lockdown
"La dimostrazione è arrivata proprio in questi ultimi difficili mesi di lockdown e di didattica a distanza, quando il 99,9 per cento del corpo insegnante italiano ha mostrato vitalità, attaccamento al lavoro e agli alunni, oltre che un alto senso del dovere come nessuna altra categoria professionale. Ha fatto bene l'ex ministra Valeria Fedeli a replicare agli interventi posti da chi crede ancora ideologicamente nella favola del posto 'fisso' e della nullafacenza di chi opera nel comparto pubblico", spiega ancora l'Anief.
"Invece di puntare il dito contro la macchina amministrativa e burocratica non in grado di supportare, anche economicamente, un fetta importante di lavoratori -conclude Pacifico- certi benpensanti se la prendono con quei dipendenti che grazie ai contratti, e alle tutele che ne derivano, hanno salvaguardato i loro diritti senza venire meno ai loro doveri''.