La carenza di immissioni in ruolo nella scuola tocca l’apice quando si parla di cattedre di sostegno vacanti: la mancata stabilizzazione di personale specializzato produce infatti enormi problemi a una fetta importante dei quasi 300 mila alunni con disabilità iscritti nelle nostre scuole, i quali a breve si vedranno cambiare il loro docente di riferimento. Lo evidenzia oggi Orizzonte Scuola, secondo la quale “la continuità didattica rimane sempre più una chimera”. Dopo avere ricordato che saranno al massimo “20 mila docenti di sostegno che in questi giorni e nelle prossime settimane saranno chiamati per le procedure di immissioni in ruolo”, la rivista specializzata sottolinea che si tratta di “una quota irrisoria se si pensa alle 80 mila cattedre di sostegno prive di titolari”. Gli alunni con disabilità, inoltre, verranno doppiamente penalizzati, perché continua a non esserci traccia dei decreti attuativi del decreto n. 96/201 che prevede la Continuità del progetto educativo e didattico in presenza di determinate circostanze.
“Siamo arrivati all’assurdo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che pur in presenza delle condizioni previste da una legge dello Stato, la conferma del docente non si attuerà. E il 14 settembre tantissimi alunni disabili inizieranno le lezioni non solo senza il loro docente di sostegno, ma senza nessun insegnante. Perché le lungaggini per la ricerca del supplente, come pessima prassi del sistema scolastico italiano, porteranno alla nomina della maggior parte dei supplenti annuali solo ad anno scolastico abbondantemente iniziato. Addirittura ad autunno inoltrato, se non in inverno. E nel frattempo all’alunno, se va bene, verrà assegnato un docente di sostegno temporaneo, spesso nemmeno specializzato. Si potranno andare a costituire, inoltre, avvicendamenti di docenti continui, che non fanno di certo bene all’azione formativa e alla crescita dell’alunno”.
Anche quest’anno, con tutte le emergenze da affrontare, preoccupa non poco il numero delle supplenze di sostegno da coprire. E pone diversi problemi anche il fatto che “con le assegnazioni provvisorie ai docenti di ruolo senza il titolo di specializzazione, saranno poche le possibilità dei docenti precari specializzati di poter seguire l’alunno che gli era stato affidato l’anno precedente nell’istituzione scolastica in cui aveva prestato servizio. Tutto ciò a danno della continuità didattica a difesa e tutela dei diritti degli alunni disabili ai quali ogni anno vengono assegnati docenti diversi e spesso anche senza il titolo di specializzazione sul sostegno”.
I MOTIVI DELLA MANCATA CONTINUITÀ
Sulla mancata conferma dei docenti pesa anche la non applicazione del decreto n. 96/2019, di integrazione e correzione del D.lgs. 66/2017, attuativo della legge 107/2015, il cui art.14 fa riferimento alla Continuità del progetto educativo e didattico, nella fattispecie “garantita dal personale della scuola, dal Piano per l’inclusione e dal PEI”. Il decreto, al fine di agevolare la continuità didattica, prevedeva che al docente con contratto a tempo determinato potesse essere proposta la conferma per l’anno scolastico successivo, purché fossero garantite alcune indicazioni, quali il possesso del titolo di specializzazione di cui all’articolo 12 del decreto; che fosse stato valutato, da parte del dirigente, l’interesse della bambina o del bambino, dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente; che fosse stata valutata, da parte del dirigente, l’eventuale richiesta della famiglia; la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato. “Purtroppo – chiosa Orizzonte Scuola - per rendere operativo il decreto sono mancati i decreti attuativi da parte del Miur, alimentando così il malcontento dei docenti di sostegno, degli alunni e delle rispettive famiglie”.
L’ORGANICO DI FATTO DA CANCELLARE
Alla base di tutto questo c’è sempre la “questione della trasformazione degli organici di fatto in quella di diritto non trova un’adeguata soluzione. Infatti la rimodulazione degli organici di diritto sul sostegno è bloccata al 2006, nonostante la sentenza di merito n. 196/2019 del Tar Lazio che accolse il ricorso promosso da docenti specializzati sul sostegno, i quali, avevano contestato al Miur l’omessa copertura del fabbisogno dei posti di sostegno e, di conseguenza, la mancata corrispondenza tra i posti vacanti e i docenti specializzati sul sostegno”. Certamente, “con la legge Finanziaria 2020” si è fatto un piccolo sforzo, poiché in organico di diritto si sono collocati mille posti sul sostegno, ma risultano davvero “troppo pochi per avvertire il cambiamento”, visto che ne rimangono circa 60 mila da assegnare a supplenze.
LE MANCATE SPECIALIZZAZIONI
C’è poi il problema, da tempo sollevato dall’Anief e ribadito in occasione dell’allestimento del V ciclo specializzante, con l’ennesimo forte squilibrio nell’assegnazione dei posti, che “gli stessi TFA sul sostegno vengono organizzati non tenendo conto del reale fabbisogno dei docenti di sostegno ma secondo le disponibilità delle Istituzioni Universitarie. Basti pensare che negli ultimi mesi hanno conseguito la specializzazione IV ciclo sul sostegno ben 14.224 docenti e i posti messi a disposizione dalle Università erano estremamente insufficienti a far rientrare tutti gli aspiranti, ad esempio per le scuole secondarie di secondo grado, all’Università Bicocca di Milano, si sono presentati 1892 candidati per 60 posti mentre al Suor Orsola Benincasa di Napoli, i candidati sono stati 7600 per 270 posti disponibili”.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Anche quest’anno – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief - a settembre ci ritroveremo che decine di migliaia di insegnanti senza specializzazione su sostegno che saranno chiamati su posti in deroga. Tutti posti per i quali Anief continuiamo a portare avanti una lunga battaglia in tribunale affinché possano essere posti in organico di diritto, anche con l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’ che abbiamo portato avanti in questi anni coinvolgendo in maniera gratuita le famiglie, così che ogni alunno potesse avere il proprio insegnante di sostegno, in base al Pei, come richiesto dagli istituti scolastici”.
“Tuttavia, prosegue - continua poi –Pacifico - la battaglia in tribunale per la contestazione dei numeri: sono in realtà più del doppio degli ammessi, 20 mila, del corso Tfa sostegno per conseguire la specializzazione. In realtà il Tar si dovrà pronunciare su una istruttoria fatta male, perché quando il ministero dell’Istruzione ha organizzati questi corsi di sostegno non ha tenuto conto del fabbisogno degli organici, delle domande, del numero dei precari, ma soltanto dell’offerta degli atenei. Ecco perché riteniamo che a settembre, quando si svolgeranno queste prove selettive, tutti quanti, sia chi ha conseguito la sufficienza, sia chi è stato ammesso direttamente agli scritti, possano essere ammessi al corso di specializzazione finale. E debbano eventualmente ricorrere, fino al 5 ottobre, per poter avere riconosciuto il diritto ad una formazione adeguata o per essere chiamati in cattedra – conclude il presidente Anief – sempre per garantire il diritto allo studio”.
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24 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief