Anief rinnova l'appello al Governo perché intervenga con decisione e impedisca la chiusura dello storico istituto, simbolo della politica culturale italiana nel mondo.
LA SOSPENSIONE DELLE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA DI ASMARA
Il 24 e il 26 agosto si sono tenuti due incontri tra Anief, le altre OO.SS, e il MAECI, durante i quali l’amministrazione ha informato dell’imminente firma di un decreto di sospensione delle attività della scuola di Asmara, possibile anticamera della chiusura definitiva o della trasformazione della stessa in qualcos’altro indefinito. Di certo, questo decreto, per Anief, rappresenta un colpo d'arresto della promozione della politica culturale italiana nel Corno d’Africa.
Se non interviene con decisione il Governo in una trattativa ad oggi fallimentare si andrà, infatti, alla chiusura della più grande scuola statale italiana all’estero, nella sostanziale inerzia dei sindacati firmatari di contratto che hanno sempre avuto un confronto sugli organici col MAECI.
Per queste ragioni, Anief rilancia l'appello al Governo nella sua interezza: la scuola di Asmara, afferma il Presidente Pacifico, può sospendere le attività soltanto in presenza di un accordo tra Governo italiano ed eritreo funzionale a una loro ripresa dopo la rimozione di tutti gli impedimenti legati all'emergenza epidemiologica. La promozione della nostra lingua e della nostra cultura all’estero, con la chiusura della scuola italiana di Asmara, infatti, perderebbe un pezzo fondamentale della sua storia.
Nel frattempo, purtroppo, nei prossimi giorni, verrà firmato dall’incaricato d’affari dell’ambasciata italiana di Asmara il decreto di sospensione cautelare delle attività didattiche della scuola, poi verranno rese note le modifiche apportate al contingente, quindi si procederà ai trasferimenti del personale scolastico in servizio ad Asmara, che per alcune sedi avranno tempi anche lunghi. Dopo la firma del decreto di sospensione della attività della scuola di Asmara, il personale verrà collocato molto probabilmente in regime di 186, in attesa della presa di servizio nella sede di nuova destinazione.
GLI ALTRI TEMI AFFRONTATI NELL'INCONTRO AL MAECI
Relativamente agli altri punti affrontati durante gli incontri, segnaliamo con soddisfazione che il MAECI ha accolto la richiesta di Anief di assegnare fondi aggiuntivi alle scuole per gestire le problematiche legate all’emergenza Covid, che vanno richiesti dalle stesse scuole.
Anief ha chiesto con insistenza che in merito ai giorni di quarantena, venga fatto un passaggio con l’ufficio legislativo del MAECI per ricercare soluzioni affinché questi giorni non vengano computati nei 60 di assenza di malattia dopo i quali si è restituiti ai ruoli. L’amministrazione, purtroppo non ha accolto questa richiesta.
Anief si riserva, pertanto, di tutelare nelle sedi opportune il personale che dovesse essere restituito ai ruoli metropolitani a causa della quarantena obbligatoria.
Il Maeci, rispondendo ad una richiesta dell’Anief, ha comunicato che sta verificando se al personale collocato in 186 spetta l’applicazione delle norme sulla supervalutazione del servizio all’estero
Da segnalare che all’incontro del 26 agosto era presente anche un rappresentante del Ministero dell'Istruzione, che ha riferito che sta procedendo con i preavvisi di nomina e le assegnazioni delle sedi agli aventi diritto e sta lavorando al bando per le nuove prove di selezione.
LA POSIZIONE DI ANIEF
Oggi più che mai risaltano le politiche sconsiderati dei tagli anche alla promozione della cultura italiana all'estero, perseguito ancora con l'ultimo decreto legislatico approvato nel 2017.
Non possiamo permettere che il nostro patrimonio scolastico all’estero venga dismesso con questa fragilità né che il sindacato si trincera a difesa di quel poco del contingente del personale scolastico rimasto, ormai ridotto a mera testimonianza.
E’ necessario rilanciare il sistema delle iniziative e delle istituzioni scolastiche italiane all’estero.
Serve un ripensamento complessivo del ruolo delle scuole e delle iniziative scolastiche italiane all’estero, servono investimenti importanti, primo fra tutti l’aumento delle unità del contingente scolastico, che va riportato a alla consistenza numerica che aveva prima della legge 133/2008 (1.400 unità rispetto alle 650 esistenti), nonché l’apertura di nuove scuole statali in quei Paesi dove forte è la presenza della comunità italiana e la richiesta di lingua e cultura italiana.
Anief, consapevole del valore degli investimenti in questo settore in termini di ritorno economico rinnova la richiesta al Governo di maggiori risorse attraverso l'uso di quelle disponibili con il recovery found.
Il rilancio del settore passa anche dalla battaglia per la revisione radicale del D.lgs 64/17: l’abolizione dell’istituto delle supplenze e degli incarichi sugli spezzoni di cattedra dalle graduatorie d’istituto, sostituiti con i contratti locali (sui quali caliamo un pietoso velo), ha abbassato di molto il livello dell’offerta formativa delle scuole, si è dimostrato fallimentare per quanto riguarda le selezioni per la formulazione delle graduatorie dalle quali nominare il personale all’estero - oltre 70 graduatorie di quelle formulate nel 2019 si sono esaurite nel giro di un solo anno scolastico.
Il D.lgs 64/17 ha anche determinato seri problemi di gestione di alcune procedure burocratiche che necessitano di un reale e costante coordinamento tra MI/MAECI e un sereno confronto con tutti i sindacati rappresentativi, problemi emersi in maniera evidente anche durante la parte dell'incontro comune del 26 agosto.
Senza un deciso cambio di passo il declino di questo importante settore della nostra diplomazia culturale è destinato ad aggravarsi sempre di più.
Le scelte sulla revisione del contingente, operate di concerto tra MAECI e sindacati firmatari di contratto - a cui è stata esclusa Anief in virtù di un vecchio accordo, palesemente disarmante, sono assolutamente sbagliate: troppi posti vanno alle scuole private, troppi altri sono frutto di scelte frettolose e prive di quella visione strategica necessaria ad una efficace azione di promozione della nostra lingua e della nostra cultura all’estero.