“Con la riapertura della scuola potrebbe esserci un lieve incremento dell’indice di trasmissione: come sta avvenendo all’estero, potrebbe esserci qualche lieve incremento. La nostra preoccupazione è quella di tenere il sistema scolastico sotto controllo”: a dirlo è stato oggi Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, ascoltato durante un’audizione in Commissione Cultura alla Camera, nella Sala del Mappamondo. Le sue parole hanno confermato i timori espressi dal sindacato: “Tutti i paesi, non solo l’Italia, sono alle prese con la riapertura in sicurezza delle scuole. Ci sono dei rischi – ha continuato Miozzo - lo sappiamo. Stiamo guardando con molta attenzione all’attuale trend epidemiologico, c’è un lieve aumento di casi ma si tratta di dati in fondo attesi”.
“Le parole del coordinatore del Cts – commenta Marcello Pacifico, leader dell’Anief – non ci tranquillizzano più di tanto. Restiamo convinti che occorrano regole chiare sulla prevenzione, quindi agevolando al massimo la somministrazione del test sierologico a docenti e Ata che chiedano espressamente di attuarlo, a differenza della confusione che regna sovrana in questi giorni”. Oggi il presidente del giovane sindacato ha dichiarato a Italia Stampa che “occorre fare chiarezza su chi deve somministrare questi esami, se il medico di base o no, evitando il rimpallo con le Asl. Poi ci sono province dove l’adesione al test sierologico, a cui nei casi positivi deve eseguire il tampone per la conferma, è stata massiccia; in altre province invece molto meno”. Come rimangono da superare i problemi dalla mancanza degli spazi e del distanziamento fisico: “Serve sicuramente una check list su tutto quello che è stato chiesto e non si è ottenuto, da parte di ogni singola scuola” attraverso dei monitoraggi degli istituti, ha sottolineato Pacifico.
Sulle azioni da intraprendere, il sindacalista ha detto che bisogna “cercare di ottemperare ai problemi che ci sono mantenendo il più possibile il distanziamento sociale, tutelare la salute di tutti i lavoratori, che è una responsabilità loro, di tutti gli studenti, del dirigente scolastico e di tutta la scuola pubblica. In ogni paese d’Europa si è scelto comunque di ripartire, l’Italia sarebbe l’unico a fare eventualmente il contrario e non è giusto. È giusto chiedere invece con insistenza al Governo e fare in modo che le autorità diano la massima disponibilità, in termini di risorse finanziarie, ma anche umane in termini di personale per poter smistare gli alunni, mantenere il distanziamento sociale e cercare il più possibile di evitare la didattica a distanza”.
Come rimane indispensabile prendere in considerazione quanto sta accadendo in altri Paesi europei, come la Germania, dove a pochi giorni dall’inizio delle lezioni hanno chiuso centinaia di istituti. Anief ritiene importante, quindi, attivare quei tavoli ulteriori previsti dal protocollo sicurezza”, in modo da fornire risposte agli alunni ma anche al personale, a partire da lavoratori ‘fragili’, come provvedere ad implementare gli organici, ritornando anche alle sedi scolastiche precedenti allo sciagurato dimensionamento prodotto negli ultimi 15 anni, così da trovare anche gli spazi aggiuntivi, ma anche il possibile reinserimento del lavoro agile per il personale Ata, anche andando a prevedere, come ipotesi peggiore, il ritorno alla didattica non in presenza.
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27 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief