Dopo la denuncia dell’Anief è scoppiato il caso dei lavoratori “fragili” della scuola – docenti e Ata con oltre 55 anni, a prescindere dalla presenza o meno di patologie o stati di malattia - non più considerati tali nel protocolli approvati delle istituzioni per il ritorno a scuola in sicurezza. A distanza di pochi giorni, da diverse province giung notizia che sono tanti gli over 55, soprattutto con patologie, che non se la sentono di rientrare a scuola e non si sentono tutelati dallo Stato.
“Non si può pensare che il rientro in sicurezza a scuola di dieci milioni di persone, tra alunni, docenti e Ata – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – possa passare solo con la prevenzione. Certamente, noi siamo i primi a dire che i docenti e tutto il personale scolastico deve svolgere il test sierologico e se positivo anche il tampone, sempre se messo nelle condizioni di farlo, ma occorre anche monitorare il personale con attenzione. La scienza ci dice che un individuo dopo i 55 anni è più esposto alle conseguenze del Covid? Allora è bene tenerne conto, comunicando agli stessi docenti, Ata e dirigenti scolastici le linee di comportamento di esami diagnostici da seguire per verificare la compatibilità o meno della loro presenza nell’ambiente scolastico. Certamente, prima che dal ministero dell’Istruzione, il quadro di chiarezza deve partire da quello della Salute e della Funzione Pubblica. E bisogna farlo prima di subito”.
Sta producendo i suoi effetti la richiesta pubblica dell’Anief di chiarire le norme sui lavoratori fragili: il caso è diventato di portata nazionale ed ora se ne stanno occupando più ministeri. Orizzonte Scuola ha scritto che sul ritorno in presenza a scuola si discute molto, ma si parla ben poco dei “lavoratori fragili”, né tanto meno le ultime “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” del 21 agosto, prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con diverse istituzioni, tra cui il Ministero della Salute, hanno dato il giusto contributo su tali lavoratori.
LA GRAVE MANCANZA
Come spiegato dall’Anief, gli organi competenti non hanno tenuto conto che il numero del personale scolastico con età media over 55 (lavoratori fragili) riguarda quasi la metà. Ciò significa che ben oltre 400 mila insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, e molti altri dipendenti pubblici, sono “fragili” e più esposti al rischio Covid. Eppure l’INAIL lo scorso mese di aprile aveva redatto un documento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla base dei dati epidemiologici disponibili, evidenzia che rientrano nella categoria dei soggetti “fragili” le lavoratrici e i lavoratori di età superiore ai 55 anni, ovvero di età inferiore ai 55 anni con alcune tipologie di malattie cronico degenerative (ad es. patologie cardiovascolari, respiratorie e dismetaboliche) che in caso di comorbilità con l’infezione possono influenzare negativamente la severità e l’esito della patologia.
Allora, perché dell’indicazione riferita ai lavoratori della scuola over 55enni non c’è traccia nel rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità? Come mai gli stessi ad aprile venivano considerati dei potenziali inidonei temporanei ed oggi sono dimenticati e, tra l’altro, non viene neanche indicato il loro diritto alla sorveglianza sanitaria speciale? Sono interrogativi ai quali lo stesso Istituto Superiore della Sanità e la Ministra dell’Istruzione dovrebbe dare una risposta.
IL MINISTERO: NON SI REGISTRANO CRITICITÀ
Proprio nelle ultime ore, il ministero dell’Istruzione ha diramato una comunicazione con la quale avverte che “sono in corso specifici approfondimenti e interlocuzioni che coinvolgono anche le altre amministrazioni competenti in materia, il Ministero della Salute e quello della Funzione Pubblica, per fornire alle scuole, in tempi rapidi, un quadro ancora più chiaro. Nel frattempo, il Ministero invita ad evitare allarmismi”, sostenendo che “al momento, non si registrano criticità”.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
L’Anief replica sostenendo che le criticità non esistono oggi, certamente, ma tra poco più di due settimane, in concomitanza dell’inizio delle lezioni in tutti gli istituti scolastici, questa situazione, se non affrontata, potrebbe creare diversi problemi. Solo dal Veneto risultano centinaia di docenti che, oltre all’età superiore ai 55 anni, che e “per varie patologie stanno chiedendo di non rientrare a scuola a settembre. Si va da patologie come l’asma, allergie, ma c’è anche chi presenta malattie croniche e sta affrontando cicli di chemioterapia per problematiche oncologiche”.
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28 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief