“Dopo dodici anni di tagli, finalmente la ministra Lucia Azzolina convince il Governo sulla necessità di ripristinare i posti tagliati. È vero, soltanto per l'emergenza, ma ora bisogna puntare a reinserirli a regime perché quando si taglia nella scuola si uccide il futuro del Paese”, dichiara Pacifico, presidente Anief.
Il ministro dell’Istruzione, assieme a quello del Mef, ha firmato il “Decreto recante la ripartizione delle risorse da destinare alle misure per la ripresa dell'attività didattica in presenza nell’anno scolastico 2020/2021 nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, di cui all’articolo 32 del decreto-legge 14agosto 2020, n. 104”: si tratta di un provvedimento che autorizza ulteriori risorse economiche per la ripresa dell’anno scolastico 2020/21: 920 milioni di euro totali (“368 milioni di euro nell'anno 2020 e a 552 milioni di euro nell'anno 2021”). Scorrendo anche la Relazione illustrativa allegata, si scopre che con questa seconda tranche, dopo avere sottratto il 10 per cento per finanziare le supplenze brevi, porterà solo 27 mila insegnanti per tutti gli ordini scolastici e 10 mila Ata aggiuntivi: se si considarando anche i fondi previsti per lo stesso scopo dal Decreto Rilancio - 977,6 milioni di euro con gli articoli 231- bis e 235 del decreto-legge n. 34 del 2020, che corrispondono ad altri 29 mila insegnanti e 10 mila Ata, il numero complessivo di unità aggiuntive si ferma a 56 mila docenti e 20 mila amministrativi, tecnici e ausiliari complessivi.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commenta: “La situazione che si sta delineando ci obbliga alla scelta riflessione di trasformare questo organico in posti per i ruoli dopo anni di tagli selvaggi. La scuola ha perso in dodici anni quasi 250 mila posti, 15 mila plessi, 4 mila sedi di presidenza e Dsga. È arrivato il momento di invertire la rotta ma non solo per quest’anno scolastico. L'emergenza Covid-19 ha fatto riflettere la politica. Ora è il momento di investire e non di licenziare i futuri assunti in caso di nuove chiusure”.
Sono arrivo alcine decine di migliaia di docenti per affrontare il ritorno alle lezioni in presenza. “Chiederemo un emendamento al decreto ‘agostano, in tal senso, per predisporre così la riapertura delle scuole a settembre in maggiore sicurezza e per migliorare i risultati degli apprendimenti. Sul precariato rimane aperta la necessità di stabilizzare o indire concorsi straordinari per i docenti diplomati magistrale, maestri della scuola dell’infanzie e primaria, gli insegnanti tecnico-pratici e di religione cattolica, i facenti funzione Dsga. Siamo pronti a una nuova battaglia in Senato appena a settembre partirà l’esame del decreto agostano 104”.
Lo Stato stanzia ulteriori soldi per creare organico aggiuntivo nella scuola, ma non basta. Come chiarisce Orizzonte Scuola, i fondi stanziati riguardano 400 milioni nell’anno solare 2020 e 600 milioni nell’anno solare 2021 variamente ripartiti: una quota di tali fondi (80 mln tra il 2020 e il 2021) è destinata alle “Misure per l’edilizia scolastica e per i patti di comunità” al fine di coprire i costi legati all’affitto dei locali esterni agli istituti e legati al distanziamento fisico; una quota minuta (5mln tra il 2020 e il 2021) è destinata al personale ed agli uffici scolastici (0,2 mln) che nei mesi di agosto e settembre 2020 consentono e consentiranno l’avvio dell’anno scolastico, una quota di questi sarà destinata agli istituti per il medesimo compito (4,8 mln), è noto infatti che per le operazioni di aggiornamento delle graduatorie diversi Uffici Scolastici Regionali e Provinciali hanno delegato alcuni Istituti “polo” per la lavorazione delle istanze di inserimento e aggiornamento delle graduatorie pervenute; una quota più sostanziosa (915 mln tra il 2020 e il 2021) è destinata al cosiddetto “organico covid” ovvero quei posti da dipendente che si dovesse rendere necessario attivare per coprire il fabbisogno di personale aggiuntivo.
IL PARERE DEL SINDACATO
Secondo il sindacato Anief, fermo restando che i fondi aggiuntivi sono sempre i benvenuti, vi sono alcuni aspetti che meritano nuovi interventi. Apprezziamo lo sforzo di arrivare a nuovi 20 mila posti nel prossimo anno e altri 15 mila in quello successivo che si aggiungono ai 40 mila posti già stanziati. Su questo punto, a titolo puramente esemplificativo, mediando lo stipendio di un supplente docente e Ata come da tabella B dello stesso decreto, l’ammontare del costo mensile per dipendente è di poco superiore a 2.250 euro procapite e ai sensi del decreto è previsto che tali posti a tempo determinato non vengano estesi per più di 9 mesi: questo significa che, con diversificazione da regione a regione, in base alla tabella A, il numero di posti covid docenti e Ata attivabili per il 2020 in tutta Italia ammontano a circa 1 6mila e a 24 mila per il 2021 oltre quelli già autorizzati.
Ma il problema permane nella richiesta di inserire tali posti in organico di diritto, per i ruoli! Non si tratta soltanto di garantire il personale - cosa che faremo - in caso di un secondo lockdown, ma di ridare alla scuola ciò che è stato tolto. Tale personale non può rischiare di essere utilizzato alla bisogna, con la cosiddetta modalità “usa e getta, da un giorno all’altro e senza particolari indennizzi. Il sindacato Anief è dall’inizio del mese di maggio che ha quantificato in almeno 150-160 mila i docenti da assumere in numero maggiore e in 40 mila la quota di Ata da assegnare alle scuole per garantire da settembre la didattica in presenza in sicurezza. Questo chiederemo al premier Conte, ci sono le risorse del Recovery Fund.
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29 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief