L'ennesimo cambio in corsa per il vaccino Astrazeneca fa sprofondare nel panico il personale della scuola che finora è stato vaccinato all'80%, tutto, praticamente, solo con la prima dose. Docenti, personale delle segreterie, bidelli, presidi, oltre 1 milione di persone che gravita intorno alle scuole, è preoccupato, si chiede se deve o non sottoporsi al richiamo, interpella i sindacati della scuola e i medici di famiglia in preda all'ansia. Al punto che i maggiori sindacati della scuola hanno preso carta e penna per chiedere al Governo un incontro nel quale avere assicurazioni definitive sulla sicurezza dei vaccini e per sollecitare l'aggiornamento del protocollo di sicurezza sia per gli imminenti esami di maturità che per l'avvio regolare del prossimo anno scolastico. Nè è bastato al mondo della scuola la nuova circolare con cui il ministero della Salute ha aggiornato le raccomandazioni sul vaccino Vaxzevria di AstraZeneca. "Nel mondo della scuola molti non vogliono fare la seconda dose del vaccino Astrazeneca ma così il rischio è un flop della campagna di vaccinazione: la preoccupazione del personale scolastico è tanta e non sappiamo cosa consigliare", afferma Elvira Serafini, che guida lo Snals. "Sono settimane - aggiunge - che si registrano casi letali dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Le autorità sanitarie emettono bollettini rassicuranti ma purtroppo mai definitivi. Il personale della scuola è stato sottoposto a questo vaccino indipendentemente dall'età e ora si viene a sapere che Astrazeneca può essere pericoloso per gli under 60". Maddalena Gissi, che guida la Cisl Scuola, chiede una campagna di informazione dettagliata in vista delle seconde dosi, "il personale scolastico ha una numerosità in termine di genere femminile quasi totale e oltre 500 mila sono under 55: è il target che Astrazeneca potrebbe trovare più complesso per le conseguenze trombotiche". Sulla stessa linea Alessandro Rapezzi per la Flc Cgil: "C'è un vuoto di comunicazione, la situazione è delicatissima, la campagna vaccinale ha bisogno di essere sostenuta da una forte consapevolezza. Serve l'informazione necessaria: in 4 mesi si è rovesciato il paradigma Astrazeneca, e calcolando che nella scuola lavorano in stragrande maggioranza donne, significa che per la categoria non c'è più un vaccino". Delle quasi 12 milioni di dosi di vaccino anti-Covid19 somministrate finora in Italia, circa 1 milione riguardano unità di personale scolastico: considerando che l'80% dei docenti e Ata è donna, significa che oltre 800 mila sono state ricevute da lavoratori di sesso femminile. Il sindacato Anief si dice convinto che occorra continuare a procedere con la campagna vaccinale. "Sulle vaccinazioni - ricorda il presidente Marcello Pacifico - come sindacato siamo stati i primi a chiedere di fare presto e a pretendere dei chiarimenti sulle troppe incertezze che hanno portato al blocco della somministrazione delle dosi e che continuano a caratterizzare questa campagna vaccinale". Pacifico ritiene anche che debba essere lasciata libertà alle persone di vaccinarsi o non, anche tra il personale sanitario. (ANSA).