Il presidente del giovane sindacato interviene sulla questione delle certificazioni “verdi” imposte al personale scolastico: secondo il leader della giovane organizzazione rappresentativa, “se pochi tra i 187mila irriducibili tra il personale della scuola pensano di vaccinarsi dietro il ricatto evidente del Governo, altri continuano a opporsi. Come un italiano su tre: chi rinuncia allo stipendio e si mette in aspettativa, chi è pronto a sottoporsi al tampone ogni 48 ore e chiedere la malattia per le lesioni, chi vuole ricorrere al giudice per far condannare platealmente lo Stato italiano per avere tradito le regole europee”.
“Sono tutti cittadini sani, non hanno il virus e anzi si sono contraddistinti per aver rispettato il distanziamento sociale e – continua Pacifico - per aver lavorato alacremente durante la didattica a distanza, ma si sentono traditi da uno Stato che ha ignorato la loro richiesta di sicurezza, di ripartenza in presenza con classi meno numerose e rispettare della distanza interpersonale. Con il Governo che bramava di rientrare in presenza, costi quel che costi, questi lavoratori sono diventate le vittime sacrificale di un sistema che cerca di scalfire l'opinione pubblica non contro chi è incapace di fare delle scelte per sdoppiare le classi, ma contro chi ogni giorno ha sacrificato la sua vita per i suoi alunni e lotta per il rispetto di quella educazione civica negata dai più”, conclude il presidente Anief.