Per l'Anief l'arrivo dei finanziamenti che l'Unione europea si accinge a distribuire tra l'Italia e i Paesi membri per risollevarli dal Covid, attraverso il Recovery Plan, dovrà necessariamente essere utile anche a rivedere le politiche di reclutamento nella scuola che negli ultimi anni sono state a dir poco fallimentari portando al record di precari: c'è l'impellenza di procedere con l'assorbimento del precariato e l'assunzione dei giovani, di ridefinire gli organici in base ai bisogni, sulla base anche dei dati sugli abbandoni concentrati in determinate aree territoriali, di attuare lo sdoppiamento delle classi, oltre che il dimensionamento scolastico con il recupero delle sedi dismesse nell'ultimo decennio
"Per ridurre la dispersione degli alunni - sostiene il sindacato – che lasciano ancora in alta percentuale prima del tempo e senza raggiungere la maturità, è indispensabile ampliare l'obbligo scolastico, andando a rivedere gli attuali dieci anni previsti e portandolo quindi fino alla maggiore età degli studenti. Occorre infine impegnarsi fattivamente nella valorizzazione del personale, introducendo forme di carriera e aumenti di stipendio legati al costo della vita, assieme a specifiche indennità, anche di rischio, oltre che cambiare le regole sulla mobilità con l'abolizione degli attuali vincoli incostituzionali perché negano il diritto alla famiglia".
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "il progetto di rilancio delle scuole e dell'insegnamento in Italia non può prescindere dal piano nazionale di dimezzamento del numero di alunni per aula e di incremento degli organici corpo insegnante. Mai come oggi, considerando che la pandemia da Covid 19 non è superata, riteniamo sempre più rilevante attuare una seria revisione e andare a riformulare le modalità di individuazione delle cattedre e dei posti del personale Ata, introducendo una proporzionalità laddove risultano maggiori le carenze di apprendimento e le difficoltà territoriali. Sono condizioni che porterebbero, tra l'altro, maggiore vivibilità e sicurezza nelle scuole, sposando in pieno gli obiettivi che hanno portato agli stanziamenti del Pnrr. Come pure è indispensabile rivedere le procedure di reclutamento del personale scolastico, possiamo essere d'accordo, dando la precedenza alla stabilizzazione dei precari storici e di tutti coloro che hanno superato i 24 mesi di supplenze".