Roma, 20 ott. (Adnkronos/Labitalia) - "Dal Documento programmatico di bilancio presentato dal governo alle forze della maggioranza, per essere inviato a Bruxelles, si concretizza un impegno di 23 miliardi di euro, ma non spunta alcuna risorsa aggiuntiva utile per valorizzare il personale scolastico: l'incremento per il personale si ferma ai finanziamenti per il rinnovo del contratto, attorno al 3,5%, la stessa percentuale approvata nel 2019, e non va oltre un impegno importante (8 miliardi subito, 9 a regime) sul taglio del cuneo fiscale che però al momento non si comprende quali effetti cumulativi avrà sugli stipendi degli statali. Anche il dopo Quota 100 si conferma deludente, perché riporta almeno a 64 anni l'età per lasciare il lavoro, non c'è traccia dell'insegnamento nella lista dei lavori gravosi ed elimina anche l'opportunità, già poco conveniente, fornita da Opzione donna. L'unico provvedimento in linea con quanto chiesto dal sindacato è quello della proroga dei contratti Covid fino a giugno 2022". E' quanto si legge in una nota dell'Anief.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, giudica le decisioni prese dal governo con il Dpdb della Legge di Bilancio 2022 approvata dal Cdm poco incisive: ''Avevamo chiesto almeno 3-4 miliardi per dare finalmente sostegno ad un milione e 400mila docenti e Ata con stipendi non solo inadeguati ma anche penalizzati dall'inflazione che negli ultimi 13 anni li ha sempre più fatti sprofondare: l'unico contratto, firmato per il triennio 2016-2018, anche quello oltre la scadenza, e comunque quasi dieci anni di blocco, aveva solo in parte cancellato il gap, a due cifre, che si era venuto a creare tra i compensi percepiti e l'innalzamento progressivo del costo della vita. I finanziamenti del prossimo rinnovo rimangono fermi a quelle percentuali, tra il 3 e il 4%, ma siccome sono passati altri tre anni, solo per azzerare l'inflazione occorre un impegno doppio se non triplo''.
''Se poi vogliamo parlare - precisa - di aumenti e di valorizzare il personale, introducendo premi e indennità di sede, di incarico per i precari e di rischio biologico per tutti, in linea con quanto chiesto e già fatto legiferare dal ministro Renato Brunetta, allora servono i 4 miliardi che abbiamo chiesto. Come è indispensabile trovare una formula per permettere l'uscita dal servizio a 62 anni o come le forze armate, senza decurtazione sulla pensione, perché il rischio burnout nella scuola esiste ed è pure alto. Come pure bisogna rilanciare il comparto scuola attraverso finanziamenti utili a ridurre il numero di alunni per classe, aumentare le sedi scolastiche e implementare gli organici del personale".