''Sulla ripresa delle lezioni, il Governo non può continuare a tirare dritto: ci sono Regioni che hanno spostato il ritorno al 10 gennaio, già si contano sicure assenze di docenti e Ata per quarantena, ma anche per il personale sospeso per via dell'inutile imposizione del Green pass e del vaccino, poi ci sono i dati sui contagi Covid che parlano da soli: chi dice che la dad sarebbe il male della scuola sembra volere tenere la testa nella sabbia''.
A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a ridosso dell'avvio della cabina di regia dell'emergenza e del Consiglio ministri da cui scaturiranno le nuove disposizioni sulle quarantene in caso di contagio a scuola. Il sindacalista fa notare che a fronte delle Regioni che ''spingono per un rinvio delle lezioni per via del numero dei contagi'', dall'esecutivo del premier Draghi continuano ad arrivare prese di posizioni completamente in disaccordo con la realtà delle cose.''Comprendiamo che la scuola sia diventata argomento centrale nella politica del Paese, ma -replica Pacifico- nonsi può continuare a trattarla con argomentazioni così generiche: a chidice che la didattica a distanza non si può fare perché danneggerebbe gli alunni, ricordo che la dad è stata condotta egregiamente per lunghi tratti degli ultimi due anni scolastici. Dire tutti a scuola, sempre e comunque, è facile. Anche con classi affollate, spazi e personale ridotti. Perché non si dice anche, allora, che a formare glialunni sono docenti e Ata pagati meno degli operai specializzati? Perché non si danno loro le indennità, ad iniziare da quella di rischio biologico, ma anche di sede e altre ancora, a seconda del profilo, che invece vengono assegnate da decenni ai lavoratori di altri comparti, ad iniziare dai medici del pronto soccorso? Basta con gli slogan, la scuola ha bisogno di fatti'', conclude.