(ANSA) - ROMA, 08 APR - Torna in queste ore la polemica sui docenti non vaccinati ma esclusi dall'insegnamento. A innescarla sono state le parole del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, secondo il quale "Coloro che dovrebbero insegnare il rispetto delle regole ai nostri ragazzi, per primi dovrebbero dare l'esempio. Siamo a due mesi dalla conclusione dell'anno scolastico. Per i nostri bambini e i nostri ragazzi, per i quali l'insegnante è una figura di riferimento, cambiarlo per reinserire chi era stato sospeso non credo, anche dal punto di vista pedagogico, sia una buona cosa".
Non la pensa così la Rete nazionale della scuola in presenza, che riunisce oltre 40 comitati dì studenti, insegnanti e genitori in tutta Italia. "Rilasciare dichiarazioni come quella del sottosegretario Costa - afferma la Rete - equivale a mandare agli studenti italiani il messaggio che il diritto si può sovvertire, in quanto si può applicare una gravissima misura sanzionatoria rispetto a un fatto che non costituisce neppure illecito disciplinare". Marcello Pacifico, che guida il sindacato Anief, puntualizza: "Non siamo in uno Stato di Pulizia, nella scuola si accoglie e non si punisce. Piuttosto che cercare di umiliare 4 mila insegnanti che non si sono sottoposti a un obbligo vaccinale per alcuni tribunali dai forti sospetti di costituzionalità per violazione di beni 11 articoli della Costituzione, il sottosegretario Costa dovrebbe chiarire cosa ha fatto il Governo in un anno per ampliare gli spazi, garantire il distanziamento e ventilate le aule, in poche parole per garantire la sicurezza". Per Pino Turi della Uil scuola, "i docenti per mestiere sono abituati a motivare le scelte e i ragionamenti che in questa vicenda, agita con un atteggiamento ideologico, di ragione ne ha veramente poca. La politica dovrebbe fermarsi e riflettere, considerando che la scuola è la sede del pensiero libero e critico che gli insegnanti trasferiscono ai propri studenti". Intanto sono numerosi i docenti - 1 su 10 - che si apprestano a presentare ricorso sia perchè ritengono di essere stati demansionati, non potendo insegnare, sia perchè il loro orario di lavoro è passato da 18 a 36 ore settimanali. Sono in tutto 3.812 gli insegnanti non vaccinati tornati al lavoro a partire dal 1 aprile: tra questi, la maggior parte (1.059) sono docenti di ruolo della scuola secondaria di secondo grado, quindi in servizio negli istituti superiori; seguono, con 813 casi, i maestri della primaria; la categoria con meno non vaccinati è quella dei maestri della scuola dell'Infanzia non di ruolo (appena 109 casi di docenti rientrati), seguiti dai docenti supplenti di scuola elementare e media, entrambi con 282 casi senza vaccino. (ANSA).