"La maturità 2023 cambia faccia per gli studenti: si torna alle tre prove 'classiche' dopo tre anni di Covid, ma non cambia praticamente nulla per i docenti e i dirigenti scolastici a cui spettano i compensi introdotti ben 15 anni fa.
A quantificare le somme aggiuntive da assegnare a commissari e presidenti dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione continua ad essere il decreto interministeriale del 24 maggio 2007, con la successiva nota n. 7054 del 2 luglio 2007: le quote-base per la funzione svolta vanno da 400 a 1.200 euro lordi, a cui bisogna aggiungere eventuali maggiorazioni, soprattutto per chi deve affrontare i costi per la trasferta. In linea generale, i compensi rimangono da fame. Ad alcuni docenti coinvolti nelle prove non viene assegnato alcun compenso". E' quanto ricorda l'Anief.
“In media - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - si tratta di cifre rigorosamente lordo Stato, quindi da dimezzare, che dunque parlano da sole e per questo riteniamo che fanno il paio con il trattamento degli stipendi, ‘mossi’ in avanti nello stesso periodo solo nel 2018, del 3,42%, e poi lo scorso dicembre, con Anief firmataria, di oltre il 4%".
"Come sindacato - fa notare - riteniamo che pagare un commissario interno poco più di 200 euro netti per giorni e giorni di lavoro aggiuntivo, in piena estate in aule prive di condizionatori, per giudicare decine e decine di studenti nello svolgimento della maturità, rappresenta un insulto alla professione".
"La nostra classe politica - continua il sindacalista autonomo - non può continuare a fare finta di nulla di fronte a dei trattamenti economici così bassi e inopportuni, soprattutto se gli stessi politici, ad iniziare da quelli che governano, continuano a dire che occorre valorizzare l’insegnamento in Italia".
"Permettiamo ai nostri docenti - dice - di andare a scuola a testa alta perché vengono pagati il giusto e non molto ma molto meno del dovuto: la nostra proposta è quella di aumentare gli importi assegnati a commissari e presidenti di maturità di almeno il 30%. E' una stima equa, considerando che solo nell’ultimo biennio il costo della vita è cresciuto, dopo il Covid e a causa della guerra in Ucraina con conseguente caro energia, del 10-15%".
"Ma - avverte Marcello Pacifico - anche considerando il valore dello stipendio di chi insegna negli ultimi 30 anni, che si è più che dimezzato (mentre quello di un edile è raddoppiato). Finiamola con gli slogan, passiamo ai fatti".