Il contratto è stato firmato: Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, riflette sul perché della firma del sindacato, rilasciando un'intervista a Orizzonte scuola. “La firma della seconda parte del contratto - spiega - arriva dopo un confronto serrato che ha visto prima chiedere ai ministri competenti di rimettere alcune risorse economiche destinate per legge ai contratti poi convincere il tavolo sulla possibilità di distribuire in maniera equitativa le poche risorse disponibili per un triennio che è passato da due anni, il 2019/2021. Ma qualcuno si chiede in che cosa Anief ha contribuito a cambiare questo contratto rispetto alla bozza iniziale? In tanti punti, certo potevamo fare di più ma prima non c'eravamo. Esempio posizione economiche? Bloccate da 12 anni".
"Oggi - afferma - le raddoppiamo e semplifichiamo le nuove selezioni. Permessi retribuiti ai precari? Siamo riusciti a fare pagare tutti e tre i giorni rispetto a ipotesi iniziale di due. Indennità Dsga? Da 6 euro mensili l'abbiamo portati a 60 euro mensili. Avevamo chiesto 300 euro e menomale. Oggi abbiamo consentito di prendere anche i compensi del Mof preclusi da anni. E per i docenti? Abbiamo fatto aumentare per tutto il personale i compensi, per lo straordinario dal 3,90% di aumento al 10%. Abbiamo rimesso alla contrattazione integrativa la possibilità che voleva essere preclusa di fare riunione collegiale online. Abbiamo esteso i mesi di congedo delle donne vittime di violenza”.
Il sindacalista autonomo aggiunge: “e per il personale della ricerca, Afam e università? Abbiamo chiesto una specifica sessione contrattuale per ricercatori e amministrativi tecnologi mentre per Afam stiamo chiedendo in parlamento soluzioni per i precari. Se mi chiedono se siamo felici per la firma, dico certo potevamo non firmare, ma avremmo perso la possibilità di distribuire queste risorse. Anche chi non ha firmato oggi sottoscriverà il contratto definitivo. Abbiamo cambiato tante altre cose, la lista è lunga, ma gli stipendi sono bassi. Per il triennio 2022/2024 il Governo deve sbloccare l'indennità di vacanza contrattuale: si parla di aumenti mensili automatici di 160 euro e di 2mila euro di arretrati dal 2002 ad oggi. Non bisogna confondere un contratto che si è chiuso per un triennio 2019-2021 e ignorare la vita attuale. Ora tocca alla prossima legge di bilancio stanziare almeno 10 miliardi per poter pensare di riaprire le trattative e tutelare le retribuzioni dei dipendenti pubblici”.