Il sindacato Anief "apprezza l'impegno portato avanti del ministro dell'Istruzione attraverso la manovra di bilancio 2024 attraverso l'allargamento degli sgravi fiscali e dell'indice di assegnazione dell'indennità di vacanza contrattuale che da 1,5 passerà a circa 6 punti percentuali. Il problema, però, è che nell'ultimo biennio, tenuto per legge come riferimento in caso di contratti scaduti, come nel settore della Conoscenza, l'inflazione si è posizionata bel oltre il 15% se non quasi al 20%". Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "il recupero prodotto dal Governo con l'indennità di vacanza contrattuale e la riduzione del peso fiscale purtroppo è ben lontano dal coprire il caro-vita: poiché l'una tantum per il 2022 non compensa il maltolto, siamo costretti a fare partire le diffide Anief per tutti i lavoratori della scuola che potranno in tal modo recuperare almeno quasi 1.000 euro ciascuno.
A questo si aggiunge l'ormai solita discriminazione dei precari, ai quali non verrà assegnata la quota per il passato e per i quali abbiamo organizzato dei ricorsi specifici per chi ha prestato servizio a partire dal 1° gennaio 2022, così da fare recuperare loro fino a 1.500 euro". "La verità è che in Italia l'ordinamento giudiziario ha accolto solo sulla carta il principio di parità di trattamento del personale sancito dalla direttiva europea 70/99 che mette sullo stesso precari e personale di ruolo. Se il legislatore non è in grado di fare rispettare questa indicazione, vorrà dire che ci penserà il giudice", conclude Pacifico. A tale scopo - conclude il sindacato - risultano di buon auspicio le innumerevoli vertenze in Tribunale favorevoli prodotte fino ad oggi a tutela di questo personale: dalla Carta del docente alla ricostruzione della carriera, delle ferie non godute agli scatti stipendiali.