Nell'intesa sul nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 raggiunta all'Aran c'è un passaggio rilevante: la possibilità per le donne che subiscono violenza di assentarsi dal lavoro da 90 a 120 giorni nell'arco di tre anni. A sottolinearlo è il sindacato Anief. "Si tratta di un'estensione, chiesta e ottenuta dal sindacato Anief, che permetterà alle lavoratrici coinvolte di fruire di un percorso di protezione debitamente certificato, garantendo loro un periodo più lungo per riabilitarsi e ritornare in servizio", afferma il sindacato. Il trattamento economico per questo periodo di congedo sarà equiparato a quello del congedo di maternità.
La novità, che entro qualche settimana dovrebbe diventare definitiva con la sottoscrizione sempre all'Aran, vedrà anche la possibilità di trasformare il contratto da tempo pieno a part-time, offrendo in tal modo un maggiore equilibrio tra il tempo dedicato alla guarigione e le responsabilità lavorative. Una volta superato il periodo più critico, la dipendente avrà il diritto di tornare a lavorare a tempo pieno, anche in deroga ai tempi di permanenza previsti, a condizione la disponibilità del posto. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che "nei prossimi giorni all'Aran questo accordo non potrà che essere ribadito: l'aumento del congedo fino a 120 giorni per le donne vittime di violenza è un risultato importante della nostra organizzazione, raggiunto con l'accordo comune della parte pubblica. Lo abbiamo promosso e sollecitato al tavolo di contrattazione all'Aran appena insediati, tre anni fa, grazie alla rappresentatività raggiunta con le elezioni Rsu e poi certificata. Perché i diritti delle donne vittime di violenza sono una cosa seria. Ancora di più perché a scuola, in generale nella formazione, come pure nell'Università e nella Ricerca, il numero di donne è altissimo, con punte del 99 per cento in comparti come la scuola dell'Infanzia e di altre il 90% alla primaria. In assoluto - conclude Pacifico - nell'Istruzione i posti sono occupati per oltre l'81% da donne, che ora grazie soprattutto all'Anief possono contare su un diritto in più certo non indifferente"