"Sul recente allineamento delle fasce di reperibilità dei dipendenti pubblici ai lavoratori privati, il sindacato ha già espresso il suo assenso: la decisione è presa dall’Inps, a seguito della sentenza 16305/2023 del Tar del Lazio che supera l’articolo 3 del decreto n. 206 del 17 ottobre 2017, che introduce per tutti fasce orarie dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 di tutti i giorni, compresi domeniche e festivi, c’è solo da dire che si tratta di un allineamento di buon senso". E' quanto si legge in una nota dell'Anief.
"C’è però - sottolinea - un altro aspetto discriminante adesso su cui mettere mano: quello della decurtazione stipendio per i primi dieci giorni, la cosiddetta 'trattenuta Brunetta'. Si tratta dell’articolo 71, comma 1, del decreto legge 112/2008, convertito con alcune modifiche, nella legge 133/2008, secondo cui 'per gli eventi morbosi di durata inferiore o uguale a dieci giorni di assenza, sarà corrisposto esclusivamente il trattamento economico fondamentale con decurtazione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento economico accessorio'".
“Questa trattenuta applicata per i primi dieci giorni di malattia - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - la riteniamo offensiva per la categoria: per quale motivo un lavoratore malato si deve vedere applicata una riduzione dello stipendio. Quale colpa ha un dipendente malato? Sembra quasi volere colpevolizzare un diritto. Tra l’altro nella scuola la riduzione quotidiana, che va da circa 3 euro per collaboratori scolastici ai 7-8 euro per i docenti a fine carriera, diventa ancora più priva di fondamento se pensiamo che si applica a chi prende stipendi già molto al di sotto della media nazionale e internazionale. Chiediamo, pertanto, al Governo e al Parlamento di cancellarla, poiché con la sua applicazione solo al comparto pubblico diventa ancora più incomprensibile”.