"È giunta l'ora di finirla di scaricare sui docenti i mali della scuola italiana: chi si siede dietro la cattedra ha bisogno di essere ascoltato, valorizzato e premiato. Ricordiamoci che se non avessimo gli insegnanti non potremmo vivere in una società civile". È il commento di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rispetto a quanto accaduto oggi a Varese, dove un'insegnante di un istituto professionale è stata accoltellata da uno studente all'ingresso della scuola.
"Il nostro sindacato autonomo rappresentativo - continua il presidente Anief - si esprime compattamente vicino alla docente accoltellata ed esprime massima solidarietà. Siamo convinti che uno dei diritti più importanti di un dipendente è quello di salvaguardia della sua salute e del mantenimento della sicurezza nell'ambiente di lavoro: lo Stato e chi amministra l'Istruzione devono fare il massimo perché ciò avvenga. Se il governo, invece, continua a tagliare i fondi destinati alle scuole, ad accorparle creando istituti con 2 mila alunni, a centellinare gli organici, a lasciare un docente su quattro precario, a non organizzare un reclutamento che agevoli la stabilizzazione del personale assumendolo direttamente dalle graduatorie come l'Ue ci chiede da decenni, allora significa non solo che non fa il massimo, ma nemmeno il minimo. Perché con queste operazioni si va a rendere difficile, se non a screditare in via indiretta, il lavoro del docente e di tutti gli operatori della scuola". "Sarebbe bene che si arrivi a cancellare i tagli per la spesa per l'Istruzione e a legiferare il prima possibile per sciogliere una volta per tutte questi nodi, così da agire con i fatti per una scuola che guardi con più attenzione ai bisogni dei suoi alunni. Sarebbe un errore - conclude il leader del giovane sindacato autonomo - pensare che l'aumento delle pene per chi si macchia di violenza verso i docenti e il personale scolastico, benché necessaria e da condividere, possa bastare per risolvere tutti i problemi".