"Chi lavora nella scuola ha alte possibilità di incorrere nel burnout, ma questo non viene riconosciuto, come non c’è volontà a riconoscere il rischio biologico per l’attività svolta a contatto con gli alunni. Pensare di introdurre quote di accumulo previdenziale altissime, come i 41 anni di cui si parla ora, non sono la soluzione al problema: la Commissione Lavori gravosi è bene che esamini le situazioni dei singoli comparti di lavoro, con modalità di assegnazione legate agli effettivi danni fisici e psicologici derivanti dallo stressa da lavoro". A dirlo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
"Siamo convinti - spiega - che per docenti e personale Ata la risposta più corretta sia quella di permettergli di riscattare gratuitamente i periodi di studio universitario ed equipararli in toto ai lavoratori delle forze armate, così da permettere loro di lasciare il servizio attorno ai 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza".