Ormai tutti indicano al Governo la necessità di tornare ad investire sulla formazione delle nuove generazioni.
Se anche il nuovo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha espresso la necessità di non includere l’istruzione pubblica nel decreto sulla spending review non ci sono proprio più dubbi: il taglio degli sprechi non ha nulla a che vedere con il diritto alla formazione delle nuove generazioni. A sostenerlo è il sindacato Anief, a seguito delle parole spese oggi da Squinzi a favore della salvaguardia delle risorse a favore dell’istruzione pubblica.
“Non può passare inosservato il dato – ha commentato Marcello Pacifico, presidente Anief – che perfino dalle aziende private giunge un appello a un maggiore investimento nel settore dell’istruzione, poiché saggiamente percepito come elemento strategico e indispensabile per il rilancio della produzione del nostro paese”.
Secondo il presidente del giovane sindacato è necessario a questo punto che il Governo investa delle risorse a favore di scuole, università e ricerca. Anziché continuare a disinvestire su questo genere di settori. “Dovremmo prendere esempio da paesi avanzati come Germania e Stati Uniti. I 100mila tagli realizzati in Italia – continua Pacifico – non hanno certamente migliorato l’efficienza del sistema scolastico. E lo stesso vale per la cancellazione della figura del ricercatore. Per non parlare del decremento della ricerca scientifica”.
Insistere su questa politica non potrà che fare arretrare ulteriormente il nostro paese dal livello di istruzione impartito dai paesi più competitivi dell’area Ocse: “è ormai sotto gli occhi di tutti che in Italia si sta sempre più pericolosamente insistendo sulla creazione di disoccupazione intellettuale, che allontana i cervelli migliori e deprime ogni entusiasmo innovatore. È arrivato il momento – conclude il presidente dell’Anief – di invertire la rotta ed aprire una nuova stagione orientata ad una maggiore crescita culturale e professionale dei nostri giovani”.