Il Consiglio dei ministri boccia la legge regionale della Lombardia sulla chiamata diretta dei docenti e chiede il parere della Consulta

Ora il Governo dimostri coerenza sulla illegittima chiusura di 2 mila presidenze scolastiche: faccia un passo indietro e indichi alle regioni di annullare i decreti sul dimensionamento.

Finalmente il governo italiano prende una posizione netta, ovviamente contraria, contro l’incredibile scelta della regione Lombardia, voluta dal presidente Roberto Formigoni e dal nuovo assessore all’istruzione Valentina Aprea, di voler permettere ai propri dirigenti scolastici di scegliersi i docenti non più in base ai punteggi e al merito, ma solo a criteri soggettivi su delle pseudo competenze tutte da accertare.

Secondo l’Anief, è evidente che se il Dipartimento per gli Affari Regionali decide di sottoporre alla Corte costituzionale l’articolo 8 della legge n.7 della Lombardia, per fondate illegittimità costituzionali (tra cui la violazione dell’art. 117 terzo comma in base al quale i principi fondamentali in materia di istruzione sono di competenza dello Stato, ma anche dell’articolo 11, comma 2 lettera m, secondo cui i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali sono garantiti a livello nazionale), siamo di fronte ad una legge regionale priva di ogni fondamento.

Alla luce di questa decisione – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - farebbe bene il governo ad invitare le regioni a ritirare tutti i decreti assessoriali riguardanti non solo il reclutamento scolastico ma anche quelli, altrettanti illegittimi, come di recente confermato dalla stessa Consulta, relativi al dimensionamento scolastico”.

Secondo il presidente del giovane sindacato autonomo “è evidente che non si può invocare la Corte costituzionale e contemporaneamente disattendere le sue sentenze: il governo faccia un passo indietro e dimostri coerenza”.