Il debito si risana investendo nei beni culturali, non svendendoli: vengano utilizzati in comodato d’uso per dare maggiore impulso all’attrattività turistica. In caso contrario i cittadini rimarranno in “mutande” già in occasione del prossimo attacco speculatorio.
“Anziché pensare di svendere beni dello Stato, anche di immenso valore storico, il Governo dovrebbe risanare il debito pubblico ridisegnando un nuovo piano del tessuto industriale e produttivo del paese valorizzando il suo immenso patrimonio culturale”: così commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato ai quadri e direttivi della Confedir, la volontà espressa oggi da parte dell’esecutivo guidato dal premier Mario Monti di mettere in vendita beni immobili di pregio per incassare 5 miliardi di euro entro il 2013 e risollevare così i conti dello Stato. L’operazione metterebbe anche il Governo al sicuro dalle preoccupazioni espresse, sempre oggi, dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a proposito della scarsa tenuta che il sistema industriale del paese potrebbe far riscontrare nel prossimo autunno.
“Già sei mesi fa – dichiara Pacifico – avevamo inviato al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, un nuovo piano di riqualificazione del patrimonio nazionale, che avrebbe prodotto un rilancio per tutta l’economia del paese. Anziché pensare di metterli in vendita, la nostra confederazione ed il nostro sindacato ritengono che i 350 beni pubblici di proprietà di tutti i cittadini, compresi quei privati che li rileverebbero e ne andrebbero ad acquisire la titolarità, dovrebbero essere utilizzati in comodato d’uso per dare maggiore impulso all’attrattività turistica presente in tutte le regioni italiane”.
Confedir e Anief sostengono che il modello vincente da prendere in considerazione è infatti quello condotto dalla provincia autonoma di Trento e Bolzano: “si tratta di una gestione da prendere veramente in seria considerazione – sottolinea Pacifico – perché la sua spesa sociale è equamente distribuita rispetto agli stipendi erogati. Mentre, al contrario, il progetto del Governo Monti di cedere beni dello Stato lascerà i cittadini in ‘mutande’ già in occasione del prossimo attacco speculatorio”.
“Sarebbe allora importante che il Consiglio dei ministri intervenga quanto prima per valorizzare l’enorme patrimonio culturale di cui è in possesso l’Italia. Anziché metterlo in liquidazione: chi ci amministra per un breve lasso di tempo non può svendere quanto è stato a lui affidato da tutti i cittadini italiani. Siamo la nazione con più beni culturali al mondo: cominciano – conclude Pacifico – a guadagnare la nostra storia”.
9 agosto 2012
Ufficio Stampa Anief
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