Decreto legge stabilità: Profumo pronto a un passo indietro sulle 24 ore?

Grazie alla mobilitazione di insegnanti, sindacati, della politica e sotto la minaccia di ricorsi scontati per i rilievi di costituzionalità, il Governo potrebbe rinviare l’adozione della norma (intervista al Messaggero). Anief ha denunciato come non si può, per legge, aumentare l’orario di lavoro con il contratto bloccato.

Sul web sono state raccolte 20.000 firme in poche ore contro una norma che allontanerebbe l’Italia dagli altri Paesi dell’Ocde e avrebbe violato due precisi articoli della Costituzione”. Così commenta Marcello Pacifico, Presidente Anief e delegato Confedir per la Scuola, dopo aver apposto anche la sua firma alla petizione pubblica.

I dati della ricerca “Education at a Glance” che pone a confronto i sistemi educativi nell’ultimo decennio nei 37 Paesi più economicamente avanzati, dimostrano come il carico di lavoro (didattica) dei docenti italiani sia nella media, per la scuola materna ed elementare (12 ore in meno), di poco inferiore per la scuola media (74 ore) e per la secondaria superiore (28 ore). E se complessivamente i docenti italiani lavorano una settimana in meno e dieci giorni in meno rispetto agli altri, hanno avuto, però, soltanto il 5% di aumento di stipendio rispetto al 20% degli altri e continuano a perdere a fine carriera 8.000 euro annui. Per questo l’aumento di 234 ore dell’orario di lavoro (6 ore per 39 settimane) proposto dal Governo è fuori da ogni logica e anche privo di buon senso, vista l’evidente discriminazione nel trattamento economico.

L’articolo 39 della Costituzione, d'altronde, prevede che il rapporto di lavoro sia regolato da un accordo tra la parte datoriale e il sindacato, mentre l’articolo 36 della Costituzione impone uno stipendio proporzionale alla mole di lavoro e l’obbligo delle ferie che non possono essere considerate una monetizzazione di una prestazione lavorativa, ma un riposo dall’ordinario lavoro.

Per queste ragioni, Anief ha lanciato un appello al ministro Profumo perché ritiri questa insensata e incostituzionale proposta: se l’intervista rilasciata ieri al Messaggero va in questa direzione, ben venga; nel caso in cui, invece, sia solamente servita per spiegare come le stesse ore di lavoro saranno pagate dal 2015, saremmo ancora al punto di partenza, del tutto illegittimo.

L’articolo sui dati della ricerca

 

 

L’Estratto dell’intervista

Ora il governo sta chiedendo agli insegnanti di lavorare un maggior numero di ore a stipendio invariato. Quando li pagherete di più?

«Questo tema ha bisogno della contrattazione sindacale. Abbiamo da fare il contratto del 2014, che sarà una grande opportunità anche dal punto di vista salariale. Quella sarà l’occasione per stipulare un patto per la scuola, nel quale dovrà esserci il riconoscimento del grande ruolo dei docenti. Questo ruolo va rivalutato in termini assoluti, anche per quanto riguarda gli stipendi. Rilancio della reputazione del ruolo dell’insegnante e insieme gratificazioni finanziarie. Le posso raccontare una scenetta?».