° I sei capitoli del documento: “La buona scuola. Facciamo crescere il Paese” (Terza scheda)
Dopo l’esposizione, in Premessa, dei principi del documento, il capitolo “Assumere tutti i docenti di cui la buona scuola ha bisogno”(il titolo evoca questo assunto: c’è una “emergenza” organici: ripristineremo le quote delle quali il tandem Tremonti-Gelmini aveva deprivato la Scuola) è così articolato: 1 Tutti i nuovi docenti; 2 Fuori e dentro la classe, cosa faranno questi nuovi docenti; 3 Gli abbinamenti. A quali condizioni può funzionare il piano; 4 L’eccezione che rafforza la regola. Come la scuola potrà contare su decine di migliaia di giovani assunti con concorso; 5 Quanto costa? Il più grande investimento sulla scuola degli ultimi vent’anni; 6 Un segnale forte per l’Europa. Se la Corte di giustizia europea si interessa dei docenti italiani; 7 A cosa punta il governo; 8 Per chi da grande vorrà fare l'insegnante. La nuova procedura di abilitazione. Il capitolo si apre elencando verità incontestabili, che sono all’origine dello sconforto e dell’ira dei precari: “La prima emergenza riguarda il numero di docenti che abbiamo nelle nostre scuole. Non abbastanza, dal momento che a settembre di ogni anno, con la riapertura delle scuole, ci ritroviamo con qualche decina di migliaia di insegnanti che mancano all’appello. E quindi con cattedre che vengono assegnate, per tutto l’anno scolastico, a supplenti. Anno dopo anno. Attraverso una finzione che continua da anni…”. Le parole chiave sono “emergenza” e “finzione”; svelando la “finzione” dell’organico di diritto (inadeguato rispetto a quello di fatto) e dicendo di volere porre rimedio, Renzi si accredita come chi abbandona le politiche del passato. Notiamo, però, che della “finzione” messa in atto dai governi precedenti, non c’era chi non fosse a conoscenza (salvo Cassazione e l’Avvocatura dello Stato); ne desumiamo che Renzi parli a Sparta perché Atene intenda. Curiosamente, anche il presidente dell’ANIEF, Pacifico – che si recò alla Corte di Giustizia Europea con valigie piene di esposti dei supplenti eternamente ingaggiati con contratti a tempo determinato – fa un’operazione simile dicendo ciò che tutti sanno (che la proposta di Renzi è poco più di un’offa con la quale placare, insieme, la Corte europea e i precari); ne desumiamo che anche la dichiarazione di Pacifico è rivolta all’interno, per sollecitare le organizzazioni sindacali a contestare alcuni punti del documento-proposta. Giornali e opinion makers ? Sono sembrati poco coinvolti (reticenza, resistenza psicologica ?) quando Pacifico volava a Bruxelles; sembrano ora avere maturato il convincimento che i precari della Scuola hanno gli stessi diritti degli altri, e la Repubblica dà spazio adeguato alle dichiarazioni di Pacifico: “Dando seguito, quindi, ad una stabilizzazione storica dei supplenti rivendicata da tempo dal sindacato e auspicata anche nei giorni scorsi dall'avvocato generale della Corte di Lussemburgo, Maciej Szpunar, che si è espresso positivamente ed in modo perentorio sulle motivazioni che hanno portato l'ANIEF a ricorrere al giudice sovranazionale per la reiterazione dei contratti a tempo determinato adottato da troppo tempo in Italia. "Il rilevato motivo di contrasto tra il sistema italiano e la direttiva sul lavoro a tempo determinato - scrive il Governo a pagina 36 del libro contenente le linee guida intitolate "La Buona Scuola" - risiede nel fatto che il sistema delle supplenze annuali di fatto rinnova periodicamente dei contratti a tempo determinato per provvedere la copertura di posti vacanti d'insegnamento. Il sistema attuale non prevede alcuna misura per prevenire e sanzionare il ricorso abusivo alla successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore scolastico. Questa prospettiva è ciò che è oggi all'attenzione dell'Europa, e va nella stessa direzione di ciò che il Governo italiano intende offrire alla scuola grazie ad un piano di assunzioni straordinario". Con questa ammissione in un colpo solo vengono confessate le tesi della Cassazione e dell'Avvocatura dello Stato italiano che si erano arroccati in difesa delle mancate assunzioni. "Sui posti vacanti e disponibili, per più di un decennio, lo Stato ammette di aver operato una fictio per sfuggire alle regole della stabilizzazione. E dopo migliaia di ricorsi promossi dal sindacato presso le Corti del lavoro che hanno provocato l'intervento del Parlamento, alla vigilia della sentenza della Corte europea, si scopre la verità: tutti devono entrare in ruolo". Dunque, 148 immissioni in ruolo, già con il primo settembre 2015 ! Esattamente quanto serve a riparare i danni del tornado Tremonti-Gelmini. “C’è disallineamento tra il fabbisogno previsto da ciascuna scuola per l’anno scolastico e quello effettivamente necessario a settembre. Le scuole non hanno bisogno di docenti solo per le lezioni in classe, ma anche per costruire un progetto formativo al passo coi tempi. L’Organico della autonomia, un team di docenti che aiuti la scuola a gestire da sola, o in rete, le attività complementari all’ordinaria attività didattica:dallo sviluppo delle eccellenze e dal recupero all’integrazione al sostegno ai ragazzi diversamente abili; dalla programmazione del fabbisogno scolastico e della gestione delle supplenze all’aumento del tempo scuola, alla gestione di progetti e in generale all’ampliamento dell’offerta formativa”. In sostanza, L’intento è di coprire le 40mila supplenze annuali, gli «spezzoni» (che assommerebbero a oltre 12 mila cattedre), i 20mila posti del turn-over, nonché i posti mancanti degli insegnanti (in una nota di lunedì 8, il presidente Pacifico segnala che, a inizio di questo a.s., mancano, per gli alunni in condizione di handicap, 25mila insegnanti specializzati: “Ancora una volta saranno i tribunali a concedere nuovi posti ‘in deroga’. Rimaniamo ben lontani dal rapporto di un docente ogni due alunni previsto dalla normativa vigente”). L’araba fenice, l’«organico funzionale» (che, in effetti è già legge) consentirebbe a Renzi di coprire tutte le esigenze della didattica programmate dalle scuole (o reti di scuole) in autonomia. Secondo l’ANIEF, 148 mila assunzioni andrebbero bene se non ci fosse un “però”. Anzi, più di uno. La proposta di Renzi contiene un do ut des (Renzi lo chiama “un patto”) che olezza tanfo, sgradevole vecchiume di politiche che cambiano le regole in corso di partita: i supplenti stabilizzati dovrebbero accettare di perdere alcuni diritti contrattuali. Nessuna norma, in un paese civile dovrebbe produrre effetti retroattivi. A Renzi, tocca decidersi: innova o conserva replicando il tradizionale metodo di introdurre i benefici accompagnandoli con regole limitative di diritti acquisiti ? E non si tratta di pochi diritti, a cominciare dagli scatti di anzianità (sostituiti con scatti di carriera “legati al merito”). Uscita dalla porta, l’ipocrisia rientra dalla finestra perché, e tutti lo sanno, lo scopo di questo “scambio” è rendere meno oneroso l’intervento del MEF (visto che ogni precario immesso in ruolo ha anni ed anni di servizio alle spalle). Altro che riconoscimento dell’importanza della funzione docente ! Se a questa notazione sommiamo l’altra di cui s’è detto (l’intento di scansare la spada di Damocle della multa milionaria in arrivo da Bruxelles), un timore ci assale: che il giovane Renzi sia in realtà un politico vecchio; sia come la creatura di Oscar Wilde, il giovane Dorian Gray del quale solo il ritratto invecchiava. A Renzi, questa questione la facciamo spiegare da un precario che si dice “umiliato”: “Ci sentiamo umiliati dalle continue dichiarazioni sia dello stesso Presidente del Consiglio che del Ministro dell’Istruzione (ed altri soloni che probabilmente non hanno mai messo piede in un’aula scolastica dei nostri giorni), i quali non perdono occasione per ribadire che… per migliorare la scuola occorre sconvolgere il reclutamento e la vita stessa degli insegnanti…, chiamati a dover essere sottoposti ad un vero e proprio fuoco di fila di concorsi, prove, valutazioni, giudizi, elencazioni, schedature, ispezioni, che consacreranno le virtù della cosiddetta nuova, moderna “meritocrazia”, che viceversa, secondo noi, così schematicamente e demagogicamente impostata, rimanda a sistemi sociali e politici che poco hanno a che fare con la “democrazia”… Scopriamo che adesso l’insegnante dovrà entrare al mattino a scuola, non soltanto per insegnare, educare, istruire, collaborando serenamente con i colleghi unicamente per l’ottenimento delle finalità formative degli alunni, ma, proprio in concorrenza con gli stessi suoi colleghi, dovrà principalmente operare per compiacere, in primo luogo i Dirigenti Scolastici e poi i supervisori mentor, chiamati a dissertare e giudicare sul “merito” di ogni singolo docente, per stabilirne il relativo aumento stipendiale ed il suo livello classificatorio. Si determinerà inevitabilmente (ed è umanamente comprensibile), una lotta più o meno subdola, se non palese, tra gli insegnanti, per allinearsi, ciascuno il più possibile, al pensiero dominante ed emergente di chi li deve giudicare, per avere un minimo di miglioramento stipendiale…; è dunque finita così la natura stessa della scuola “democratica” che è viceversa libera espressione del pensiero di ognuno e libero esercizio della professione di insegnante, di formatore, di educatore. …Si vuole affidare la progressione di carriera ad un supposto “merito” che è suscettibile di probabili valutazioni arbitrarie, vuoi per simpatie/antipatie, amicizie/disaccordi, discriminazioni di parte/genere/orientamento ideale e/o addirittura politico, interessi di ogni tipo, clientele, parentele, consociativismi. La scuola è partecipazione, comprensione, tolleranza, ascolto, rispetto reciproco, valorizzazione delle diversità di espressione,pluralità delle conoscenze, incontro pieno tra i soggetti partecipanti, collaborazione disinteressata tra gli educatori, valorizzazione delle specificità…… Renzi non propone di regalare proprio niente a nessuno, assumendo i Precari, poiché il diritto alla stabilizzazione questi insegnanti in graduatoria, già abilitati, che lavorano come supplenti, ce l’hanno già e non è possibile poi accettare di barattare l’attuazione di questo diritto con l’abolizione di progressivi, equi, miglioramenti stipendiali” (firmato: Insegnanti di Scuola Primaria e Infanzia della provincia di Firenze). Last but not least, la questione della "banca-ore". Il documento-proposta, al capitolo 2 par.3, dice: "Anzitutto, per quanto riguarda le attività individuali dei docenti, a parità di orario, per realizzare un reale potenziamento dell'attività didattica, sarà prevista la creazione di banche ore con le ore che ciascun docente "guadagna" (e che così "restituirà" alla scuola) nelle giornate di sospensione didattica deliberate ad inizio anno dal Consiglio d'istituto nell'ambito della propria autonomia. Di fatto, pochissime ore l'anno (indicaticativamente 8/10) per ciascuno docente, ma che costituiscono un "patrimonio" estremamente utile per la scuola". Si guadagnano e si restituiscono nelle giornate di sospensione didattica, dovrebbe significare che non si restituiscono in supplenze ! E, tuttavia, qualcosa deve esserci sfuggito se c'è chi paventa che il d.s. possa attingere alla banca per coprire le supplenze brevi senza pagare il servizio (in atto, le ore a disposizione sono retribuite). Lo spiega Giuseppe Calicetti (il Manifesto, 9 settembre) in questi termini: “… Non è neppure una grande novità, visto che già si applica da anni nella scuola primaria italiana. Dunque, un docente è malato e non viene a scuola. Come sostituirlo ? Utilizzando un altro docente che non è in servizio perché non è il suo turno di lavoro… Il docente "guadagna delle ore" supplendo il docente malato; queste ore eccedenti verranno inserite all'interno della "banca". Verranno pagate? No. Ma il docente potrà recuperarle non venendo a scuola. Quando? Qui sta la fregatura:… quando non ci saranno studenti a scuola. Nei giorni di vacanza? Praticamente… Risultato finale, per tutti i docenti: non c'è un orario di settimanale preciso, ma occorre sempre essere a disposizione…. Posso rifiutarmi di cambiare il mio orario di servizio del giorno perché magari avevo preso altri impegni dopo l'orario di lavoro che era previsto fino a 10 minuti fa? E di fronte a un ordine di servizio del dirigente scolastico che mi obbliga a cambiare nel corso della giornata il mio orario di lavoro, lo potrò fare senza avere ritorsioni disciplinari? Mio fratello è elettricista in una fabbrica. Per la "reperibilità" è pagato. Anche in caso che poi la sua presenza non sia necessaria… E’ normale che queste ore non vengano considerate eccedenti rispetto ad un contratto nazionale, ma regalate ? Identikit di chi ha avuto questa pensata: Non ha esperienza di insegnamento; sconosce il concetto di burnout; ritiene che la conflittualità tra d.s. e docenti tenga giovane il fegato e accresca la qualità dell’insegnamento.