Scuola:Aggiornamenti in progress - martedì 15 febbraio 2011

° La Lega non lascia, dopo la sentenza della Consulta, raddoppia
Ma l’emendamento al decreto Milleproroghe, che impone un nuovo ostacolo agli spostamenti da Sud a Nord dei docenti precari, sarebbe incostituzionale.
Secondo l’emendamento, le attuali graduatorie, previste dall’art. 605 lett. C) della legge 27 dicembre 2006 n.296) devono rimanere in vigore, contrariamente a quanto previsto dalla normativa sull’aggiornamento biennale. Inoltre, l’inserimento nella I fascia delle GaE va consentito solo a chi è inserito nelle graduatorie a esaurimento della provincia in cui ha sede l’istituzione scolastica. Nei giorni scorsi il congelamento delle graduatorie era stato proposto anche con un emendamento a firma del Gruppo Futuro e Libertà, su cui il Governo aveva dato parere contrario. Il Miur, comprensibilmente in grande confusione, ha grande bisogno di analizzare i molteplici aspetti della situazione, e ANIEF potrebbe essere utilmente consultato, visto che è il protagonista della vicenda e ripetutamente, per tempo, ma inascoltato, ha indicato strade virtuose. E’ già positivo, ma era scontato, che il Ministro si prefigga di varare nuove regole per i passaggi di provincia, rispettose della sentenza della Corte costituzionale (basta soltanto applicare la normativa vigente che consente il trasferimento con il proprio punteggio all’atto dell’aggiornamento), ma intanto l’emendamento della Lega approvato al Senato, in commissione Affari e Bilancio, è in dissonanza dalla sentenza. E’ già positivo, ma era scontato, che il Miur rassicuri, sui loro diritti, i contraenti delle nomine a t.i. effettuate in base alle vecchie graduatorie, nello scorso agosto/settembre (immissioni in ruolo e incarichi a t.d.), ma ora deve garantire in primo luogo i ricorrenti aventi diritto. Per uscire dal problema, la Lega conviene sulla linea della Ministro: procedere agli adempimenti imprescindibili derivanti dalla sentenza n.41/2011 declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 1, comma 4 ter dl n.134/2009 n. 134; questo dovrebbe significare che al congelamento delle liste si procederà dopo aver inserito a pettine i ricorrenti e aver loro liquidato i legittimi indennizzi, punteggi oltre ad aver attribuito i contratti. Contestualmente, però, il senatore Pittoni capogruppo della Lega in VII Commissione accelera l’iter della riforma del reclutamento dei docenti affinando una proposta che TuttoscuolaNEWS (n.475 di 14 febbraio 2011) riportata nei seguenti termini: “Proponiamo un meccanismo su base regionale, ma non ci sono "fili spinati". Il progetto è inattaccabile sia per quanto riguarda la Costituzione e la legislazione nazionale sia sotto il profilo della normativa europea. Per assegnare il punteggio di base ai candidati, non si farà più riferimento (se non in misura ridotta) alla valutazione acquisita sul proprio territorio. Si dovrà scegliere una e una sola regione nella quale eleggere il proprio domicilio professionale e sottoporsi a quello che abbiamo chiamato “test di preparazione”, con cui si verificherà l’attitudine all’insegnamento e l’effettivo livello di preparazione dei candidati nelle singole materie. Il tutto - questo è fondamentale-, nella regione di arrivo, a parità di condizioni con i candidati del posto. Quelli valutati con “manica larga” in altre realtà non riusciranno più a scavalcare chi effettivamente merita”. Su qualsiasi nuovo sistema di reclutamento, siamo contrari, almeno fino a quando non si esauriscono le attuali graduatorie.

 

 
° Sulla questione degli scatti biennali di anzianità e i gradoni per il personale di ruolo
Un’interrogazione parlamentare (5 febbraio) dell’on.Tonino Russo al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e al Ministro dell’economia e finanze: il governo ne modificherebbe l’automatismo, senza concertarlo con le sigle sindacali.
L’interrogante ha chiesto se corrisponda al vero che “il Governo ha intenzione di emanare un decreto con cui vieta nei meccanismi di carriera la distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi e premi collegati alla performance in assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di misurazione e valutazione.” Tale eventuale decisione del governo apparirebbe come reazione al rifiuto da parte di docenti e del personale ATA di farsi valutare nella sperimentazione prevista dal ministero dell’Istruzione. “Se ciò corrispondesse al vero - continua il parlamentare democratico - si tratterebbe di un grave ed inaccettabile comportamento della Pubblica amministrazione nei confronti dei suoi dipendenti, di un colpo gravissimo alle relazioni sindacali”.