1) Commentiamo il capitolo“La vera autonomia: valutazione, trasparenza, apertura, burocrazia zero, del Documento sulla Scuola (Nona scheda)
Il capitolo III si apre sul tema:“Valutazione per migliorare la scuola”, argomentando mediante acrobazie logiche di porre sotto il controllo del d.s. perfino le scelte educative dei collegi dei docenti e quelle didattiche dei consigli di classe. E’ la proposta peggiore del Documento, segue a una incollatura, medaglia d’argento, la proposta di governance, che neanche la proposta Aprea del 2008...
° Commentiamo il III capitolo del Documento “La buona scuola. Facciamo crescere il paese”
Il capitolo si apre sul tema della valutazione delle scuole argomentando, con acrobazie logiche degne dell’antica eristica e locuzioni fuorvianti, la proposta di porre sotto il controllo del d.s. le scelte educative dei collegi dei docenti e quelle didattiche dei consigli di classe. Dobbiamo con urgenza sapere se gli estensori del documento sono consapevoli del fatto che la locuzione “determinare … le scelte educative” contrasta con il primo comma dell’art.33 Cost., o se è scappata fuori dal vaso. E dobbiamo sapere, da Renzi, se ha riflettuto sul fatto che questa proposta, se attuata, azzererebbe ogni residua distinzione tra i docenti e i dipendenti esecutivi. L’assunto di partenza del capitolo è che la normativa sull’Autonomia scolastica è in parte inapplicata e che occorre attuarla. Riportiamo: “Per attuarla disponiamo formalmente già di (quasi) tutte le norme necessarie. Ma non siamo stati capaci, negli anni, di attuarla dotando le scuole e il sistema scolastico nella sua interezza di strumenti appropriati di gestione, valutazione, governance, circolazione informazioni”. Seguono inferenze di tono paralogistico, che si avviano da questa ovvietà: - la vera autonomia postula l’assunzione di responsabilità. L’ovvietà serve per introdurre il concetto della necessità che i dd.ss. vigilino sull’assunzione di responsabilità da parte degli insegnanti e sulla trasparenza dei loro atti verso gli utenti e rendicontazione sociale verso il committente. Bella stima per gli insegnanti ! Ci sembra sul genere stesso della metafora di quel ministro che alludeva a “bastone e carota”, o sul genere di quel premier “professore” che… Non rinnovelliamo infandum dolorem ! Renzi pensa che, nelle dinamiche dei sistemi scolastici, la dimensione collegiale sia un optional ? L’assetto verticale, con in cima i “capi”, lasciamolo alle caserme, dov’è una necessità ! Nelle università, la responsabilizzazione dei docenti comporta (in modo consequenziale) il riconoscimento delle più ampie prerogative (compreso l’elettorato attivo e passivo dei responsabili e l’elettorato indiretto di presidi e rettore). I nostri decisori politici, queste prerogative assegnano negli atenei, riconoscendole indissolubilmente connesse alla responsabilità educativa dei docenti universitari; com’è possibile che, quando immaginano la governance delle scuole, dalla medesima esigenza di responsabilizzare il personale docente inferiscano l’opposto, e sottraendo agli insegnanti margini di autonomia prospettano di conferire ai dd.ss. funzioni “determinanti “ perfino in materia educativa e didattica ? Sunt minus habentes, i docenti delle scuole ? Sono figli di un dio minore ? Tra gli estensori di questo Documento, c’erano anche insegnanti delle scuole ? C’era una forte rappresentanza di presidi ? C’era una folla di gente che nelle scuole non hanno mai lavorato ? La nostra impressione è che gli estensori di questo documento-proposta fingano di non capire (o possono non sapere) quali siano le prerogative inalienabili dei collegi dei docenti, connesse alla libertà di insegnamento tutelata costituzionalmente, e che nelle determinazioni del collegio, il parere del d.s valga un voto: “I dd.ss. saranno messi in condizione di determinare efficacemente le dinamiche interne alla scuola incluse le scelte educative. Potranno scegliere tra i docenti coloro che coordinano le attività di innovazione didattica, la valutazione o l’orientamento e premiarne economicamente l’impegno”. Una coerenza logica degna dell’antica eristica ! Renzi si rende conto di ciò ? Se si, provveda a scaricare i consiglieri che fingono di non rendersene conto. La serie di paralogismi-predicozzo che apre il paragrafo perviene, infine, al suo vero scopo, quello di affermare che, dall’Albo nazionale, il d.s. potrà scegliere i docenti, “a certe condizioni e nel rispetto della continuità didattica, le migliori professionalità per potenziare la propria scuola”: “Il dirigente scolastico potrà, consultati gli organi collegiali, chiamare nella sua scuola i docenti con un curriculum coerente con le attività con cui intenda realizzare l’autonomia e la flessibilità della scuola”. Vorremmo interpretare così: Ferma restando inamovibile (se non con il consenso del docente) la sede di titolarità e la connessa funzione dei singoli insegnanti, è data facoltà ai dd.ss. di attingere all’Albo per attività di ampliamento dell’offerta formativa (quali, le lezioni di potenziamento, quelle per apprendimenti facoltativi, i PON e i POR, le iniziative, “trasversali” in materia di Orientamento, di contrasto alla dispersione scolastica, di educazione alla legalità, di educazione alimentare, di educazione sessuale e alla salute, di prevenzione delle tossicodipendenze, di sperimentazione didattica) per le quali tutti i docenti della scuola proponente che abbiano dato disponibilità risultino non avere le competenze necessarie. Quando abbia formalizzato la scelta del docente esterno, il d.s. deve accompagnarne la nomina motivando la valutazione positiva comparativamente con le valutazioni dei candidati interni. Ma è questa l’interpretazione corretta del Documento ? Temiamo di no, perché leggiamo anche questa frase: “I curricula dei docenti saranno resi fruibili in maniera trasparente, e le informazioni contenute serviranno alle scuole per la selezione degli organici funzionali e per la mobilità di tutti i docenti”. Sembrerebbe, quindi, che i colleghi dell’organico funzionale e “tutti” i colleghi in mobilità (a cominciare, presumibilmente, da quelli individuati come perdenti posto e soprannumerari) sarebbero esposti alle scelte discrezionali dei dd.ss., senza l’usbergo, che sempre li ha tutelati, della posizione in graduatoria. Scambiando l’Autonomia scolastica con l’autonomia decisionale del d.s., il Documento produce il ribaltamento concettuale dell’Autonomia scolastica. Dal prossimo a.s., per tutte le scuole statali e paritarie opererà il “Sistema Nazionale di Valutazione di cui al D.P.R. n.80/13. Ad ogni scuola si darà una scheda in cui delineare le caratteristiche positive e negative (Cruscotto - Piano di valutazione) individuate dal personale stesso e dal d.s. Questa rilevazione riguarderà non soltanto i livelli di apprendimento ma anche l’organizzazione e le dotazioni delle singole scuole, nonché il contesto socio-economico del territorio prossimo alla scuola e la tipologia dell’utenza. Ogni scuola procederà al elaborare un “Piano di miglioramento che avrà al centro i risultati degli studenti, il loro apprendimento e successo formativo”, e che sarà pubblicato on line. La Rendicontazione dei progressi sarà certificata dai nuclei esterni di valutazione: “Nel processo di valutazione sarà fondamentale l’apporto degli ispettori, che concorrono alla realizzazione delle finalità di istruzione e di formazione e agli obiettivi del SNV, coordinando i nuclei di valutazione esterni alle scuole”. E’ pronta, in applicazione del d.p.r n.80/2013, la direttiva che avvia questa operazione: in ottobre sarà inviato alle scuole un format elaborato dall’INVALSI e la griglia degli indicatori da utilizzare. A conclusione dell’a.s., ciascuna scuola pubblicherà l’esito dell’autovalutazione e il connesso Piano di miglioramento; gli utenti potranno leggerlo sulla piattaforma «Scuola in chiaro». Nell’a.s. 2015-2016, il Nucleo ispettivo procederà alle valutazioni “esterne”, limitate ad un campione di scuole. I finanziamenti ? Il budget dell’INVALSI dovrebbe raddoppiare (lo ha calcolato Il Sole 24Ore - 18 settembre 2014). Di soldi al personale delle scuole, compreso quello degli uffici che si vede assegnare altro lavoro, non parla.
Passiamo al tema della governance; il capitolo ne accenna con una proposta che non condividiamo. Citiamo. “I dirigenti hanno la titolarità delle relazioni sindacali, la rappresentanza legale, sono datori di lavoro e stazione appaltante. Responsabili di (quasi) tutto, non hanno le leve di governo per assumere al meglio tali responsabilità… La scuola ha bisogno di presidi selezionati con cura… Per l’ultimo concorso, ci sono stati contenziosi e ricorsi in quasi metà delle regioni; in quattro si è arrivati all’annullamento delle graduatorie… E’ stato deciso di recente di prevedere che la selezione di chi sarà chiamato a guidare una scuola sia fatta tramite il corso-concorso della Scuola Nazionale della Amministrazione, ossia dalla istituzione che seleziona e forma i dirigenti dello Stato… Il design delle prove concorsuali, così come delle lezioni che i vincitori frequenteranno prima di entrare in servizio, sarà fatto a partire dall’esperienza di dd.ss. e docenti, e non solo sulla base dell’esperienza dell’amministrazione centrale dello Stato… La figura dell’ispettore (Dirigente Tecnico), ruolo fondamentale, va rafforzata, prevedendo che vi si potrà accedere da d.s. come sviluppo di carriera… I nuovi organi di governo della scuola potrebbero essere: il consiglio dell’Istituzione scolastica; il dirigente scolastico; il consiglio dei docenti; il nucleo di valutazione. A parere nostro, piuttosto che dal potenziamento della funzione dirigenziale, la Buona scuola trarrebbe vantaggio dalla organizzazione del team dirigenziale; ciò per la particolarità della scuola come comunità educante. La peculiarità della Scuola postula un modello di leadership distribuita nella comunità scolastica, con ampio conferimento di deleghe al personale, e minimizzazione del controllo gerarchico; solo così le distanze tra i sottosistemi organizzativi si accorciano e si amplia il contatto con gli utenti. Per anni, gli uomini di scuola più illuminati e gli studiosi più prestigiosi hanno spiegato i concetti di Complessità orizzontale e verticale, e Apprendimento organizzativo. Per tutte, valgano due segnalazioni: - Tiritticco M., Apprendimento organizzativo nella scuola dell’autonomia (Anicia, Roma 1999) e Missaglia D., Pensare l’autonomia (Paravia, Torino 1996), nel quale ultimo leggiamo: «Quanto più le decisioni sono vicine alle persone, tanto più queste sono motivate ad agire: la decisione è il momento concreto in cui la motivazione diventa lo spazio della libertà e della responsabilità». Dunque, è proprio l’appello all’assunzione delle responsabilità che dovrebbe suggerire agli estensori del Documento la inversione a 180 gradi della loro proposta, ampliando le prerogative (e responsabilità) dei docenti (com’è, dicevamo, nelle università). Nella logica evolutiva della normativa sulla governance, la proposta Renzi segna una cesura, e il valore della riforma Misasi ne viene esaltato per contrasto. L’adozione di un Middle management si impone per l’estrema varietà e complessità delle competenze postulate nella mission delle scuole. Come non avvertire la forzatura (strumentale allo scopo implicito) in questo passo del Documento ? “Pur mantenendo e rafforzando le indiscutibili competenze gestionali necessarie per promuovere l’efficienza di un’organizzazione complessa, serve puntare sullo sviluppo di competenze professionali connesse alla promozione della didattica e qualificazione dell’offerta formativa”. Nell’universo culturale e strutturale della “comunità scolastica” il d.s. si perde, a meno che non disponga di un team di specialisti; ma questa cosa può capirla soltanto chi ha lavorato nelle scuole. La riforma Misasi – pur oggetto della contestazione studentesca - conferiva al Collegio dei docenti, organo di democrazia diretta, l’elettorato attivo e passivo in ordine alla nomina del vicepreside e del Consiglio di presidenza, oltre che del Comitato di valutazione dei servizi. L’art. 21 della Legge 59/97, c.d.“Bassanini”, ha posto le premesse dello smantellamento di quella rappresentatività democratica ma la fiamma non è spenta. Segnaliamo, ad esempio, che nel 2011 gli onorevoli Laratta e Marini hanno presentato, in contrapposizione alla “Proposta Aprea”, una proposta per l’eleggibilità, in seno al Collegio docenti, del dirigente scolastico, così motivandola: lo stato giuridico dei docenti, non essendo assimilabile a quello di altri dipendenti pubblici, richiede una propria disciplina e uno specifico sistema di tutele affidato a organismi democratici interni; alle scuole autonome, in quanto sono titolari di un potere normativo sotteso alla loro mission educativa, dev’essere dato di istituire gli organi di governo interno, demandate le funzioni di gestione a un organo collegiale, conferiscono quelle di governo a un d.s., eletto dalla comunità rappresentata nel consiglio d'istituto, scelto tra gli insegnanti appartenenti alla fascia superiore della funzione docente; il d.s. svolge temporaneamente il mandato, con sospensione della funzione docente. Bene comprendiamo come questo nostro tempo, segnato dal dominio dell’economia sulla politica, non sia propizio per innovazioni radicali di questo tipo ma non ci rassegniamo al declino della democrazia; riforme scolastiche degne di questo nome non si riesce a farne (non meno di trenta disegni di legge sono finiti nel cestino, dal 1946, e le poche proposte realizzate sono state ciò che abbiamo visto. Saprà, Renzi, saltare fuori dalla pista tracciata ? I “poteri forti” lo lasceranno saltare fuori, o simuleranno che stia provocando una valanga ? Leonardo MAIORCA