1) Compensi accessori al personale della scuola
Riportiamo l’Avviso con cui la Direzione Generale risorse umane e finanziarie ha diramato la tabella di ripartizione dei fondi M.O.F. 2014/2015, ai 42.819 punti di erogazione del servizio.
2) Nell’universo scolastico, spesso è la magistratura a decidere. La sentenza numero 31595, in merito ai colleghi in “Quota 96”
Ancora una volta, i tribunali ! La vicenda dei “Quota 96”, per risolvere la quale molti si sono inutilmente scervellati per due anni – è stata (forse) risolta da una sentenza (dello scorso 3 novembre) del Giudice del Lavoro del Tribunale di Salerno.
Compensi accessori al personale della scuola
Riportiamo l’Avviso con cui la Direzione Generale risorse umane e finanziarie ha diramato la tabella di ripartizione dei fondi M.O.F. 2014/2015, ai 42.819 punti di erogazione del servizio. “MOF lordo stato e lordo dipendente. Si fa seguito all’Intesa sottoscritta con le OoSs Comparto scuola in data 7 agosto 2014, e all’Intesa del 2 ottobre 2014 relativa alle economie, e con la presente, ad iter definito per l’istituzione dei CPIA, si rendono noti gli importi del MOF per l'a.s. 2014/15 (sia al lordo stato, sia al lordo dipendente), finalizzati a retribuire gli Istituti contrattuali del personale Comparto scuola relativamente al Fondo istituzione scolastica, Funzioni strumentali, Incarichi specifici, Ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti. Si conferma che tutti i dati fanno riferimento all’organico di diritto, a eccezione dei posti di sostegno della scuola secondaria di II grado, che sono stati considerati nella misura del 68,7 % dei posti comunicati in organico di fatto al SIDI. Si fa riserva di specifica comunicazione a ciascuna scuola degli importi già caricati al SICOGE per la quota riferita ai periodo settembre- dicembre 2014 con il riferimento a capitoli e piani gestionali. Si fa presente infine che i valori finanziari comprendono a pieno titolo i CPIA, le cui quote spettanti sono state recuperate dalle quote conteggiate degli ex CTP , con contestuale diminuzione degli importi attribuiti agli istituti sedi amministrative di appartenenza ,circostanza questa già specificato nella nota prot . n. 7077 del 25 settembre 2014 del PA settembre-dicembre.
Nell’universo scolastico, spesso è la magistratura a decidere. La sentenza numero 31595, in merito ai colleghi in “Quota 96”
Ancora una volta, i tribunali ! La vicenda dei “Quota 96” – forse la più meschina della gestione Monti, per risolvere la quale molti funzionari e soggetti politici e sindacali si sono inutilmente scervellati per due anni – è stata (speriamo) risolta da una sentenza (dello scorso 3 novembre) del Giudice del Lavoro del Tribunale di Salerno. La dott.ssa Ippolita Laudani ha disposto il collocamento in quiescenza, con effetto retroattivoalla data dell'1.9.2012, di 42 ricorrenti.
L’ANIEF si è spesa costantemente a favore dei quasi 4mila colleghi “Quota 96”, e adesso favorirà gli sviluppi della breccia che è stata aperta. La sentenza, secondo la notizia che leggiamo sul quotidiano di Napoli, ha effetto immediato e i docenti sono da considerarsi già collocati in pensione (http://www.ilmattino.it – 6 novembre 2014). Comunque, alcuni dei 4 mila colleghi, due anni di servizio li hanno intanto fatti, e indietro nel tempo non è possibile tornare. Manifestiamo tutto il disagio per il ripetersi di queste situazioni di mala amministrazione che addebitiamo al modesto livello di qualità dei decisori politici che, guidati da un unico criterio – il taglio della spesa nel settore della istruzione (pubblica) – decidono ad libitum, in spregio alla ragione e alle norme di legge. Maldestramente programmati, i tagli di spesa sono, però, un boomerang; il MIUR dovrebbe averlo imparato dalle ripetute condanne (con liquidazione dei “danni”) in molteplici vertenze giudiziarie che l’ANIEF e altri sindacati hanno acceso sempre più spesso a tutela del personale scolastico, da quando (all’epoca dei ricorsi “coda-pettine”) lo “stile ANIEF” ha contagiato tutti. Adesso, che fine faranno i “risparmi” erariali che tre presidenti del Consiglio (Monti, Letta e Renzi) contavano di ricavare a danno dei Quota 96 ? Così scrive Orizzonte Scuola (6.11.2014): “I Quota 96 potranno sperare anche nella soluzione dei tribunali, se i giudici del lavoro d'Italia vorranno seguire le orme dei colleghi di Salerno. Si trasformerebbe in un duro colpo per le casse dello Stato, facendo saltare tutti i calcoli di risparmio che in questi anni la Ragioneria dello Stato ha avanzato come motivo della bocciatura del pensionamento. Il problema vero, non è stato il numero complessivo degli aventi diritto, che dai 4mila di due anni fa è calato a seguito degli ultimi pensionamenti, quanto il numero degli aventi diritto, di coloro che negli anni hanno scelto soluzioni penalizzanti pur di andare in pensione o di color che nel contempo sono andati in pensione secondo le nuove regole della riforma Fornero”. Alla questione dei “Quota 96”, figli disconosciuti nati da una “svista” della Fornero sulle pensioni, hanno “lavorato” in molti: al Ministero del Lavoro, al Miur, nelle commissioni parlamentari, nelle direzioni dei partiti (in modo particolare, il PD e la Lega che ha in cantiere il referendum abrogativo della intera Legge Fornero). Segnaliamo – limitatamente al 2014 – alcune delle circonvoluzioni nell’iter della vicenda. All’inizio dell’anno, la Commissione VII e la IX danno parere favorevole alla proposta di legge C. 249, Ghizzoni et alii, che propone di modificare l’art.24 della Riforma Fornero introducendo norme specifiche per la Scuola. Ma le speranze di soluzione sono a zero perché il Governo Letta ha altre priorità, e nel decreto Milleproroghe non se ne occupa. In gennaio, la Commissione parlamentare XI “Lavoro” avanza una proposta di copertura degli oneri connessi al pensionamento secondo la Proposta di legge Ghizzoni; copertura che il Ministero dell’Economia e Finanze boccia. In Febbraio, il presidente della VII Commissione del Senato, Andrea Marcucci, chiede al Governo di “Risanare l'errore compiuto dalla riforma Fornero sui cosiddetti 'Quota 96' della scuola”. La legislatura si conclude nel grigiore, e le Commissioni parlamentari operano come fossero ingessate. Con il nuovo governo, anche il ministro Madia riconosce che la questione è nata da un “errore” nella Legge Fornero, e noi, in questa rubrica di Aggiornamento, scriviamo, fiduciosi: “Ci vorrebbe l’intervento di Speedy-Renzi, il piè veloce per antonomasia”. Ingenuità. In marzo, la vicepresidente della Commissione Bilancio alla Camera, Barbara Saltamartini, la vicesegretario del PD-Sicilia, Mila Spicola, e Francesco Boccia, vicepresidente della Commissione Bilancio Camera, rilanciano:“Il governo inserisca il tema nella risoluzione al Def, altrimenti saremo costretti a modificare i decreti durante l'approvazione in Parlamento''. Ma è un fuoco di paglia. In aprile, in Commissione Bilancio della Camera, il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini rappresenta, con riferimento al DEF 2014, una situazione interlocutoria: servirebbero 450 mln di euro per il 2014 e per ciascuno degli anni successivi fino a quello indicato nella Legge Fornero per il pensionamento dei 4mila docenti; ma la Ragioneria dello Stato giudica “incerte” le coperture economiche individuate in sede politica, e il MEF esprime lo stesso parere. Sui quotidiani viene pubblicata la lettera con la quale la Fornero risponde a un insegnante “quota 96” che le aveva scritto; la lunga lettera di risposta, dai toni benevoli e signorili, colpisce per un dato: il ministro ebbe solo 15 giorni per preparare la riforma pensionistica; giunse stanca e stressata alla conferenza stampa con Monti, durante la quale pianse. Il 29 luglio, Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio comunica che le coperture a favore dei “Quota 96” sono già dentro il decreto legge sulla Pubblica Amministrazione. Ci crediamo, e due giorni dopo, in questa rubrica annunciamo gaudium magnum: Giunge la liberatoria dalla Commissione bilancio della Camera. L’ANIEF si complimenta con i colleghi che dalla legge Fornero hanno subito un’ingiustizia…”. Non è così, e in Ottobre l’onLaura Puppato presenta una soluzione che è l’Uovo di Colombo: il Sistema Sec2010, il nuovo calcolo europeo delle economie nazionali avrebbe creato margini per iscrivere, a debito di bilancio, i fondi necessari ai pensionamenti. Ma è un niente di fatto, finché giunge la sentenza della Laudani, che la tenace Manuela Ghizzoni – la citiamo ad honorem, concludendo questo excursus, il 5 novembre ha elogiato, a Montecitorio, in VII Commissione; forse la Ghizzoni ha apprezzato, in questo caso, quella supplenza della magistratura alla politica che è alla base dello “stile Anief”.
Leonardo Maiorca