° Una sentenza del giudice del lavoro di Livorno: illegittima, in forza delle leggi UE, la reiterazione dei contratti a tempo determinato
Il Sole 24Ore rende nota (14 marzo 2011) una sentenza che, analoga a quella (25 gennaio) del tribunale di Siena, può contribuire alla fine dell’atavico sfruttamento del precariato. La reiterazione dei contratti a termine è illegittima, accettabile solo se eccezionale. Il danno che provoca al contraente va risarcito dall’Amministrazione, e il risarcimento non legittima la reiterazione (come invece fin qui è stato in applicazione dell’art.36 comma5 del D.lgs 165/2001, il Testo Unico per il pubblico impiego).
Gli abusi di reiterazione di contratti a termine “segnano in termini negativi” la qualità della vita dei lavoratori, chel’Amministrazione Pubblica è tenuta a tutelare effettuando una ricostruzione di carriera corretta in termini retributivi e contributivi. In sostanza, non resta che l’assunzione a t.i., ed è giunto il momento che l’Amministrazione se ne renda conto, anche perché dall’istituire illegittimamente contratti a termine reiterati non ottiene altro che dilatare la spesa pubblica gravandola dei risarcimenti e delle spese di giudizio in un numero di casi che promette di diventare esponenziale.
° Una dichiarazione del Ministro Gelmini circa l’urgenza di bandire il concorso a d.s.
Ne riferisce Tuttoscuola che la ha raccolta al termine della conferenza stampa sulle iniziative per l'Unità d'Italia
In effetti, il numero delle presidenze rimaste scoperte per effetto del pensionamento, lo scorso settembre, di centinaia di dirigenti (e settecento circa andranno in pensione con il prossimo a.s.) rende oltre modo difficoltosa la gestione dei circa 40.000 plessi scolastici (10.000 dei quali sono sede di dirigenza).
(Fonte: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., N. 479, 14 marzo 2011)
° Quelli che “No alle centrali nucleari”
Ce se sono di due tipi. Primo tipo: ritengono che i Paesi Occidentali portino la responsabilità della malferma salute della Terra, la madre comune, sia perché producono energia “non pulita”, sia perché ne utilizzarono un’eccessiva percentuale, e che quindi debbano ridimensionare il fabbisogno di energia nel quadro delle quote disponibili a tutti i popoli del mondo; secondo tipo: ritengono che le fonti alternative di energia siano sufficienti a sostenere l’attuale trend dello sviluppo, conforme al modello socio-economico e al livello della qualità della vita dei Paesi Occidentali.
In questo momento tragico per il Giappone e non solo, si moltiplicano le sottoscrizioni anti energia da centrali atomiche; si può firmare, ad es., questa proposta da Michele Quitadamo, su http://www.firmiamo.it/no-alle-centrali-nucleari: “Non occorrono centrali nucleari per produrre energia elettrica: basterebbe una rete di impianti fotovoltaici, di impianti di coogenerazione, impianti a biomasse, nuove centrali idroelettriche e foreste eoliche per produrre molta più energia elettrica di quanta ne produrrebbero 2/3 centrali nucleari, ottenendo l'abbattimento
anche delle emissioni in atmosfera”. Poiché ritengo che, allo stato della ricerca scientifica, sia dubbio che le fonti alternative di energia possano coprire la domanda globalizzata di energia, ci sentiremmo, piuttosto, di firmare una petizione che rechi un esplicito richiamo al dovere di ridimensionare il tenore di vita nei Paesi occidentali.
° Viaggio d’istruzione. Il re è nudo
A Belluno, gli studenti decidono di farselo comunque il viaggio di istruzione, anche se il consiglio di classe ha deliberato di non farlo. Questo fatto svela la ipocrisia, diffusa e protratta negli anni, di viaggi d’istruzione fatti, a volte, senza finalità didattiche.
E’ innegabile che l’ipocrisia sia stata, a volte, alimentata dall’interesse generale a sostenere l’economia del settore turistico, e ciò è inaccettabile se deve andare a scapito della programmazione educativa e quindi della qualità dell’apprendimento (che, nel caso di Belluno, gli studenti condizioneranno, con la loro assenza). In nessun caso, le finalità educative essere subordinate a scopi estrinseci. Ciò vale, ovviamente, anche nel caso i docenti omettano di programmare viaggi di istruzione utili agli obiettivi didattici, per ragioni sindacali di rivendicazione (qual è la protesta contro i tagli negli organici del personale scolastico).