Aperture e finte aperture
Diamo notizia di alcune precisazioni e le modifiche che sembrano prospettarsi, nel testo del d.d.l. n.2994 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, con delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”.
° Aperture e finte aperture
Buona parte dei media fanno un gran parlare delle “aperture” che il PD ha fatto, dopo la mega protesta dello scorso 5 maggio. Il Premier, che forse con “Partito della Nazione” intende il Partito-Stato, ha delegato a occuparsi della cosa il vicesegretario Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e la Puglisi, la sempiterna “Responsabile Scuola” del Partito - colei che tuonava contro la chiamata diretta dei docenti quando a proporla era la Aprea. Per parte sua, Renzi ha incontrato per qualche ora i parlamentari pd delle commissioni Cultura; al Nazzareno, sede nazionale del PD; era presente anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e la ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (che, nelle file del PD, è ancora una recluta). Ciò sembra essere bastato al PD e la VII Commissione della Camera ha completato nella notte tra sabato e domenica il testo del Ddl ‘Buona Scuola’ da sottoporre all’Aula in seduta plenaria il 19 maggio (passerà poi all’esame del Senato). Grandi aperture noi dell’ANIEF non ne scorgiamo, semmai vediamo, al microscopio, qualche fenditura. Delusione analoga esprimono tutti gli altri sindacati che, avendo mobilitato numeri elevatissimi di lavoratori della Scuola, nonché di famiglie degli studenti e di studenti, avrebbero sperato di essere convocati dal Governo. I sindacati “rappresentativi nazionali” (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola Gilda e Snals) hanno ottenuto di essere nuovamente ascoltati (domani 12 maggio, fuori tempo massimo) dalla VII Commissione Camera, Commissione già provata dal lavoro su di un testo che in partenza presentava previsioni lacunose e contraddittorie (la valutazione non è nostra ma del Comitato per la legislazione, della Camera, formato da 10 deputati), e i cui ultimi giorni di lavoro sono diventati nevrotici, per via degli stop and go delle proposte tardive targate PD. Si naviga a vista ! E anche nottetempo. Come se si legiferasse non sulla Scuola ma sulla briscola. Icommissari sono stati costretti a correre come forsennati (entro martedì 19 la Camera deve votare la “riforma”): devono correre, in Commissione come in Aula, perché, a dimostrazione del crescente squilibrio tra i poteri legislativo e esecutivo, i tempi li detta il Governo. Lasciando stare le considerazioni politiche generali e tornando allo specifico interesse di questa rubrica di Aggiornamenti, diciamo che il testo d.d.l. “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” che sarà presentato all’Aula della Camera non ci soddisfa perché è in alcuni passaggi inapplicabile: si pretende di rimediare a norme illegittime con altre norme illegittime e che, se applicati, alimenteranno altro contenzioso. Pochi sono gli emendamenti introdotti dalla VII Commissione davvero migliorativi. L’On. Guerini ha dichiarato che altri aggiustamenti saranno possibili in aula alla Camera e al Senato; ed è il minimo che il Governo possa fare perché lo impongono i provvedimenti avventati e inavveduti che, sotto la gestione degli ultimi quattro ministri dell’Istruzione, si sono venuti stratificando sul sistema scuola. L’esempio più recente di queste contraddizioni: il Consiglio di Stato ha riconosciuto valore abilitante al diploma magistrale abilitante conseguito entro il 2001-02, e ha disposto l’iscrizione nelle GaE per molte migliaia di aventi diritto; i responsabili politici della scelta che ha escluso, per anni costoro, saranno individuati ? Pagheranno ? Ci aspettava l’ANIEF per chiarire la cosa ? Non c’era in giro sufficiente materia grigia per evitare questa megapenalizzazione ai diplomati ? Chi li ripaga ? Ovviamente la Commissione ha dovuto pelare la gatta, e lo ha fatto a gritta a gritta: all’ultimo momento, la commissione ha approvato un emendamento (proposto dalla relatrice on. Maria Coscia) in base al quale una metà dei precari delle graduatorie GaE Scuola Primaria resteranno in stand by a fare compagnia ai colleghi della Scuola dell’Infanzia. Per essi l’immissione in ruolo slitta a tempi più o meno lunghi (si procederà allo scorrimento delle graduatorie fino al completo esaurimento, riservando agli aventi diritto il 50% dei posti che si andranno via via rendendo disponibili). Non è nel nostro stile di infierire ma il pensiero va inevitabilmente a certe promesse di Renzi e Giannini. Quest’ultima sembra non avere imparato ad essere prudente (ci ricorda l’ottimismo berlusconiano) e dichiara, soddisfatta: “il testo ne esce arricchito e integrato con la risoluzione di alcuni nodi tecnici e politici che ci aspettavamo; siamo lieti siano stati sciolti già qui alla Camera”. E’ tutto fatto !?!? 1) Assunzioni a tempo indeterminato. Riguarderanno 100.701 tutti i docenti inseriti nella GaE, escludendo quelli della Scuola per l’infanzia (23000, dovranno attendere la formalizzazione parlamentare della riforma, in un decreto delegato che, dall’a.s.2017-2018, generalizzerà il servizio per tutti i bambini da 0 a 6 anni d’età) e, come detto, una parte dei precari della Scuola Primaria. L’anno prossimo il MIUR metterà (ma è meglio dire, metterebbe) a concorso 60mila cattedre che (a candidati che vantano anni di servizio saranno riconosciuti vantaggi). Quanto agli idonei al concorso 2012, la Commissione ha proposto di immetterli in ruolo nell’a.s. 2016/2017. Quanto agli abilitati TFA dovranno invece affrontare il concorso ma ad essi saranno forse riconosciuti vantaggi che TuttoScuola (10 maggio 2015) riporta in questi termini: “- la previsione dell'attivazione di un concorso entro il 1° Ottobre 2015, per titoli ed esami, aperto ai soli abilitati all’insegnamento (con esclusione dei cosiddetti laureati d'annata…; - nel prossimo concorso, fra i titoli valutabili in termini di maggior punteggio, de: “a) il titolo di abilitazione all'insegnamento conseguito a seguito sia dell'accesso ai percorsi di abilitazione tramite procedure selettive pubbliche per titoli ed esami, sia del conseguimento di specifica laurea magistrale o a ciclo unico; b) il servizio prestato a tempo determinato, per un periodo continuativo non inferiore a centottanta giorni, nelle istituzioni scolastiche ed educative statali di ogni ordine e grado”. 2) Albi territoriali. Saranno relativi a territori di estensione subprovinciale (comprendenti da 20 a 40 scuole, considerando quelle di tutti gli ordini e gradi; dell’estensione, insomma che fu dei distretti) e riporteranno i curricula degli insegnanti. I dd.ss. vi individueranno i docenti applicando criteri uniformi nazionali, senza margini di discrezionalità, e funzionali all’attuazione della programmazione d’istituto. Gli insegnanti che son saranno individuati dai dd.ss. potranno avanzare la propria candidatura direttamente alla scuola dove vorrebbero andare a insegnare; in ultima istanza, ove la loro candidatura non venisse accettata saranno assegnati a una scuola dall’ufficio scolastico competente. 3. Scatti di anzianità. La progressione di carriera resta quella in atto vigente. L’integrazione retributiva premiale sarà attribuita, d’intesa con il Consiglio d’Istituto, oppure dal comitato interno di valutazione (integrato da rappresentanti dei genitori e degli alunni), lo stesso che, in assetto integrato con un ispettore ministeriale, avrà il compito di valutare ogni tre anni il d.s. 4. Delega a legiferare. Il Governo riduce il numero delle materie (in atto 12) sulle quali chiedere al parlamento l’autorizzazione a produrre decreti delegati. 5) Il cinqueXmille. Potrebbe diventare “esclusivo” per le scuole (e agli altri ?) e verrebbe creato un fondo finalizzato a compensare le scuole in zone disagiate se non saranno destinatarie dell’indicazione nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti. 6. Limite dei 36 mesi. Ai fini della stipula di contratti a t.d., gli aspiranti che hanno già maturato tre anni di supplenza non saranno esclusi (la triennalità sarà computata a partire dal prossimo a.s. 2015-2016). 7. Apprendistato. Un altro emendamento di fonte PD mira a postergare di un anno d’età la facoltà di sottoscrivere il contratto di apprendistato; sarebbe necessario avere completato l’obbligo scolastico. 8. Scuola digitale. Nelle scuole è prevista la figura di un docente che, coadiuvato da un tecnico, implementi i profili digitali degli studenti, i libri elettronici e la formazione informatica dei docenti. 9. Mobilità straordinaria. Prima che siano assegnate le sedi ai neoassunti si farà una tornata straordinaria di trasferimenti a favore dei docenti che sono già nei ruoli; è prevedibile un massiccio movimento da Nord a Sud. Leonardo MAIORCA