Alcune audizioni presso la VII commissione di Palazzo Madama. Spigolature, anelli al naso, verità di fede.
Il giorno 27 abbiamo udito qualcosa di nuovo: ci sono segnali interessanti ma anche le solite sparate cervellotiche. Al lettore, distinguere quali sono sparate e quali sono segnali di resipiscenza. L’ANIEF è stato audita giovedì 28, prima della pausa per le elezioni.
°Alcune audizioni presso la Commissione “Cultura, Scienza e Istruzione” del Senato. Spigolature, anelli al naso, verità di fede
Il giorno 27 e il 28 abbiamo udito qualcosa di nuovo (Fonte: la “diretta” organizzata da orizzonte scuola.it): ci sono stati segnali interessanti, insieme alle solite sparate cervellotiche. Da parte nostra, qualche commento; al lettore distinguere quali sono le sparate e quali sono i segnali di resipiscenza. •- A parere della pugnace Puglisi (PD), che in passato ha avversato tenacemente la proposta Aprea di cui ieri abbiamo detto, in questa rubrica di aggiornamento, la facoltà riconosciuta ai dd.ss. di scegliere i docenti scuole non è incostituzionale perché "i docenti sono assunti dallo Stato a tempo indeterminato e vengono abbinati su base della graduatoria agli ambiti provinciali e dopo e da questi ambiti territoriali, che senza che alcuno resti senza posto di lavoro, ma sulla base degli abiti territoriali, vengono presi in considerazione i profili professionali". La locuzione “su base della graduatoria” è una buona new entry. La Puglisi chiarisca: gli “ambiti” rispetteranno le graduatorie? •- Alla Puglisi chiediamo un altro sforzo di chiarezza. Gli iscritti nelle G.I. quali prospettive di assunzione hanno ? La Puglisi ha detto: "Il valore del servizio svolto, insieme ai titoli delle Graduatorie, sarà valorizzato nell'ambito concorso per 60mila posti…”. Non sarebbe il momento (a molti mesi dalla sentenza della CGUE) di svelare questo mistero ? Rispetteranno, o no, la sentenza? Valorizzeranno nella stessa misura adottata per le pensioni, in risposta alla sentenza della Consulta? •- Terza richiesta alla Puglisi; questa volta deve fare uno sforzo di riflessione sulla questione dei criteri per la premialità ai docenti. Ha dichiarato: “Non sono studenti e genitori che valutano, ma tracciano i criteri per distribuire i premi". Gentile Onorevole - visto che bloccate il rinnovo dei contratti, che i famosi 200 milioni della “premialità” sono “salario accessorio” i cui criteri di attribuzione cadono nell’ambito della contrattazione, e visto che perfino la Aprea proponeva la modalità concorsuale per la progressione di carriera dei docenti - non sarebbe il caso che questi criteri fossero stabiliti a livello nazionale, contrattandoli con i lavoratori stessi ? E che fossero messi al riparo da improvvisazione, incompetenza e discrezionalità ? Al riguardo, l’ANIEF ha ripetutamente avanzato una proposta per un criterio trasparente e obiettivo, e lo tornerà a proporre. •- L'Associazione Genitori Scuole Cattoliche lamenta l’insufficienza delle risorse alle paritarie: il limite di 400 euro di detrazione fiscale, per ogni studente, sia portato a 4mila euro ! Perché non a 40mila? E non il pieno ingresso delle paritarie nel sistema, chiesto da Movimento italiano genitori? Poi “per dare continuità didattica ed educativa", ai docenti precari assunti nel 2015 venga data la “possibilità di scegliere di continuare a insegnare nelle scuola paritarie senza perdere il posto in graduatoria”. Solo per continuità! “Quelli che per principio e non per soldi, Oh yes” (Jannacci); e il principio della continuità didattica lo sollecitano a chi starebbe per introdurre la chiamata triennale ! •- L’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici invita ad evitare inconcludenti atteggiamenti circa l’ammissione, nel comitato di valutazione, di soggetti che non hanno le necessarie specifiche competenze “di natura tecnica” (genitori e studenti); con analogo pragmatismo chiede che l'alternanza scuola-lavoro non sia programmata per i periodi di sospensione delle attività didattiche. •- Il Centro iniziativa democratica insegnanti esprime due preoccupazioni: la prima, che anche noi abbiamo ripetutamente esternato, è che il sistema del bonus economico ideato sul modello delle imprese renderà difficile avere insegnanti bravi nelle scuole più difficili; l’altra preoccupazione è circa le disparità, in un medesimo istituto, tra i docenti inviati dal ministero e quelli chiamati dal d.s. •- La CGIL ha insistito sulla necessità che il Governo assuma, attraverso un piano pluriennale, tutti i docenti e gli ATA che ne hanno diritto, e che salvaguardi la sinergia tra tutte le componenti della comunità scolastica. Netta contrarietà ha espresso alla chiamata diretta triennale dei docenti perché la perdita di titolarità configura la precarizzazione e gerarchizzazione del lavoro nelle scuole, con possibili effetti (incostituzionali) lesivi della libertà di insegnamento:“uno dei principi fondamentali della nostra Carta, che fa della libertà di insegnamento una delle caratteristiche della Repubblica". •- La Cisl chiede che nelle scuole sia scongiurato il pericolo di “fratture” tra presidi sceriffi e insegnanti deresponsabilizzati, e tra aventi diritto ai quali si dà lavoro e altri che restano esclusi. Condividiamo. Di fratture manichee non c’è bisogno, ed è chiaro che idee del genere, che tracciano la contrapposizione, nelle scuole, tra la professione del dirigente e quella dell’insegnante, possono venire in mente soltanto a chi non ha esperienza del lavoro educativo nelle scuole, e che del sistema-scuola si è occupato in sede teorica, per scrivere e vendere libri, o come argomento occasionale di una prolusione accademica, o per occupare uno strapuntino alla corte del MIUR. Una frattura manichea che ricorda il dibattito (animato !), durante il Concilio di Trento, circa la umana facoltà di scegliere il bene: - Seu arbitrium minime extinctum esset, an viribus licet attenuatum et inclinatum. Riportando la questione al tema, ci sembra che i decisori politici soffrano di una sindrome schizofrenica: con uno stentoreo registro giansenistica (avere superato un concorso a cattedra o un corso-concorso è una sorta di peccato originale che estingua o indebolisce la capacità di scelta in ordine alla propria professione, al sistema didattico, ai criteri docimologici da adottare, alla valutazione dell’ambiente di lavoro ed esistenziale nel quale collocare sé e la propria famiglia), ma insieme con una rosea cifra pelagiana (si immagina che, per l’ex professore, il concorso a d.s. sia come l’agostiniano Lume interiore: conferisca per illuminazione la scienza infusa e la facoltà di giudicare prima ancora di poter constatare quale servizio educativo un docente sappia fare). Si ritiene che non sia bastevole il potere sanzionatorio sui docenti, del quale il d.s. è già munito e che deve esercitare secondo legge con riferimento agli obiettivi fissati nel Piano dell’Offerta Formativa? “Il tema della valutazione della prestazione professionale del docente richiama, in prima istanza, il potere di vigilanza didattica che compete al dirigente scolastico, in quanto elemento costitutivo della stessa funzione. Potere il cui esercizio costituisce un munus, un vinculum, una necessitas, vale a dire un dovere professionale da compiere in rapporto alla destinazione di scopo della stessa funzione. Potere diretto, tra l’altro, secondo la vecchia normativa ancora vigente, ad accertare situazioni di inadempimento funzionale discendenti da cause diverse; nella specie i casi di incapacità didattica e di persistente insufficiente rendimento ai quali va aggiunto quello della inidoneità fisica che incide negativamente sulla prestazione professionale… Caso profondamente diverso è quello del persistente, insufficiente rendimento. Contrariamente all’incapacità, che si basa su un dato oggettivo, questo si fonda sul comportamento soggettivo del dipendente il quale, pur non facendo difetto la capacità di compiere pienamente ed esattamente i propri doveri d’ufficio, dà un rendimento insufficiente. L’inidoneità fisica, infine, di carattere permanente, porta - anch’essa - alla dispensa dal servizio, per l’incapacità a proseguire lo svolgimento dell’attività professionale. L’esercizio del potere di vigilanza didattica, comunque, non si riduce affatto alla gestione dei tre casi specifici appena indicati. … La vigilanza didattica, (come potere professionale che inerisce alla funzione dirigente nella scuola) può essere definita come il potere di valutazione tecnica del grado di efficacia educativa e formativa dell’attività di insegnamento e di ogni altra attività didattica organizzata, ad essa riconducibile per connessione, in quanto integrante un medesimo processo di istruzione, formazione ed educazione, svolta dal personale docente, in relazione alle metodologie adottate e ai risultati ottenuti… All’interno del rapporto giuridico che lega il pubblico servizio scolastico all’utente di esso, l’attività di insegnamento costituisce l’oggetto della prestazione alla quale ha diritto il discente e che il servizio è obbligato ad erogare. In ragione di ciò, l’insegnamento è l’attività intellettuale, professionalmente connotata, avente natura discrezionale diretta a produrre istruzione, formazione ed educazione, in rapporto oggi al Piano dell’offerta formativa…”. (Molinari L., La valutazione del docente ex art.29 CCNL. Il ruolo del dirigente scolastico, in Il dirigente scolastico, suppl. SCUOLA SNALS n.66 del 21 marzo 2000). Sul libero arbitrio e sulla dignità della persona umana, Paolo VI ha chiarito (“La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e determinato da convinzioni personali…”, Gaudium et Spes, I, 17); ai nostri decisori politici dovrebbe essere agevole capire che non si può generalizzare (imporre a tutti i docenti di riconfermare i titoli dinanzi ai dd.ss., e ritenere che tutti i dirigenti scolastici siano in grado di decidere quale modello educativo i singoli docenti debbano adottare), e non si può sottoporre alle forche caudine i plurititolati precari. - Concordiamo con la dichiarazione della UIL: “A settembre, all’apertura delle scuole, se le cose stanno così si rischia un conflitto più forte di quello di ora. Se c'è dipendenza tra chi è vertice e chi dev’essere giudicato, si possono creare rapporti strani. Il ddl prevede un potenziamento di autonomia, incentrato sul d.s., che può travolgere i principi ispiratori dell'autonomia scolastica. La scuola ha bisogno di autorevolezza, non di dannoso autoritarismo". (Leonardo Maiorca)
p.s. Una notazione sull’audizione di ieri 28, in Senato: Nella giungla dei controsensi che via via si non stratificati, il MIUR non è in grado di orientarsi: è palese dal modo in cui gli ultimi ministri hanno proceduto e dalle contraddizioni interne al d.d.l. Il MIUR farebbe bene, a questo punto, di munirsi di guide, scout, esploratori in grado di orientarlo sul territorio, e dall’audizione di ieri 28, Renzi potrebbe trarre indicazioni su chi è in grado di rinvenire le tracce e la pista, scegliendo anche tra suoi coetanei che hanno dimostrato di avere le idee più chiare che i decisori del MIUR.