1) Competenze relative al metodo del Problem Posing and Solving
Un Seminario residenziale di formazione è organizzato dal MIUR (Prot. n. 5891 del 24/6/2015), a Rovereto, per i giorni 1-3 ottobre 2015. E’ finalizzato a favorire l’acquisizione, nei docenti deilicei scientifici, delle competenze relative al metodo del Problem Posing and Solving nell'insegnamento della Matematica, della Fisica e delle Scienze.
2) Il buon senso della Prof.ssa Anna Maria Ajello e la perdurante ingerenza dell’Invalsi nella valutazione all’esame di Stato conclusivo del Primo ciclo
Dei test Invalsi, la Presidente non fa un feticcio; sorpreso, il giornalista che l’ha intervistata titola: “Come si sceglie la scuola. Le priorità (a sorpresa) della presidente Invalsi «Se funziona, molto meglio che sia vicina a casa»”.
°Competenze relative al metodo del Problem Posing and Solving
Un Seminario residenziale di formazione è organizzato dal MIUR (Prot. n. 5891 del 24/6/2015), a Rovereto, per i giorni 1-3 ottobre 2015. E’ finalizzato a favorire l’acquisizione, nei docenti deilicei scientifici, delle competenze relative al metodo del Problem Posing and Solving nell'insegnamento della Matematica, della Fisica e delle Scienze. Il seminario è stato organizzato con il contributo scientifico del Museo Civico di Rovereto, del Dipartimento di Scienze dell'Università di Roma Tre, del Dipartimento di Matematica dell 'Università di Torino e dell' Accademia delle Scienze di Torino, con il supporto logistico dell' Azienda di Promozione Turistica di Rovereto e Vallagarina. L’elenco dei partecipanti è reso noto nel sito www.istruzione.it, unitamente al programma. Le spese di viaggio e alloggio sono a carico dei due progetti nazionali LSOSAlab e PP&S e la partecipazione al seminario è formazione in servizio. I docenti o le scuole di appartenenza dovranno anticipare le spese di viaggio che saranno rimborsate dai due Istituti partner nei due progetti, l'IS C. Anti di Villafranca, di Verona ed il Liceo Scientifico G. Galilei, di Verona, a presentazione dei titoli di viaggio. È concesso l'uso del mezzo aereo. Le spese di viaggio dovranno essere contenute entro la somma massima di E. 150,00. Sul sito dell'Azienda di Promozione Turistica di Rovereto e Vallagarina, http://www.visitrovereto.it/ , è postato il modulo di conferma di partecipazione e di iscrizione al seminario per i docenti in elenco. La scadenza per l'iscrizione è fissata al 17 luglio p.v.. Contestualmente sarà data conferma, tramite invio di e-mail dell'iscrizione, e sarà assegnato l'hotel.
°Il buon senso della Prof.ssa Anna Maria Ajello e la perdurante ingerenza dell’Invalsi nella valutazione all’esame di Stato conclusivo del Primo ciclo
“Se dovessi iscrivere mio figlio alla scuola primaria - dichiara al Corriere della sera (22/06/2015) - e fossi in dubbio tra un istituto con risultati Invalsi migliori ma più lontano da casa, e quello sotto casa che è andato un po’ peggio nell’Invalsi ma ha un bel giardino e ambienti ricchi di materiali didattici e che prende in carico con cura gli alunni che hanno specifiche difficoltà, io non esiterei a scegliere il secondo…. Il cosiddetto Rav prevede 49 indicatori, uno dei quali è costituito dai risultati Invalsi, pesati però rispetto allo status socio-economico degli studenti e al contesto di provenienza….. Io, per es., misuro un metro e 60: per gli standard scandinavi sono inesorabilmente bassa, ma in Messico sarei considerata alta. Una scuola va valutata per l’incremento che produce, non per il risultato puro e semplice».La Prof.ssa, che è del mestiere (docentedi Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, presso l’Università ‘La Sapienza’) e che sa demarcare i limiti intrinseci alle prove oggettive, non ripone in esse aspettative immotivate. Questa propensione della Ajello è evidente fin dall’insediamento all’Invalsi, quando dichiarava: “L’Invalsi deve fornire misurazioni, non valutazione. E deve fermarsi sempre sulla soglia delle scuole”. Per le nostre orecchie, era una melodia di usignolo, e scrivevamo: “L’ANIEF formula alla designata auguri di buon lavoro e si offre di collaborare, se ciò fosse gradito, al rinnovamento delle strategie dell’Istituto” (www.anief.net – 7 febbraio 2014). Aveva anche dichiarato di giudicare indecifrabili, confusi e contraddittori alcuni test propinati dall’Invalsi agli studenti: «Alcune formulazioni sono troppo complicate. Ho provato a leggere le domande del test di seconda elementare, in alcuni casi ho dovuto leggerle due volte prima di capire la domanda. Non è ammissibile. Non si possono effettuare le prove sulla base di tranelli o furbizie. Non vanno rese più difficili i test ricorrendo a queste complicazioni… Sto già incontrando gli esperti per capire come all’interno del quadro delle indicazioni nazionali si possano mettere a punto delle prove ben fatte». Insomma, quanto a dichiarazioni inusuali e promettenti, la Presidente procede bene ma alle intenzioni non ha fatto seguito un’inversione di rotta: guida l’Invalsi nel solco segnato dalle precedenti gestioni. Adhuc sub iudice est; forse non può fare più e diversamente arginando l’anacronistica deriva comportamentista com’era neli auspici di molti, alla vigilia dell’Avviso pubblico indetto dal Miur per la nomina - tra coloro che si autocandidavano - del nuovo presidente Invalsi. Gli osservatori erano divisi tra coloro che auspicavano una designazione nel segno della continuità della gestione inaugurata da Pietro Cipollone e proseguita con Paolo Sestito (entrambi già economisti presso l’Ufficio Studi della Banca d’Italia), e coloro, noi tra questi, che auspicavano l’avvento di un pedagogista-docimologo che gestisse ex professo un servizio che è cruciale per la valutazione di sistema e, dunque, per la politica scolastica. Per questa ragione, nel febbraio dello scorso anno, accogliemmo con compiacimento la designazione della psicopedagogista Ajello, scelta dal Ministro Carrozza in una rosa di quattro candidati segnalati da una commissione (Tullio De Mauro, Benedetto Vertecchi, Clotilde Pontecorvo, Cristina Lavinio e Giorgio Israel) tra i 24 – me compreso - che si erano autocandidati. L’operazione Avviso pubblico ci sembrava poter avviare il ritorno alle origini dell’Invalsi, alla funzione istituzionale, di cui al D.lgs. 19.11.2004 n.286, di effettuare non la valutazione degli alunni bensì «verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti, e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale…»). E, invece, l’esito della prova Invalsi continua a incidere sulla valutazione complessiva finale dei candidati all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo, malgrado che la Ajello conosca la scarsa affidabilità di prove standard disancorate dalla didattica e dagli obiettivi programmati dalle singole scuole, e che non tengono conto delle caratteristiche dell’utenza e delle caratteristiche culturali del contesto territoriale di riferimento. Malgrado che la Presidente sappia che la valutazione del profitto degli alunni è funzione professionale esclusiva dei docenti, secondo la norme che regolano l’autonomia scolastica, il MIUR ancora dispone prove “oggettive” per valutare gli alunni di terza media (e vorrebbero anche adoperarle nella terza prova, all’esame di “maturità”), per valutare i candidati alla prova preselettiva dei concorsi a cattedra, per valutare quella dei concorsi a dirigente scolastico. L’ingerenza dell’Invalsi nell’esame di Stato conclusivo del I ciclo è veramente paradossale: per mesi e per anni, insegnanti abilitati dallo Stato effettuano continuativamente la funzione educativa e l’attività didattica ma, nell’esame conclusivo, persone estranee a questo lavoro entrano a condizionarne l’esito. I test Invalsi della Terza prova scritta dell’esame di Stato conclusivodel primo ciclo (di cui alla legge 25 ottobre 2007 n.176) devono tornare ad essere il monitoraggio del sistema scolastico, a fini comparativi nazionali e internazionali, con le rilevazioni “a campione” che gli esperti di statistica possono facilmente interpretare; inoltre, per monitorare le competenze in uscita dalla scuola dell’obbligo, l’Invalsi dovrebbe avvalersi, in ogni scuola, di referenti stabili, retribuiti per: • comunicare all’Invalsi il progress di attuazione degli obiettivi programmati dai consigli di classe; • concordare le caratteristiche dei test da somministrare nelle singole scuole; • collaborare per le necessità organizzative; • comunicare al Collegio dei docenti, anche ai fini dell’autovalutazione di istituto, i risultati dei test quali sono restituiti dall’Invalsi, e il trend longitudinale. Leonardo MAIORCA