L’albero che produce frutti cattivi
Non possiamo meravigliarci se la cifra costante dei provvedimenti legislativi di governi nati fuori dalla tradizione della democrazia parlamentare non collimi con lo spirito della Costituzione.
La Camera ha dato (con 277 voti a favore, 4 astenuti, 173 contrari) in via definitivo al d.d.l. “Scassa Scuola”; a favore del provvedimento si sono espressi Pd, Ap e Scelta civica. Avevamo sperato di ottenere ascolto in virtù della qualità delle nostre proposte emendative e della ragionevolezza con cui il Giovane sindacato sa interpretare le norme; siamo rimbalzati su un muro di gomma. Ora è dovere di tutti mandare bene a mente chi sono stati gli interpreti di questa opera buffa che aggrava la malattia, già conclamata, delle istituzioni democratiche. Nessuna meraviglia se governi anomali rispetto alla tradizione della democrazia parlamentare producano provvedimenti legislativi estranei allo spirito della Costituzione e se, nei casi rilevati dalla Consulta, ne contraddicano il testo stesso. Sono governi democraticamente malaticci, nella propria natura e prassi politica, ed è dai loro frutti cattivi che vanno riconosciuti, tagliati e gettati nel fuoco. Che ne è del potere legislativo delle Camere, se un buon 80% delle leggi è partorito dall’esecutivo con la decretazione d’urgenza o con il supporto del voto di fiducia; che ne è del prestigio istituzionale del Parlamento se la sua composizione è frutto di una legge elettorale “incostituzionale”, e se è vessato da procedure c.d. di “ghigliottina”, perfino durante i lavori nelle commissioni permanenti “di competenza” ? Nessuna meraviglia se le politiche di questi governi oligarchici cozzano con lo spirito delle nostre leggi. Purtroppo, le sentenze della giustizia amministrativa e della Corte costituzionale sopravvengono a distanza di tempo e migliaia di cittadini continuano a subire (emblematica, la vicenda degli “esodati”) i cattivi frutti dell’albero cattivo: - la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale che ha aberrato, con un premio di maggioranza abnorme, la volontà dell’elettorato ma in Parlamento si fa come nulla fosse; - la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’omissione in mora dei rinnovi contrattuali dei lavoratori ma il mal tolto non verrà restituito; - ai pensionati ai quali il governo Monti ha sospeso l’adeguamento all’inflazione, la Corte riconosce il buon diritto all’integrazione ma il Governo, facendo tutte le parti in commedia, si arroga di stabilire ad libitum quanto integrare; - per i docenti di seconda fascia che hanno prestato servizio per oltre tre anni a t.d. su posti liberi e disponibili, la Corte di Giustizia Europea ha disposto l’assunzione, ma il Governo fa il furbo e ribalta in peius il provvedimento ad essi favorevole; e il governo si arroga di affidare a un potere monocratico (i dd.ss.) la “chiamata diretta” (già dichiarata incostituzionale dalla Consulta), di stabilire le sedi di servizio dei docenti e di stabilire le retribuzioni premiali (andrebbero regolamentate contrattualmente), e si arroga di accrescere i finanziamenti alle scuole private, contravvenendo al dettato costituzionale. Allora delle due l’una: o il Parlamento ripristina la democrazia (con elezioni da cui questo governo ottenga, se può, la legittimazione democratica), o con atto di coerenza e decenza questo governo oligarchico propone la modifica della Costituzione nei punti contro i quali cozzano le sue politiche. Perseverare nella ipocrisia corrompe le istituzioni. Già una volta (sulla questione degli inserimenti “coda-pettine” nelle GaE) l’abbiamo spuntata, contro il MIUR, dinanzi alla Corte costituzionale; ora, su alcuni punti della riforma scolastica pregustiamo il bis anche perché i sindacati “rappresentativi” sono oggi consapevoli e attivi di allora. Anche se è lenta, la democrazia è inesorabile nel prendersi le rivincite (in termini di consenso elettorale), e ha in sé gli anticorpi alla minaccia oligarchica spazzando via i governanti arroganti, i loden, le gommose maschere ipocritamente atteggiate al sorriso, l’ammiccare gigionesco dell’ex sindaco di Firenze: ha sempre una fretta del diavolo, assesta pacche sulle spalle ai colleghi della UE, e ha sempre, tra il pubblico, da salutare qualcuno e da corrergli incontro con grande trasporto. Le istituzioni parlamentari sono nate, nell’età moderna, dal coraggio della borghesia e del popolo e già nella mente di Aristotele era chiaro che è il ceto medio (to mèson) il sicuro cardine di equilibrio tra i discordi interessi dei ceti estremi. La natura della politica è alla portata del buon senso comune perché non è dissimile dal governo di tutte le altre dinamiche interpersonali; a presentarla astrusa, incomprensibile all’opinione pubblica sono coloro che intendono piegare le istituzioni democratiche a interessi particolari: si parlano addosso nei talk show e sulla stampa amica, ammanniscono sofismi e calembour, forzano le tesi fino al paradosso, delegittimano e minimizzano le regioni del dissenso. Specialista in ciò è la “nostra” ministro, la Giannini - il cui nome sarà scolpito in aeternum per avere assestato alla Scuola una mazzata che neanche la Gelmini… - che profetizza: “Le proteste? Quelle sono quasi organizzate, mentre il consenso è sempre individuale e io sono convinta che il consenso crescerà"; l’onorevole (una delle sette piaghe bibliche inflitteci da Monti) si sente tranquilla perché, catapultatasi sotto le grandi ali del PD, non ha il problema del consenso elettorale. Che cosa succederà, nei prossimi giorni, per la stipula dei contratti a tempo indeterminato a.s. 2015/2016 ? La prima fase delle assunzioni riguarderà 36.627 docenti (saranno immessi in ruolo con le modalità attuali) e sarà effettuata tra luglio e agosto secondo le regole tradizionali. Si tratta del contingente (D.M. n. 470 del 7 luglio 2015) di nomine di personale docente (compresi 14.747 posti riservati al sostegno agli alunni con disabilità). Per l’assunzione degli altri 10.849 della fase B e per l’assunzione dei 55.258 dell’organico potenziato, “si provvede scorrendo l'elenco di tutte le iscrizioni nelle graduatorie” (comma 100 dell’art. unico di cui consiste la riforma approvata definitivamente alla Camera dei Deputati).Come comincerà l’anno scolastico ? Temiamo che studenti, docenti e dd.ss. dovranno tenersi in equilibrio sul tapin roulant in movimento perché la fase iniziale delle nomine lascerà senza docenti decine di migliaia di cattedre. Marcello Pacifico calcola che resteranno scoperte altre 80mila cattedre scoperte; a queste cattedre, alle classi che saranno lasciate scoperte dai circa 5mila docenti vicari, nonché alla dotazione per l’organico dell’Autonomia di ciascuna scuola e alle supplenze che si renderanno necessarie, si provvederà ad anno scolastico inoltrato, sul tapin roulant. “Per risolvere una volta per tutte il problema del precariato scolastico italiano – ha dichiarato Pacifico – sarebbe bastato che il Governo avesse ripristinato posti e finanziamenti per i supplenti tagliati dalla riforma Gelmini in poi. Ristabilendo, di conseguenza, gli organici del 2008. Con quei soldi si sarebbero potuti assumere proprio quegli 80mila docenti abilitati, che ora invece dovranno appellarsi al giudice per vedersi riconoscere - quel diritto scritto nella Costituzione, ribadito lo scorso 26 novembre a Lussemburgo dalla Curia europea, chiesto a chiare lettere dall’Anief all’Europa e a chi di recente gli Uffici della Commissione hanno risposto… L'Anief, oltre ad avviare ricorsi per l'inserimento nelle GaE per tutti gli abilitati, per la stabilizzazione di tutti i precari, docenti, educatori e Ata, chiederà per loro risarcimenti milionari, per il riconoscimento pieno del servizio pre-ruolo e la parità di diritti per i neo-assunti. Il nostro sindacato - continua Pacifico - aprirà il più grande contenzioso della storia della politica scolastica, contro la chiamata diretta che ha influenza sull'attribuzione delle sedi ai neo-immessi in ruolo, sul trasferimento del personale assunto, sull'assegnazione ai plessi del personale".
Leonardo MAIORCA