Scuola: Aggiornamenti in progress - martedì 10 maggio 2011

° Dove la scuola funziona, dove funziona meno
Riportiamo alcuni dati dal II Rapporto sulla qualità della Scuola, presentato dalla rivista Tuttoscuola il 5 maggio nella sede dell’Enciclopedia Italiana (una photo-gallery e un resoconto sono consultabili su www.tuttoscuola.com).
A presentare il volume, il ministro dell’istruzione Gelmini (secondo la quale “è necessario poter disporre di Rapporti come quello di Tuttoscuola, in grado di fornire una significativa base di dati, raccolta su una serie di indicatori significativi”), il presidente del Censis Giuseppe De Rita, l’assessore all’Istruzione, formazione, università e ricerca dell’Emilia Romagna Patrizio Bianchi. Sono intervenuti anche il segretario generale della Uil Scuola Di Menna, il presidente dell’Aimc Desideri e dell’AGe Guarneri. Ad ascoltarli c’erano, tra gli altri - accolti dal direttore Giovanni Vinciguerra e dal coordinatore del comitato scientifico Alfonso Rubinacci - (e un terzo, Luigi Berlinguer, ha inviato un messaggio di auguri, come anche l'ex viceministro Mariangela Bastico), gli ex sottosegretari alla PI Serravalle e De Torre, parlamentari europei come Silvia Costa e nazionali come Maria Coscia, Rosa De Pasquale e Manuela Ghizzoni, tanti direttori o ex direttori generali del Ministero (Augenti, Boda, Fiori, Matarazzo, Mercurio, Novelli, Palumbo, Versari), l’assessore regionale dell’Abruzzo Gatti, Nadia Garuglieri, in rappresentanza dell’assessore Targetti, Coordinatrice della IX Commissione degli assessori regionali per l’istruzione, dirigenti di associazioni professionali (Tonna, APEF, Toselli e Summa, CIDI, Corduas, FNISM) e dei genitori (Maria Grazia Colombo, Agesc). E inoltre esperti e docenti univ ersitari t ra i quali Giunio Luzzatto, già coordinatore nazionale delle SSIS, Giorgio Allulli (Isfol), Vittorio Campione, Giorgio Asquini, Pasquale Moliterni, Italo Fiorin, Antonio Cocozza. Presenti anche Massenti, Segretario generale vicario dello Snals e Ferrucci (direttore di Tecnostruttura), capi di istituto e insegnanti, giornalisti e numerosi dirigenti e funzionari del Ministero. Nel monitoraggio sono stati utilizzati 96 indicatori riferiti a: strutture e risorse; organizzazione e servizi; condizioni del personale; risultati scolastici. Dal Rapporto si evince che il sistema scolastico del Sud ha migliorato nell’ultimo quadriennio la qualità, recuperando alcune posizioni nella collocazione relativa rispetto al Nord e del Centro (ad es., nelle voci: dispersione scolastica, valore del patrimonio delle scuole, precariato, trasferimenti del personale, mense scolastiche). Le regioni che in assoluto, quanto a qualità della scuola, fanno segnare i risultati migliori, superiori a quelli medi nazionali sono (nell’ordine): Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna (che nel I Rapporto, realizzato nel 2007, figurava al primo posto), Basilicata, Veneto, Liguria, Marche e Umbria. Le regioni i cui punteggi complessivi si attestano intorno alla media nazionale o sono inferiori alla media sono (nell’ordine): Toscana, Puglia, Calabria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sardegna (che nel I Rapporto figurava all’ultimo posto) e Sicilia. Al Nord, nell’ultimo quadriennio, un dato negativo: l’incremento della dispersione (un punto percentuale) dopo i primi due anni delle superiori (ricordiamo che il nuovo obbligo formativo giunge a quelle classi); in valori percentuali, la dispersione al Sud rimane molto alta (23,3%), contro il 12% dell’area più virtuosa (il Nord Est). I curatori avvertono che: ll Rapporto non ha la pretesa di elaborare una valutazione scientifica della qualità della scuola - che sarebbe impossibile con i dati a disposizione, almeno quelli pubblici - ma si limita ad offrire elementi quantitativi, tutti tratti da fonti ufficiali, per una misurazione empirica della qualità nella scuola sulla base degli indicatori individuati. … Il Rapporto non intende certificare dove le scuole siano migliori e assicurino di formare studenti più bravi. Sarebbe illusorio. Pensiamo invece di poter affermare che alla luce dell’enorme mole di dati elaborati (oltre 36 mila), nei territori primi in graduatoria si siano create complessivamente le condizioni migliori, i prerequisiti per poter offrire un servizio di qualità, più che in altri territori.
(Fonte: TuttoscuolaNEWS n. 489 del 9 maggio 2011)

° Nei giorni di domenica 12 e lunedì 13 giugno si vota per tre referendum
Le sessioni elettorali referendarie hanno validità solo se si raggiunge il quorum dei votanti, che è di almeno 25 milioni di persone.
Contrassegnando il SI, l’elettore manifesta l’intenzione di abrogare l’una e/o l’altra delle norme relative a: istallazione di centrali nucleari; privatizzazione dell’acqua; legittimo impedimento. Contrassegnando il NO, l’elettore manifesta l’intenzione di mantenerle. Di tutta evidenza è che del referendum non si stia parlando sulle reti televisive, né sulle pubbliche né sulle private; neanche la stampa brilla per impegno. Eppure, il voto ai referendum è la forma diretta più coinvolgente quanto a partecipazione dei cittadini alla presa delle decisioni politiche.