° Come ne esce la Scuola dalla manovra Tremonti, approvata in CdM il 30 giugno
Il Miur concorrerà ai risparmi (5miliardi complessivi) chiesti ai ministeri.
Si va verso il congelamento delle retribuzioni (rinnovi contrattuali e progressione salariale) e un consistente risparmio verrà dall’accorpamento delle scuole del primo ciclo, in II.CC. Risparmi anche dalla formazione delle classi nelle quali siano presenti alunni disabili, ma il Miur precisa che verrà confermato il principio che, di regola, assegna non più di 20 alunni a dette classi; quel “di regola”, lascia aperto un varco. La AIDP Onlus (Associazione Italiana Persona Down) segnala un pasticcio (Comunicato stampa n.302 del 1 luglio), in tema di valutazioni della Diagnosi Funzionale costitutiva del diritto all’assegnazione del docente di sostegno: che ci sta a fare il rappresentante dell’INPS nelle commissioni mediche di cui all’art. 4 della legge n. 104/92 ?. “La norma è del tutto incomprensibile in quanto, senza tener conto delle commissioni di accertamento dell’handicap ai fini scolastici di cui al DPCM n° 185/06, confonde le commissioni di accertamento dell’handicap (di cui all’art. 4 legge n. 104/92) con le unità multidisciplinari della ASL che redigono la Diagnosi Funzionale (di cui all’art. 3 comma 2 del DPR del 24/02/1994) e con il gruppo di lavoro che valuta la diagnosi funzionale per la formulazione del PEI (di cui all’art. 12 comma 5 legge n. 104/92). Inoltre risulta errata l’affermazione che sia la diagnosi funzionale, redatta dalla sola ASL, a precostituire il diritto alla nomina di insegnanti di sostegno, dal momento che invece tale diritto risulta dalla valutazione collegiale che confluisce nel PEI (Piano Educativo Individualizzato), come espressamente indicato dalla Legge n° 122/10 all’art. 10 comma 5”. Non subirà contraccolpi, invece, secondo la Gelmini, il piano triennale di assunzioni (65mila, in sostanza il turn over), secondo modalità che saranno decise a Palazzo Chigi, con un tavolo tecnico al quale parteciperanno gli OO.SS.
° "C'era una volta la città dei matti": Basaglia a Gorizia 50 anni dopo
Lunedì 4 e martedì 5 luglio 2011, ore 20,00, presso il Palazzo del Cinema - a Gorizia, per iniziativa della ASS 2 Isontina, dell’Associazione Sergio Amidei e di Transmedia SpA, si avrà una rievocazione per immagini, patrocinata dal Comune e dalla provincia di Gorizia. Riportiamo una parte della presentazione pubblicata nella brochure.
Esattamente un secolo fa, nel 1911, in questo parco dove lavoriamo, fu inaugurato l’ospedale psichiatrico, la città dei matti di Gorizia. Cinquanta anni dopo, nel 1961, giungeva a Gorizia uno psichiatra che aveva rinunciato alla carriera accademica per guardare in faccia la sofferenza racchiusa in un manicomio, non contento di classificarla con una formula clinica. Franco Basaglia capì vivendo dentro questa città dei matti che i saperi e le istituzioni che pretendevano di curare erano fattori di oppressione, di esclusione, di negazione dei diritti della persona. Ci troviamo ora, nel 2011, con una duplice ricorrenza: i cento anni del manicomio e i cinquanta anni dell’anti-manicomio. Quel che vorremmo fare, però, non è una commemorazione e neppure l’ennesima celebrazione dell’opera di uno dei più grandi scienziati del XX secolo. Vorremmo piuttosto contribuire a far sì che questa città si riappropri della sua storia, senza rimpianti e senza rimozioni. Qui, in via Vittorio Veneto, in questo parco che oggi porta il nome di Franco Basaglia, è stato elaborato un pensiero, sono state adottate pratiche, sono avvenuti fatti destinati ad imprimere una svolta cruciale nella concezione della salute e del disagio mentale. A Gorizia è stata concepita e sperimentata la rivoluzione copernicana che mette la persona ammalata e i suoi bisogni al centro dei processi di cura e assistenza….
(Fonte: Newsletter n° 48 del 30/06/11 del Centro InfoHandicap FVG)
° Decine le cause vinte dai “precari" della Scuola, e il Miur pagherà con i soldi dei contribuenti
Il Ministero è stato ripetutamente condannato a pagare i danni; di recente, lo scorso 30 giugno: per risarcire un’insegnante di Disegno e Storia dell’arte precaria da 11 anni il Miur sborserà 30mila euro, ben più che se fosse stato alle regole.
Il quotidiano la Repubblica calcola in mille, circa, i precari ricorrenti dinanzi ai tribunali milanesi e in duemila quelli che si apprestano a ricorrere; chi ha avuto sentenza favorevole ne ha ricavato, mediamente, diecimila euro. In nessun caso il Miur s’è visto dare ragione.
(Fonte: la Repubblica (ed. Milano) – 1 luglio)