° Per i neoassunti, ci sarà un rallentamento degli scatti di anzianità
La scorsa settimana, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno firmato, all’ARAN, l’accordo sulle nuove clausole contrattuali per i docenti assunti da settembre. Entro fine agosto, le immissione in ruolo. La ripartizione delle cattedre
La modifica del meccanismo degli scatti di anzianità è il costo che pagheranno i neoassunti (30mila300 docenti e 36mila Ata); la perdita economica sarà di alcune miglia di euro per coloro che non vantano, all’atto della nomina a t.i., alcun anno di servizio da precario; il danno si azzera per chi ha maturato dieci anni di precariato. La FLC CGIL (che ha preso tempo, per apporre la firma al contratto che giudica penalizzante) quantifica così la penalizzazione annua: per un collaboratore scolastico, oltre 300 euro; per un insegnante di scuola primaria, quasi il doppio; per un docente di scuola secondaria o un Dsga, cifre superiori (fino a oltre 1200 euro).
Le quote regionali delle immissioni in ruolo dovrebbero essere determinate in funzione dei posti vacanti, ma le cifre hanno suscitato sospetti e polemiche. Secondo dati ufficiosi (fonte Cisl), nella ripartizione regionale delle 30.308 assunzioni complessive di docenti, la parte del leone toccherebbe alla Lombardia (5120 cattedre), al Lazio (3200) e all’Emilia Romagna (2940); la Campania (2.600 cattedre) dovrebbe scivolare nella fascia nella quale si trovano regioni con popolazione scolastica parecchio inferiore (Toscana, Piemonte, Veneto), e peggiore (non c’è da sorprendersi) è il trattamento per la Sicilia (1590 cattedre) posposta perfino alla Puglia (1900). Cifre decrescenti riguardano, nell’ordine: Calabria (923), Marche, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Abruzzo, Umbria; in coda: Basilicata (287) e Molise (206). Quanto alle 36.000 assunzioni di personale ATA, si conferma la posizione della Lombardia (7.505 unità) e del Lazio (3.400); la Campania (3400) in questo caso precede Piemonte e Veneto; all’Emilia Romagna toccano 2.700 posti; la Sicilia (2100) è ancora posposta a Toscana e Puglia. A Calabria, Marche e Friuli Venezia Giulia vengono assegnate intorno alle 1000 unità. Seguono Liguria e Abruzzo. Con assegnazioni da 700 unità e fino a 235, le altre regioni. Per gradi d’istruzione, le 30mila308 cattedre dovrebbero essere così distribuite: 6280 alla scuola dell’infanzia, 3825 alla scuola primaria, 7277 alla secondaria di primo grado, 5931 alle superiori, 6887 al sostegno. Si nota l’esiguità dei posti per insegnamenti nella scuola secondaria di secondo grado (gli organici sono stati ridotti sostanziosamente con la Riforma Gelmini), dove ci sarebbero circa 7500 “eccedenze”, cioè docenti in esubero che hanno il contratto a t.i. e vanno sistemati per primi. Pochissimi gli esuberi, invece, alle medie, dove ci sarebbero circa 15mila posti vacanti. Polemiche è doveroso non alimentarne, in un momento tanto delicato per i precari in attesa del contratto che li stabilizzerà; dunque eviteremo di contro-contro-contro replicare a chi, piuttosto che fare un’analisi politica, ha voluto esercitarsi in implicazioni controfattuali recriminando sulle libere scelte fatte, in passato, dai precari iscritti nelle GaE. Ciò che nel passato era affidato, in termini di legge, alla scelta contingente dei precari non poteva tradursi ora in penalizzazione. Prendiamo atto del criterio adottato dal Miur per le nomine a t.i.: attingere sia alle nuove che alle vecchie graduatorie; da queste verranno tratti i nomi di coloro che avrebbero avuto diritto, lo scorso anno, all’immissione in ruolo, qualora fossero stati correttamente inseriti a pettine, nelle GaE, e non in coda. Il Miur intende operare con tale criterio, per 10mila professori che sono in questa condizione, e per le restanti 20.308 cattedre attingerà dalle nuove graduatorie. E’ un criterio “politico” che metterà il Miur solo in parte al riparo degli effetti giuridici perversi prodotti dalla leggerezza con cui ha gestito la vicenda delle code. Nessuno può sfuggire alle proprie responsabilità ma ci auguriamo che il Miur agisca, questa volta, saggiamente, e che le cose si sistemino. Speriamo possa esserci finalmente serenità nell’animo di colleghi precari che in questa vicenda sono stati sottoposti a una sorta di lavaggio del cervello.
° Dirigerà l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia
Alla dott.ssa Maria Luisa Altomonte, il benvenuto dell’ANIEF
Originaria di Vibo Valenzia, subentra nella direzione dell’USR, a Guido Di Stefano in pensione dallo scorso novembre; nel frattempo, il dott. Gianni Leone aveva svolto la funzione di reggente.