° Si può dare lavoro ai giovani conservando la vecchia protezione ai non giovani ?
E’ questo il tema del momento, e rischia di essere una pietra di inciampo per Monti.
Senza entrare nella questione economica né in quella politica, ci limiamo a proporre un giochino in materia di consequenzialità logica. Premettiamo un brano di intervista
Dall’intervista di Massimo Restelli al senatore prof.Ichino. “La riforma del lavoro è una priorità. Molti nel centrosinistra la voterebbero". (da, Il Giornale – 30 ottobre 2011).
D. Chiediamo al noto giuslavorista del Pd cosa prevede la proposta di riforma da lui elaborata.
R. In sostanza si tratta di questo: un codice del lavoro semplificato, composto di70 articoli… supera il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro. L`idea è che, in partenza, questo nuovo "diritto del lavoro unico", per la parte relativa ai licenziamenti si applichi solo ai rapporti di lavoro nuovi, che si costituiranno da qui in avanti. … Tutti a tempo indeterminato… A tutti le protezioni essenziali, specie contro le discriminazioni, ma nessuno inamovibile. E, a chi perde il posto, una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità….
D. I sindacati sono pronti a dare battaglia in difesa dell`articolo 18….
R. Finché si oppongono a proposte … come quella dei licenziamenti facili- capisco la loro mobilitazione. Ma qui la cosa è molto diversa: si parla, innanzitutto, di una riforma della materia, destinata ad applicarsi soltanto ai rapporti di lavoro che si costituiranno da qui in avanti. Chi oggi ha un rapporto di lavoro stabile conserverà la vecchia protezione. ….
Test di consequenzialità logica
Prima premessa. La generazione di italiani che hanno vissuto negli anni del Miracolo economico, non possedendo la sobrietà della precedente generazione, ha cumulato debiti in capo ai figli, ha creato loro difficoltà occupazionali e ne ha compromesso il futuro benessere;
II premessa. La prossima riforma del lavoro deve contribuire a dare una chance ai giovani;
Conclusione (scegliere la opzione più consequenziale alle premesse)
1. La riforma del lavoro dovrà, nei contratti di assunzione, tutelare i giovani riconoscendo loro i medesimi diritti e le protezioni essenziali di cui in atto fruiscono i lavoratori.
2. La riforma del lavoro potrà applicare, ai rapporti di lavoro che si costituiranno da qui in avanti, diritti e protezioni inferiori a quelli di cui, in atto, fruiscono i lavoratori.
3. La riforma del lavoro dovrà dare ai neoassunti diritti e protezioni superiori a quelli che darà agli altri lavoratori, ai quali toglierà qualche vecchia protezione, a vantaggio dei giovani.
AVVERTENZA. Chi, nella scelta dell’opzione, si lasciasse condizionare dal convincimento che i datori di lavoro assumeranno giovani solo con contratti che riducano i vincoli in uscita, tenga presente che l’economia è, sì, il primo dei poteri, ma non è il solo. A meno che non ritenga con Marx che, nel modello capitalistico borghese, lo Stato è solo uno strumento del capitale.
° 5 milioni di persone disoccupate
Dati Istat sulla disoccupazione in Italia nel 2010
Nella cifra complessiva di quasi 5 milioni di persone disoccupate ci sono: i disoccupati che hanno cercato attivamente occupazione (oltre 2 milioni); le persone inattive che non hanno cercato lavoro, convinte di non poterlo trovare per via dell’età o perché prive di una qualifica lavorativa, tra quelle più richieste nel mercato del lavoro locale (2 milioni e 800mila persone).
° Convegno: “Simone Weil, una vita tra pensiero e attesa”.
Nei giorni del 28, 29 e 30 novembre, dalle 17,00 presso la parrocchia La Sacra Famiglia, in via Ausonia 76, Palermo.
Interverranno con relazioni: Stefania Macaluso, Rosa Maria Lupo, Rita Fulco, Maria Concetta Sala; moderatrice Alia D’Anna. Nel programma: letture da Simone Weil, brani concertistici, proiezione.
Simone Weil, intellettuale parigina, straordinario modello di abnegazione, autenticità, rigore morale e intellettuale, è nota per l’impegno - a sollievo di coloro che hanno sofferto ingiustizie -, nel quale ha trasfuso il suo pensiero filosofico. La sua sensibilità ai temi esistenziali la spinse a sviluppare una riflessione socio-politica secondo una prospettiva critica e audace rispetto al contesto storico (l’età dei totalitarismi, in Europa) nel quale visse. Ebrea, indicava nel Cristianesimo la radice della cultura europea; perseguitata per motivi razziali, morì prematuramente, in esilio.