° Buona la prima. Adesso, la sostanza dei provvedimenti urgenti
La prima news (18 novembre) del nuovo corso di Viale Trastevere spiega che al Miur sanno che cosa di sta facendo sotto il Gran Sasso; il prof.Profumo ha guidato il CNR, e il sassolino andava tolto. Ora, le questioni pressanti (Tuttoscuola ne dà un quadro).
Dal comunicato sui neutrini, dell’Ufficio Stampa Miur. “L’esperimento internazionale OPERA, a cui partecipano i fisici italiani assieme a colleghi di altri 10 Paesi, ha ripetuto, migliorandola in alcuni aspetti, la misura che dimostrerebbe che la velocità del flusso di neutrini tra il laboratorio europeo del CERN e il laboratorio dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso è maggiore di quella della luce. Ciò è stato reso possibile dal fatto che l’Italia ha realizzato un’infrastruttura di ricerca dove sono attivi apparati di altissima tecnologia e decine di esperimenti. Questo laboratorio sotterraneo italiano costituisce un esempio unico al mondo tra quelli dedicati alla fisica delle astroparticelle. L’unico, peraltro, guidato da una donna…”.
Il quadro delle richieste al nuovo ministro, qual è fornito da TuttoscuolaNews (n.512, 21/11/11)
Tuttoscuola propone una lettura volontaristica (non dispiacerà al Ministro): occorrerà “operare meglio, anche a parità di risorse”, ed auspica che si dia spazio alla “selezione meritocratica e concorsuale, che rappresenta uno dei veri punti di forza di un programma di miglioramento dei livelli di qualità del sistema educativo”. “Difficilmente il governo Monti potrà far marcia indietro su materie come i tagli di personale, la riforma degli ordinamenti scolastici e dell’università, la politica della ricerca. Il ministro Profumo potrà impiegare le sue eccellenti doti di ricercatore e di manager, riconosciute dallo stesso predecessore Gelmini (che lo aveva portato alla guida del CNR), per rendere più razionale, efficace, trasparente e attenta ai valori del merito tutta l’immensa attività amministrativa tuttora di competenza del Miur, che si è dimostrata un punto sempre più debole negli ultimi anni. Anche a parità di risorse si può fare molto meglio… Il futuro della scuola dipende non tanto dalla protesta generalizzata contro i tagli di organico del personale e delle risorse finanziarie, ormai già fatti, ma dal coraggio di coloro che sono pronti a impegnarsi per costruire un sistema d’istruzione meno complicato, partecipato nella gestione. Poiché la qualità non è un’esclusiva di un’area territoriale, il punto decisivo è superare la tradizionale governance amministrativa, non più in grado di organizzare l’offerta formativa del sistema educativo in relazione a reali esigenze della domanda sociale e dei contesti territoriali”. Più impegnative sono le richieste avanzate dagli assessori alla P.I. di 4 giunte di centrosinistra (Milano, Torino, Napoli e Bologna) che lamentano l’impossibilità di “assumere nuovo personale per garantire il turn over” è pongono all’’attenzione del ministro Profumo onerose questioni:
“- la necessità di modificare le regole di computo delle spese personale e dei servizi scolastici; - l'urgenza di poter derogare al limite del 20% per le assunzioni a tempo indeterminato;
- l'esigenza di individuare modalità di gestione dei servizi che comportino un maggior coinvolgimento dello Stato per far fronte all’incremento delle liste d’attesa;
-, la necessità di svincolare gli investimenti in edilizia scolastica dai limiti del Patto di Stabilità”. Tuttoscuola riporta, anche, notizia che il segretario della Flc-Cgil, Pantaleo si offre al confronto: “La prima priorità è quella di tornare ad investire in conoscenza pubblica dopo i tagli epocali del Governo Berlusconi. Gli investimenti devono servire ad innalzare la qualità dei sistemi della ricerca, a realizzare una integrazione più forte tra istruzione, formazione e ricerca e per questa ragione bisogna cambiare radicalmente le riforme della Gelmini che sono fallimentari. … Chiediamo piani di stabilizzazione per i precari, il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro e il pagamento degli scatti di anzianità nella scuola per rispondere alla drammatica questione salariale. Solo attraverso la contrattazione possono essere individuati criteri e parametri di valutazione per la valorizzazione professionale. Abbiamo avanzato una proposta sulle finalità e sull'impianto della valutazione di sistema per la scuola e per le università e siamo perciò pronti al confronto…. Ci auguriamo che si possa aprire un grande dibattito pubblico su quali politiche mettere in campo per favorire la crescita e l'innovazione del sistema della conoscenza". Decisamente meno concilianti e meno fiduciosi sono gli studenti, organizzati in decine di città, sotto lo slogan: “Noi la crisi non la paghiamo”. Dicono di non fidarsi del nuovo governo tecnico, e al ministro Francesco Profumo fanno sapere: "Non abbassiamo la guardia. Chiediamo di investire sull'istruzione, chiudere definitivamente l'era dei tagli indiscriminati e trasversali che hanno distrutto le scuole e le università in questi anni; rimettere al centro il ruolo dei saperi".