° C’era una volta … Ma ora, a sorpresa…
Avviene di accorgersi di mutamenti avvenuti in modo tacito, implicito, e dei quali non sapresti individuare il momento esatto, gli autori, i fautori e nemmeno rintracciare le ragioni. Così è avvenuto con i corsi/concorsi….
Perché, all’epoca in cui il ministro Luigi Berlinguer avviò le SSIS, spiegavano che i concorsi a cattedra (ne avevo affrontato uno a Roma, e ne ero uscito al sesto posto a livello nazionale) non costituivano, sotto il profilo docimologico, un banco di prova attendibile né qualificante in prospettiva professionale, come invece sarebbe una selezione (con titoli e esami scritti e orali) seguita dal corso di formazione biennale (1200 ore con una trentina di esami) e conclusa con una prova concorsuale (produzione di tesi, prove scritte e orale dinanzi a una commissione di almeno 5 docenti e al funzionario del Miur). L’idea di Berlinguer mi convinceva, anche perché il sesto posto nazionale l’avevo ottenuto preparandomi privatamente, con colleghi improbabili, in luoghi bohémien affollati di libri, sigarette, caffè, alcolici, cibaria: nulla di qualitativo, al confronto delle aule universitarie e scolastiche concesse alle SSIS. E questa convinzione si è rafforzata quando mi è toccato di frequentarle le aule SSIS, in 20/30 commissioni d’esami (di accesso o conclusive): gli occhi puntati in quelli molte decine di candidati o di specializzandi, quasi tutti - almeno, quelli in uscita dal corso/concorso - molto, molto più colti e preparati rispetto a quello che era stato il giovanotto in soffitta. Ed è comprensibile che fossero bravi e colti, dopo una selezione severissima che escludeva mediamente 9 persone su 10, dopo 1200 ore di corso, e una prova concorsuale abilitante (con annessi e connessi malumori, per l’esito). Che cosa aveva, quel corso/concorso, meno del concorso che avevo superato a Roma ? Marcello Pacifico scrive: “Perché il Ministero dell’Istruzione fa finta di non saperlo ? Le abilitazioni all’insegnamento equivalgono per legge al superamento di un concorso, e quindi utili ai fini dell’immissione nei ruoli della scuola… il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento deve sempre garantire l’accesso ai ruoli della Pubblica Amministrazione”. Difficile a capire ? Al MIUR sembra difficile, e anche il ministro Profumo dà per scontato che i corsi/concorsi non abbiano la dignità (in pratica, la vis selettiva) dei concorsi. Si sbaglia. Ma io - che di natura sono benevolo verso tutti (credulone ?!?) - sarei pure disposto a cambiare idea, e a farmi un convincimento nuovo; ma Santo Dio, visto che circolo nel mondo della scuola da 60 anni, ho diritto a capire ? Oppure Ipse dixit e chi arriva nella Scuola, da ovunque, comanda ? O si vogliono moltiplicare le prove selettive per procrastinare quanto più possibile il momento in cui i giovani che spendendo si sono preparati e formati pretendano di lavorare e guadagnare ? Quale altro pubblico dipendente, gentile Ministro, è formato e selezionato con altrettanto scrupolo ? Li conosce questi giovani ? Li presento io: si tratta di persone di età media tra i trenta e i quaranta anni, di cultura e preparazione professionale pienamente adeguata al ruolo; la loro formazione iniziale e, in qualche caso, l’esperienza didattica li collocano a livelli superiori rispetto al livello dei docenti di prima nomina che negli Anni Settanta e Ottanta erano mandati in cattedra attraverso i corsi abilitanti, nella logica del todos caballeros. Si tratta di persone che affrontano con forza di volontà gravi disagi e la condizione di incertezza di chi, periodicamente in cerca di lavoro, accetta i più disparati dandosi ogni volta una carica di speranza; nell’alea della scelta, il precario non è mai in grado di valutare se la opzione accantonata sarebbe stata risolutiva. Queste persone sono costantemente impegnate a valutare se, nella giostra del lavoro precario, sia meglio attendere una supplenza breve o accettare ciò che si viene presentando (contratto a progetto, master, stage che sembra offrire prospettive, lavoretto che almeno è pagato): il precario della scuola è nella condizione del giocatore che dal tavolo da gioco non può alzarsi. I responsabili politici questa trafila la conoscono ?
° Mostra: “L’altro Censimento: immagini e (pre)visioni dalle giovani generazioni”
E’ l’itinerario digitale organizzato da Istat e Miur che mette a fuoco le esperienze e i desideri dei giovani protagonisti dell’Italia che verrà. Sarà attiva fino al 25 maggio.
Presenta i migliori progetti creativi realizzati dai ragazzi che hanno partecipato alle tre iniziative organizzate in occasione del 15° Censimento. L’ingresso è libero, all’indirizzo: via Cesare Balbo 11, Roma. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito http://censimentopopolazione.istat.it/
° Convegno: Franz Brentano in Italia: Cornelio Fabro, un esempio paradigmatico
All’Università di Trieste (22-24 maggio 2012). Partecipano eminenti studiosi di diversi Paesi.