Scuola: Aggiornamenti in progress - giovedì, 19 luglio 2012

° Dal MIUR alle regioni, 103 milioni di euro per la fornitura gratuita di libri scolastici
Saranno spesi, per i prossimo a.s., a favore degli alunni meno abbienti delle scuole dell'obbligo e delle superiori. Ne dà notizia (12 luglio 2012) l’Ufficio Stampa del Miur.
Diamo la ripartizione per Regione, qual è stata stabilita (Decreto n.9/1 della D.G. per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione) secondo la distribuzione degli alunni meno abbienti stimata sulla base della percentuale delle famiglie con reddito disponibile netto inferiore a € 15.494,71. Piemonte 4.345.464; Valle d’Aosta 79.310; Lombardia 7.883.689; Veneto 3.686.385; Friuli Venezia Giulia 1.108373; Liguria 1.418.658; Emilia Romagna 2.457.397; Toscana 2.593.002; Umbria 794.523; Marche 1.270.516; Lazio 4.775.374; Abruzzo 2.172.899; Molise 537.615; Campania 14.027.277; Puglia 7.383214; Basilicata 1.352.697; Calabria 5.063276; Sicilia 14.012.613; Sardegna 2.287.720.

° Se non con ricorsi alla magistratura, come opporci all’indifferenza per i precari?
Tuttoscuola ha pubblicato (16 luglio) una nota arguta sull’ANIEF, che vorrebbe essere ironica; a noi sembra, più che altro, amara e rassegnata: sotto l’ironia, nulla.
Nessuno dovrebbe transigere sulla tutela del lavoro, dei lavoratori, dei giovani; meno che meno ci aspetteremmo rassegnazione da una testata fatta da gente di scuola che apprezziamo. Non riusciamo, però, a capire come ci si possa rassegnare allo status quo. Faccio due esempi.
1. Se il ministro stabilisce che a fare supplenza ci manda non il supplente abilitato, specialista della materia (intanto il proletario intellettuale di gramsciana memoria deve restare affamato) ma qualunque insegnate sia a disposizione già pagato, perché non dire che sta autorizzando ad andare in classe a girarsi i pollici per settimane e mesi ? E in questo caso, qual è la ratio, o il retro pensiero subliminale, di una porcheria del genere, se non quello che la scuola è una cosa inutile e che i ragazzi stanno lì a rovinarsi la vita ? Firmata da I. Illich, una tesi del genere ha dignità culturale, con il timbro della Repubblica è una porcheria. Quando entravo in aula per un’ora – un’ora soltanto, si badi bene, non settimane e mesi si supplenza -, per servizio di supplenza (a completamento del mio orario settimanale) e non riuscivo a intrattenere gli alunni insegnando (perché la mia materia non era nel loro corso di studi), grande era la mia vergogna di stare rubando una porzione di stipendio, e soprattutto (bisognerebbe averne l’esperienza) qual era, palpabile nella mente, sulla pelle di quegli alunni, il pensiero sottinteso ? - “Che ci stiamo a fare, a scuola, noi e lei, professore ?” La moltiplichi per mesi, Ministro Profumo, quella ora di lezione mancata, e calcoli il disastro morale, civile, economico dell’idea che avete avuto.
2) Se il Ministro stabilisce che un insegnante permanente inidoneo passa dalla funzione culturale per cui si è laureato e abilitato a una funzione di tipo amministrativo, qual è la ratio di un provvedimento del genere ? E’ che si riesce, finalmente, dopo tentativi e tentativi, a trovare il modo di omologare la (fin qui peculiare) funzione docente alle funzioni esecutive (quelle cui, nel pubblico impiego, si accede con il diploma) eliminando – almeno in questo caso - gli effetti giuridici del valore professionale del titolo di studio (e della abilitazione). Sono propositi che intravedevo sulla stampa di ispirazione confindustriale, negli anni Ottanta. Un bel progresso ! Nella nota, Tuttoscuola si limita a constatare il fatto che – malgrado che l’ANIEF “abbia investito risorse e impegno senza esclusione di colpi” - alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza RSU non ci sia stato possibile scalzare i vecchi poteri (quelli che sono corresponsabili di 40 anni di declino continuo dello status socio-economico degli insegnanti). E’ accaduto: non è stato possibile ottenere il riconoscimento nazionale a sindacalisti che si battono per quei giovani che qualcuno al governo considera “sfigati”. Non è il caso, con i problemi della Scuola che ci stanno davanti, impegnare tempo in diatribe sui mezzi di comunicazione, ma un minuto lo abbiamo. Le risorse che abbiamo investito sono il sudatissimo frutto del lavoro nostro e dei nostri iscritti, dei precari che noi siamo; forse l’estensore della Nota non ha esperienza di lavoro precario. Le risorse che abbiamo impegnato in occasione del rinnovo delle RSU (esigue, rispetto a quelle che i sindacati concertativi possono mettere in campo) ci hanno fruttato un certo numero di rappresentanti presso le scuole; certo ci sarebbe stato utile entrare nel gotha del sindacalismo. L’ANIEF spende dell’altro per i ricorsi davanti alla magistratura del lavoro e a quella amministrativa (intanto, il costo dei ricorsi è stato fatto lievitare, furbescamente), e continuerà a spenderlo: sia perché i giudici stanno somministrando ai ricorrenti da noi patrocinati dosi di empowerment (economico e spirituale) e, in alcuni casi, hanno disposto la loro l’immissione in ruolo, sia perché non c’è altro modo di salvaguardare i diritti e la dignità dei precari.