° DDL Stabilità e proletariato intellettuale.
Profumo non ottiene dal MEF che si paghino gli scatti contrattuali al personale.
La politica scolastica ? Digitalizzazione. Più qualunque stravaganteria – legale o illegale -che possa servire, indipendentemente da un qualsiasi progetto educativo, a contenere la spesa: taglio del numero dei supplenti dilatando l’obbligo di servizio dei titolari, allontanamento degli “inidonei” dai servizi formativi, adattamento dei soprannumerari al Sostegno, addebito delle ore eccedenti e delle sostituzioni di dd.ss. e D.SS.GG.AA. al Fondo di istituto, blocco degli scatti di anzianità fino al 2017, blocco del rinnovo contrattuale e cancellazione della indennità di vacanza, dilatazione del periodo utile al primo scatto stipendiale; e molto altro Qualche genio sta anche pensando ad abolire un anno nel percorso scolastico (copy right di Berlinguer). Nel pubblico impiego le retribuzioni dei docenti italiani sono scese comparativamente di vari livelli, negli ultimi decenni; in atto sono tra più basse, nelle scuole della UE. Sotto la gestione Tremonti-Gelmini, l’86% del risparmio della spesa statale è stato fatto tagliando l’istruzione (132.000 posti di lavoro). Per questo ddl Stabilità (l’ennesima manovra di bilancio), il serafico ministro dell’istruzione (lo stesso che auspica si usi più spesso il bastone) ritiene giusto un “atto di generosità” dei docenti. Con che faccia chiederlo ? Boutade, o insolenza ? Non mi meraviglierei se, come in uno sketch degli Sgommati, d’improvviso il sorridente Ministro Profumo portasse la mano al collo e sfilata la maschera di gomma svelasse il volto: è la Gelmini ! Quella non trovava i neutrini, questo non trova i soldi per rispettare il contratto; il MEF gli ha fatto sapere che i risparmi derivanti dalla “riforma” (sic) Gelmini sono pochi ! Ora occorrono circa 250milioni per gli scatti di carriera: una bazzecola, se riferiti ai conti della casta politica regionale, una enormità se riferiti al proletariato di gramsciana memoria. Allora, come dopo un disastro aereo finite le riserve di acqua i sopravvissuti passano a bere la propria urina, l’idea sarebbe quella di coprire il fabbisogno per gli scatti stipendiali del personale scolastico con il denaro del Fondo di istituto: una sorta di gioco di prestigio finanziario, a ulteriore danno della qualità dell’offerta formativa. Tanto chi se ne accorge se a scuola i ragazzi non imparano ? Imparano alla TV e sul web. Insomma, questo Governo-banche-Confindustria che si riempie la bocca con gli slogan sulla qualità, al momento di finanziare l’offerta formativa gira lo sguardo dall’altra parte. Questi ministri, a scuola, da alunni, hanno sofferto ? Sembrerebbe che ci sia qualcosa che non va, a livello subliminale: il pacifico (con la p minuscola) SNALS parla appunto di “ipotesi folle” di questo governo che “disprezza scuola e insegnanti”; la Cisl si augura che non sia “impazzimento”, e intanto parla di “superficialità” e “irresponsabilità che lascia allibiti”. Senza scomodare la psicanalisi, la Cgil parla di “accanimento e barbarie” e il suo segretario aggiunge parole politicamente definitive: “Ormai è evidente a tutti che questo Governo, pur di difendere gli interessi delle banche e della speculazione finanziaria, affossa i diritti dei lavoratori”. E’ evidente a tutti ? O i sindacati sono preoccupati per se stessi ? Per la gestione fallimentare di decenni di sindacalismo consociativo che ha ridotto la funzione docente a questo livello di considerazione e status ? A questo punto, o il Ministro (si spera, ormai, nel successivo) cambia registro o i sindacati concertativi dovranno andare a nascondersi. Da parte nostra riteniamo che le recenti convocazioni dei sindacati al MIUR siano state trappole o, al più, chiacchierate “pro – fumo”. Contro il MIUR, l’ANIEF continua col suo stile innovativo sulla strada dei tribunali, per non sprecre tempo a discutere con gente che gli “inidonei” li manda nelle segreterie. Aggiungiamo: siamo certi che Profumo all’università danni non ne ha fatto; qui sì, assumendo decisioni che qualcuno gli ha suggerito in una materia che non padroneggia. E’ meglio che al più presto torni (Napolitano e Monti permettendo) a fare ciò che sa fare. Anche il PD si è stancato; ci fa piacere; era ora ! Lo scorso 10 ottobre, Bersani aveva sibillinamente preconizzato: «Temo di non sbagliarmi, ma sotto la parola di ingegnerizzazione ci sono tagli di 6.300-6.400 posti di lavoro per gli insegnanti». Un arcangelo ? Un uccellino lo aveva informato ma sbagliando sul numero dei tagli, che sono per tre volte almeno i sei mila di cui dice Bersani. Ghizzoni (presidente della VII Commissione della Camera), Puglisi, Bindi, Russo e Bastico sperano che il governo non presenti al voto parlamentare la seguente norma: «A decorrere dal 10 settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali». Non la voterebbero ? Il Governo scivolerebbe sul tema Scuola, come è avvenuto nel precedente della caduta del Governo Moro, e in altri casi, compresa la vicenda Berlinguer? Manuela Ghizzoni ha dichiarato: «Negli ultimi 15 anni alla scuola è già stato chiesto tanto: tantissimo in termini finanziari, con la sensibile riduzione di risorse per il funzionamento e per gli organici, tantissimo ai lavoratori, il cui contratto non è rinnovato e gli scatti stipendiali sono congelati. È stato chiesto troppo per pensare di non comprometterne il funzionamento, a scapito della qualità offerta agli studenti… E’ auspicabile un ripensamento del governo, in caso contrario sarà il Parlamento, che può e deve svolgere il suo ruolo in autonomia dagli altri poteri dello Stato, a sanare una situazione divenuta insostenibile per gli insegnanti, per gli studenti e per la scuola tutta».L’On. Tonino Russo (Newsletter n.73) ha scritto: ”Il Pd non accetterà più alcun sacrificio imposto al mondo della scuola… Monti questa volta non potrà aspettarsi il leale sostegno del P.D.. Il ministro Profumo, infatti dovrebbe sapere che la Scuola ha già dato molto, direi troppo, e non è il caso di chiedere ulteriori vergognosi sacrifici. Soprattutto quando si presentano come uno stravolgimento del contratto, nello stesso anno in cui non sono stati pagati gli scatti e molti insegnanti si sono visti scippare la pensione. Non siamo assolutamente disponibili a votare ulteriori tagli e misure che disattendono i legittimi diritti degli insegnanti e le aspettative di migliaia di giovani che da anni aspirano inutilmente all’insegnamento”.
La Tecnica della Scuola