° I nostri privilegi corporativi? Il bue che dice cornuto all’asino
I dipendenti della scuola apprendono di essere corporazione: Fonte Mario Monti.
Bel messaggio, Presidente, ha inviato ai nostri alunni e alle loro famiglie ! Bel giudizio sui loro professori ! La pubblica opinione ne aveva bisogno.
Durante la trasmissione “Che tempo che fa” di domenica 25 le ho sentito fare alcune affermazioni errate o infondate che evidenziano scarsa considerazione e nessun trasporto per la istruzione pubblica. L’allusione che ha fatto – suggerendo un nesso tra il presunto corporativismo degli insegnanti e la strumentalizzazione che i corporativismi fanno dei giovani – potrebbe configurare diffamazione degli insegnanti. I giovani sono i partner del nostro lavoro; come la casta politica e quella della finanza sono i partner del suo lavoro. Noi conosciamo i nostri partner, abbiamo empatia nei loro riguardi e abbiamo cultura tale da non sognarci nemmeno di strumentalizzarli. Lei ha dato giudizi a destra e a manca: su chi sia il migliore rettore, sul parlamento che frappone ostacoli al suo lavoro politico, sugli insegnanti che non intendono dare due ore in più di cultura e didattica ai loro alunni. Delirio di onnipotenza? Emergenze subliminali dall’infanzia? Se avete in mente di ricavare, prima di andare via, altri risparmi sulla spesa per la istruzione (quella statale) vi suggerisco che, abbreviando di un anno l’iter scolastico potreste tagliare 44mila cattedre, abbreviandolo di due anni ne tagliereste quasi doppio e così via, fino al possibile taglio di 800mila docenti. Con il ricavato potreste fare acquistare migliaia e migliaia di LIM; le lezioni le farebbe il Grande Fratello e gli alunni potrebbero dialogare con i cd. A queste condizioni, l’orario di servizio di quelli che devono avviare i computer potrebbe essere portato a 38 ore settimanali. Previo contrattazione di un nuovo contratto di lavoro, però, perché non siamo nel Medioevo e la Rivoluzione francese ha messo fine alle Corvée.
AAA cercasi responsabili-decisori della politica scolastica che abbiano conoscenza della Scuola; si richiede esperienza almeno quinquennale; astenersi perditempo.
AAA cercasi giornalista che non si lasci scivolare tutto addosso, o che almeno non abbia l’aria soddisfatta mentre si beve qualunque cosa.
( Prof. Dino Maiorca)
° Soldi, soldi. La scuola bancomat
Il ministro Profumo cerca come lasciare la sua traccia indelebile sulla Scuola; avrebbe l’idea di rimpicciolirla. La riduzione del percorso scolastico degli studenti è una idea tanto cara a Profumo (e, da molti decenni, è un’idea cara all’alta borghesia italiana); probabilmente vuole lasciare al suo successore un progetto di fattibilità per ridurre il percorso scolastico da 13 a 12 anni. Riportiamo da Tuttoscuola.
“Scartata l’ipotesi di anticipare a cinque anni l’avvio dell’obbligo scolastico, per il possibile effetto della doppia annualità di partenza e della determinazione di un’onda anomala lunga dodici anni con l’aumento del 20% dell’organico di scuola primaria; scartata anche l’ipotesi di ridurre di un anno la parte centrale del percorso, proposta con insuccesso dodici anni fa dal ministro Berlinguer e non gradita a buona parte della categoria, è rimasta soltanto l’ipotesi di accorciare di un anno l’attuale quinquennio della secondaria superiore…. Ridurre di un anno la durata della secondaria superiore appena riformata potrebbe essere, dunque, l’obiettivo su cui sta lavorando il ministro che ha dichiarato come si stia pensando alla “scuola del futuro per arrivare - ha affermato - al 2014 con un lavoro preliminare alle spalle”. Il progetto è tecnicamente il più facile da attuare (“basta” fermare il percorso al quarto anno con doppio esame di maturità), ma avrebbe conseguenze pesantissime, perché porterebbe alla riduzione del 20% delle 220mila cattedre attualmente esistenti. Si perderebbero circa 44 mila posti di docente. Dopo lo scampato pericolo dell’aumento di sei ore settimanali a retribuzione invariata, per i professori delle superiori si affaccia una nube ancora più minacciosa”.
(Fonte: Tuttoscuola - N. 562, 26 novembre 2012)