Scuola: Aggiornamenti in progress - lunedì, 31 dicembre 2012

° Uno studio comparativo sull’orario di lezione dei docenti nelle scuole europee
E’ pubblicato (17 dicembre 2012) da Pino Patroncini su www.ecolenet. Ne riportiamo i dati (fonte Eurydice 2010). In Europa, il lavoro dell’insegnante è a metà tra quello del professionista e quello del dipendente, tra tempi autonomi e orari obbligati.

“..Una scuola europea non esiste, i paesi UE sono 27 ma i sistemi scolastici almeno 35, bisogna considerare che esistono sistemi con cicli primari più lunghi e cicli secondari superiori più brevi (il che cambia la consistenza e il peso degli orari, oltre che la distribuzione delle risorse umane ed economiche). E soprattutto bisogna considerare che esistono logiche diverse che ispirano l’organizzazione scolastica e di conseguenza anche la rappresentazione contrattuale (o statutaria, per i paesi dove non c’è la contrattazione) del lavoro docente, proprio per la contraddizione professionista-dipendente, di cui si è già detto…”. I dati. - Nella scuola primaria, sono gli insegnanti dei Paesi Bassi e del Regno Unito ad avere l’orario protratto più a lungo, e (a parte gli insegnanti polacchi che insegnano per 14 ore settimanali) gli insegnanti austriaci austriaci, danesi, tedeschi, ceci, lituani, rumeni e sloveni, ad avere quello più contenuto (circa 18 ore). - Nella scuola media (a parte gli insegnanti polacchi che insegnano per 14 ore settimanali) tocca ancora agli insegnanti dei Paesi Bassi e del Regno Unito l’orario più impegnativo, mentre austriaci, cechi, ciprioti, lituali, rumeni, sloveni e francesi hanno quello più breve (circa 18 ore); - nella scuola media superiore (a parte gli insegnanti polacchi, cechi e sloveni che insegnano per 14 ore settimanali o poco più) il maggiore gravame tocca agli insegnanti della Bulgaria, dei Paesi Bassi e del Regno Unito, mentre l’orario più contenuto si registra in Austria, Belgio, Francia, Germania; la media continentale si attesta intorno alle 19 ore settimanali. Con la tabella che segue possiamo considerare l’orario complessivo (lezioni più attività contrattuali obbligatorie) dei docenti: - 40 ore complessive sono contrattualizzate in Austria, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovenia; - 38 ore sono contrattualizzate in Spagna; - 37 ore in Danimarca; - 36 in Lituania; - 35 in Francia, Portogallo, Scozia, Estonia; 30 in Grecia e a Cipro. La tabella riporta le settimane di lezione e le settimane di attività scolastica:
NAZIONE SETTIMANEDI LEZIONE SETTIMANEDI ATTIVITA’
 

NAZIONE
SETTIMANEDI LEZIONE
SETTIMANEDI ATTIVITA’
Belgio
37
37
Danimarca
40
47
Germania
40
46
Grecia
35
39
Spagna
37
41
Francia
36
36
Irlanda
37
37
Lussemburgo
36
36
Paesi Bassi
40
40
Austria
36
36
Portogallo
35
45
Finlandia
39
39
Svezia
38
39
Regno Unito
38
39
ITALIA
33
39

Il commento di Patroncini: “L’Italia con le sue 39 settimane di funzionamento non si discosta molto dagli altri paesi. È invece molto più bassa in quanto a settimane di lezione (33 contro un range da 35 a 40). Questa è stata una delle motivazioni che i sostenitori delle 6 ore in più avevano addotto. Ma non è la stessa cosa, non solo per i docenti, soprattutto per i ragazzi. Avere qualche settimana in più vuol dire avere un tempo più disteso, una cosa che l’orario non può surrogare, in altri ambienti lavorativi si chiamerebbe aumento dei carichi di lavoro o intensificazione dei ritmi”. Con riferimento allo studio dell’OCSE “Uno sguardo sull’educazione” (Education at a Glance), Patroncini ha anche segnalato (www.ecolenet. “Luoghi comuni. Concorsi e formazione degli insegnanti nella U.E. e dintorni”, 20.12.2012) che “l’assunzione con concorso per esami esiste solo per 13 dei 35 paesi considerati dall’OCSE. Se poi guardiamo all’Unione Europea solo 6 paesi (Italia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Spagna) utilizzano il concorso per esami… Solo pochi paesi prevedono, per poter insegnare, una abilitazione aggiuntiva rispetto al percorso di studi, quale quella finora in vigore in Italia per la scuola secondaria. Nella UE sono solo il Regno Unito, la Germania e l’Irlanda”.