° Bandi Firb e Prin. La somma stanziata è di circa 70 milioni di euro
La ripartizione delle somme segue la distinzione dei tre macrosettori adottata, a livello U.E.
Nella home page del sito istituzionale, il MIUR rende noto di avere finanziato nuovi progetti di ricerca, con bandi per il Fondo Investimenti della Ricerca di Base "Futuro in Ricerca 2013" (scadenza, il prossimo 4 febbraio), e con bandi per i Progetti di Ricerca d'Interesse Nazionale (scadenza, il prossimo 11 febbraio).
° Concorso a cattedra: l’analisi dei risultati della preselezione
In un comunicato del MIUR, postato nel sito istituzionale e corredato con tre tabelle, si legge un’analisi differenziata della composizione degli ammessi, secondo classi di concorso, regioni, età. “I dati confermano dunque che i test hanno selezionato comunque delle competenze – scrive il Ministero - e non sono stati una semplice lotteria”.
Classi di concorso. Analizzando i dati delle classi di concorso, i risultati sono direttamente collegati al percorso di studi dei candidati. Infatti, la percentuale degli ammessi delle classi di concorso delle secondarie (I grado 48,5%; II grado 45,0%) sono più che doppie rispetto a quelle dell’infanzia (18,9%) e della scuola primaria (22,9%). … (vedi tabella 1).
Regioni. Su base regionale, le percentuali di ammessi al concorso seguono curiosamente l’andamento dei risultati delle rilevazioni sugli apprendimenti degli studenti Ocse PISA 2009. Il tasso di ammissione dei candidati insegnanti aumenta nelle stesse zone d’Italia in cui sale la curva Ocse che indica una maggiore preparazione degli studenti. Emerge dunque una correlazione diretta tra la bravura degli studenti e la capacità dei candidati di superare i test, quindi tra studenti più preparati ed aspiranti docenti più preparati (vedi tabella 2).
Età. Dal punto di vista anagrafico, il concorso ha innegabilmente premiato i più giovani. La percentuale più bassa di ammissione alle prove successive è infatti quella relativa ai candidati sopra i 40 anni di età. Al concorso hanno partecipato anche 155 candidati sopra i 61 anni, così distribuiti: Abruzzo 3; Basilicata 1; Calabria 9; Campania 18; Emilia Romagna 7; Friuli Venezia Giulia 1; Lazio 26; Liguria 2; Lombardia 23; Marche 1; Piemonte 8; Puglia 8; Sardegna 4; Sicilia 23; Toscana 15; Veneto 6.
° L’idea era stata della Gelmini, e adesso (comma 149) è nella Legge di Stabilità
“A decorrere dal 2014 i risultati conseguiti dalle singole istituzioni sono presi in considerazione ai fini della distribuzione delle risorse per il funzionamento". Per Salvo Intravaia (“Dal 2014 addio fondi a pioggia: soldi solo alle scuole migliori”
- la Repubblica, 7 gennaio 2013) il “ragionamento non fa una piega".
Dal 2014, il Fondo Funzionamento degli istituti migliori sarà più cospicuo, in base alla bontà dei risultati conseguiti da ciascuna delle oltre 9mila istituzioni scolastiche. Resta da vedere quale sarà il criterio di valutazione. Che si voglia fare riferimento ai test Invalsi ? Dio ce ne scansi e liberi. La premialità raccoglie consensi, ma non tra coloro che nella Scuola ci lavorano. E non tra noi dell’ANIEF. Marcello Pacifico spiega: “La formazione obbligatoria rientra nei servizi pubblici…, adottando un criterio di meritocrazia all’istruzione pubblica si finirà inevitabilmente per danneggiare le scuole collocate in territori difficili e svantaggiati. Privandole dei pochi fondi che permettono oggi ai docenti di attivare progetti che danno sostegno ad una formazione scolastica svolta in contesti difficili, lo Stato di fatto condannerà gli alunni più svantaggiati, e i loro docenti, ad un percorso di crescita ancora più in salita di quello che il destino gli ha riservato”.
° Il lavoro per i laureati, nel Rapporto OCSE riferito al 2010
In Italia, la disoccupazione è aumentata tra i laureati, più che tra i diplomati.
I laureati italiani, rispetto a quelli della media dei Paesi Ocse riferita al 2010, sono pochi (solo il 15% della popolazione tra i 25 e i 64 anni contro una media Ocse del 31 per cento), e male pagati. In questo ultimo decennio le iscrizioni alle università sono diminuite costantemente – al ritmo di oltre 40 mila all’anno - sicchè quasi uno ogni quattro giovani tra i 15 e i 29 anni è da classificarsi tra i NEET (Not in Employement, Education and Training): non lavora né studia.
(Fonte. TuttoscuolaNEWS n. 566 – 2012)