° Profumo firma il Decreto per il "Programma Montalcini".
Stanziando 5 milioni di euro, si tende la mano ai ricercatori che lavorano all’estero. Ma è poco più che un simbolo
E’ il Programma 2013 per il reclutamento di giovani ricercatori: consentirà a 24 studiosi, in servizio presso università ed enti di ricerca stranieri, di tornare a lavorare in Italia. Dal comunicato stampa ministeriale apprendiamo: “L’iniziativa è rivolta ai dottori di ricerca, italiani e stranieri, che abbiano conseguito il titolo da non più di 6 anni, impegnati stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno 3 anni. Previsti 24 contratti a tempo determinato, di durata triennale e non rinnovabili, che le università italiane potranno stipulare per la realizzazione di programmi di ricerca autonomamente proposti. Al termine dei tre anni il ricercatore, se in possesso dell’abilitazione scientifica nazionale e in caso di valutazione positiva del lavoro svolto da parte dell’ateneo, potrà essere inquadrato nel ruolo di professore associato… Per partecipare alla selezione gli studiosi, nel corso dei tre anni di all’estero, non devono aver ricoperto alcuna posizione presso enti o università italiane e devono aver completato il PhD entro il 31 ottobre 2009”. Le domande vanno presentante per via telematica, attraverso il sito web Miur – Cineca http://cervelli.cineca.it. Il testo completo del Decreto può essere consultato su: http://attiministeriali.miur.it/anno-2012/novembre/dm-27112012.aspx
° Tre settimane al voto. Saranno le scuole a espletare i concorsi per docenti?
Presentando il programma del PDL, Elena Centemero, coordinatore nazionale Scuola, si è detta favorevole. Lo stesso era scritto in proposte di legge di area centrodestra.
1. Proposta presentata alla VII Commissione della Camera, il 15.02.2005: “Stato giuridico e diritti degli insegnanti della scuola”. Unificava la C.4091 (Santulli, Forza Italia) e la C.4095 (Napoli, Alleanza Nazionale). Prospetta l'assunzione con contratto a t.i. a seguito di procedure concorsuali per soli titoli, alle quali hanno titolo di partecipare, per le rispettive classi di concorso, i docenti iscritti negli albi. Ai fini dell'espletamento delle procedure concorsuali, l'istituzione scolastica o formativa costituisce un'apposita commissione giudicatrice, presieduta dal dirigente dell'istituzione e composta dal direttore dei servizi generali ed amministrativi, con funzioni di segretario, e da tre docenti esperti appartenenti all'istituzione; l'attività della commissione giudicatrice è sottoposta a vigilanza e controllo da parte dell’USR competente.
2. Proposta di Legge C.953, (presentata nel 2008 e riformulata nel 2009 dall’On. Aprea, già presidente della VII Commissione Camera. Prospetta la istituzione di albi regionali nei quali i laureati possono inserirsi sulla base del voto di abilitazione; gli iscritti agli albi regionali possono chiedere il passaggio all’albo di un’altra Regione solo al termine del primo quinquennio dall’iscrizione. Sarebbero le reti di scuole ad espletare i concorsi. Per il primo triennio di assunzione varrebbe vincolo di permanenza nella scuola assegnata; dopo la conferma in ruolo, il docente potrebbe partecipare ai bandi di reti scolastiche per trasferirsi in altra sede.
3. Proposta di legge di iniziativa parlamentare presentata, nel marzo 2010, dall’On. Goisis. Attribuisce alle regioni competenze quali la istituzione di albi professionali e il reclutamento. Il Consiglio dell'istituzione delibera annualmente l'organico funzionale; le scuole bandiscono i concorsi, nell’ambito regionale e li espletano. La graduatoria degli idonei ha validità triennale ai fini della copertura delle cattedre o dei posti. I vincitori del concorso sono assunti con la qualifica di docenti ricercatori, per un periodo massimo di tre anni, con contratto a tempo determinato; successivamente possono ottenere l’assunzione definitiva.
° I numeri dell’incremento della popolazione scolastica nell’a.s. 2013/2014
Alla Scuola primaria, un + 21.049; alla Secondaria di secondo grado, un + 13.384.
Negli ultimi cinque anni, il numero degli iscritti è aumentato di 56.486 studenti; in buona parte appartengono alle famiglie dei circa quattro milioni di immigrati. E’ l’arco di tempo in cui la Lombardia ha fatto segnare, da sola, un incremento di 65 mila alunni, e in cui l’Italia meridionale, isole comprese, ha fatto registrare 148 mila alunni in meno. Considerato che il numero degli insegnanti, nell’organico nazionale, resterà immutato per il prossimo anno scolastico, non sarà agevole evitare del numero delle c.d. “classi pollaio” (sono così denominate quelle con più di trenta alunni), che potrebbero costituire l’uno per cento delle circa 350mila classi. (Fonte: larepubblica.it – 5 febbraio 2013)