° Il Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione. Lo Schema di D.P.R. potrebbe ora diventare Decreto.
La VII commissione del Senato, Istruzione e Cultura ha espresso parere positivo sul provvedimento governativo in materia di Valutazione delle scuole e dei dd.ss. Esprimiamo perplessità sul significato politico dell’eventuale emanazione in extremis
Incassato il parere, il provvedimento passa ora all’esame del Governo che nei suoi ultimi giorni potrebbe varare un decreto ad hoc; il Ministro Profumo concluderebbe così quella operazione, avviata dai suoi predecessori, che ad ancuni è sembrata “un tipico caso di autoriproduzione della classe dirigente… Tenere in piedi un apparato nominalmente dedicato alla valutazione del sistema scolastico” (si veda, in questa rubrica l’aggiornamento inserito lo scorso 13 febbraio). Certo, il provvedimento che potrebbe essere emanato non avrebbe i crismi dell’ordinaria amministrazione proiettandosi con notevole impatto nel futuro del sistema scolastico italiano: Il Ministro avrebbe il potere di stabilire «gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali si individuano le istituzioni scolastiche e formative da sottoporre valutazione esterna»; dopo di che Invalsi, Indire e Corpo ispettivo gestirebbero la valutazione delle scuole e dei loro dirigenti, e valutare potrebbe comportare (previo nuovo contratto nazionale) premiare le scuole migliori. Oltre che la tradizionale valutazione di sistema mediante rilevazione statistica dei livelli attinti dagli studenti, all'Invalsi toccherebbe curare la selezione, la formazione dell'elenco degli esperti dei nuclei della valutazione esterna e pure quella degli ispettori, definire gli indicatori per valutare i dd.ss., e redigere un periodico rapporto sul sistema scolastico e formativo tale da consentire anche una comparazione su base internazionale. Se consideriamo che l’INVALSI ha anche un ruolo nella valutazione degli alunni all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, ecco che si produce un mix docimologico, con il pericolo che gli strumenti di verifica e le risultanze dei test vengano correlati e sovrapposti. E’ inappropriato misurare l’acquisizione di conoscenze e abilità, nei singoli alunni, prendendo a riferimento parametri esterni alla programmazione didattica ed educativa delle scuole e delle classi. Insomma, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, nei quali la valutazione di sistema è affidata a agenzie esterne indipendenti deal Governo, nel modello che si prepara per la Scuola italiana si avrà che controllore e controllato coincidono. Non vogliamo, però, ritornare adesso nei contenuti del provvedimento, e ci limitiamo a sottolinearne il significato politico, in quanto, ove il Governo decidesse di vararlo, potremmo indicarlo a esempio di un modo di fare politica che ci sembra estraneo alla tradizione delle presa delle decisioni nel modello democratico. Rileviamo, infatti: 1. lo assumerebbe un governo dimissionario, che è in carica per la ordinaria amministrazione; 2. lo assumerebbe, malgrado i rilievi critici del Consiglio di Stato (strano modo di intendere l’autonomia scolastica quello che, in un ambito strategico qual è la valutazione, attribuisce a Invalsi, Indire e al Corpo ispettivo un ruolo sovra eminente e alle scuole un ruolo marginale); 3. lo assumerebbe, glissando sulle richieste avanzate dal CNPI di chiarire i termini del rapporto tra l’INVALSI e le scuole, e di rendere queste protagoniste (e non oggetto) della valutazione; 4. lo assumerebbe, recependo un parere della VII commissione che è scaturito grazie ai voti favorevoli di Pdl e Lega, con il Pd contrario. Ma occorre rilevare (lo fa Tuttoscuola dello scorso 15 febbraio) che un cosiffatto Sistema Nazionale di Valutazione è nel programma di politica scolastica presentato dalla Lista 'Scelta civica' che fa capo all'attuale presidente del Consiglio, e che Monti dichiara disponibilità ad allearsi con il PD e indisponibilità ad allearsi con Pdl e Lega. Inequivocabili sono le parole della responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi: "a dieci giorni dal voto, dopo oltre due mesi dallo scioglimento delle Camere, è grave e inopportuna ogni forzatura nell'approvazione del provvedimento sulla Valutazione, che richiede profondi correttivi e nella nomina a tempo abbondantemente scaduto dei Presidenti di Invalsi e Indire".
Sembra il gioco delle tre carte; e a rendere la cosa grave, sotto il profilo democratico, c’è il fatto che la pubblica opinione non ha strumenti per conoscere giochi così minuti; a salvaguardia della democrazia occorrerebbe una prassi politica più semplice e coerente. Riportiamo, infine, il commento de Il Manifesto (L’ipoteca del governo sulla Scuola, 16.02.13): “E’ possibile che sia il ministro a emanare i regolamenti dei due Enti senza che sia stato previsto nel regolamento del sistema e saltando il Parlamento ? E’ possibile che il ministro proceda alle nomine dei componenti del Cda a camere sciolte? Si può considerare tutto ciò attività di ordinaria amministrazione ? … Mi chiedo quale sia la posizione delle forze politiche di fronte a questo scempio del diritto…”.