° La generazione dei giovani italiani “depredati della speranza”
Ha studiato più della generazione precedente, ha maturato competenze più ampie e, nel corso della formazione, ha acquisito molti più titoli. Ma non ha lavoro. Riportiamo alcuni dati eloquenti elaborati dall’Osservatorio Work In Progress (Centro di ricerche sociali su lavoro e nuove forme di occupazione), in collaborazione con FondItalia (Fondo per la formazione continua) e con i media partner Labitalia e Walk on Job.
“Il 64% è disposto a emigrare, il 25% a essere sottopagato,mentre per il 57,6% dei giovani italiani la legge Fornero è un disastro. .. Dalla ricerca emerge un interesse per i giovani italiani verso l'estero, e tra le mete più ambite figurano Francia, Svizzera e Inghilterra…. La riforma Fornero, che per il 57,6% degli intervistati ha peggiorato la situazione, ha aumentato i costi per le imprese e il precariato per i lavoratori". (Fonte: latecnicadellascuola.com – 03/04/2013)
Questi dati sono la prova del fallimento dei decisori politici degli ultimi trenta anni che hanno vissuto come in una turris eburnea, privi dell’esperienza, o anche solo della consapevolezza, delle esigenze della popolazione (la politica quale ratio ha se non l’equilibrio socioeconomico ?). Quelli che La Tecnica della Scuola ha riportato sono, però, dati da addebitare a irresponsabilità anche nella società e nelle famiglie. Non c’è stata avvedutezza sul futuro, e adesso c’è chi, insofferente alla protesta, ancora non vede da quali esigenze scaturisca il malcontento. Preoccupazioni e ipocrisie di una generazione abbarbicata nelle posizioni conquistate. C’è chi si dice preoccupato per gli assetti istituzionali e le dinamiche politiche che sarebbero minacciate dal Movimento 5 stelle: preoccupazioni interessate di chi, su questi presupposti, nulla sta facendo per prevenire gli eventuali sbocchi irrazionali della protesta; eppure non sono passati che pochi decenni dalla vera minaccia alla democrazia: una stella a 5 punte.
° Economie del MIUR. Un suggerimento: nominare a t.i. coloro che ne hanno diritto
Il calcolo di buon senso - ma quanto ne ha il MIUR ? – lo ha fatto www.leggioggi.it.
Osservando che nell’ arco di due settimane il MIUR è stato condannato a risarcire 3 insegnanti precari (uno di educazione fisica con 150 mila euro, un altro di elettronica con 169.700 euro e un terzo con quasi 173 mila euro), il quotidiano multimediale di ambito giuridico si è retoricamente chiesto se sia più vantaggioso, per l’erario (oltre che, ovviamente, per i docenti precari),mettere fine alla precarietà. Noi dell’ANIEF, questa considerazione l’abbiamo avanzata da tempo, da quando ci è apparsa evidente la discriminazione da parte dello Stato nei riguardi di chi è precario (abuso dei contratti a termine, mancati scatti d’anzianità e stipendi estivi non corrisposti per gli anni passati e per quelli futuri, fino all’età pensionabile). www.leggioggi.it conviene su ciò: “Il trattamento economico di un insegnante precario – regolarmente licenziato il 30 giugno, per poi essere riassunto dal 1 settembre – deve essere identico a quello di un suo collega di ruolo, progressione economica compresa”. Con riferimento alla mazzata che potrebbe arrivare sull’erario (in Italia si ritiene ci siano almeno 20 mila ricorsi già notificati; una spesa insostenibile, di circa tre miliardi di euro), www.leggioggi.it fa propria una previsione del presidente dell’ANIEF, Pacifico (“Stiamo assistendo ad una striscia di condanne esemplari … ma è solo l’inizio...”). Solo l’inizio, perché è pendente un ricorso contro la legge derogatoria n.106/11, “con la quale il governo italiano esclude la Scuola dall’applicazione del decreto legislativo 368 del 2001 che, recependo la direttiva della Comunità Europea 70/1999, apre alla stabilizzazione per tutti i lavoratori che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio”. Dunque se la corte della U.E. dovesse essere d’accordo con i quasi 80 mila precari, la questione non si porrebbe più solo in termini di indennizzo economico, bensì di diritto all’assunzione.
(Fonte://www.leggioggi.it/2013/03/11/precari-scuola-il-miur-perde-ancora-e-rischia-di-indebitarsi)
° Convegno: “Etica, economia e diritto dei beni comuni. Forme di governance democratica e cooperativa"
Promosso da EconomEtica, si terrà lunedì 8 aprile 2013, alle ore 9.00, presso la Sala Napoleonica di Palazzo Greppi -Via S.Antonio, 10 - a Milano
Questa iniziativa del Centro interuniversitario per l'etica economica e la responsabilità sociale di impresa è finalizzata a discutere le forme alternative, rispetto al modello burocratico e a quello privato capitalistico, di governo e gestione dei commons e delle infrastrutture di pubblica utilità. Il convegno trae origine da riflessioni e proposte emerse nell’ambito del Progetto (PRIN) n. 20085BHY5T. INFO: e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..