Scuola: Aggiornamenti in progress - lunedì, 15 aprile 2013

° Nel saggio “Agenda possibile”, i saggi parlano anche di Scuola
Riportiamo ciò che scrive il Gruppo di lavoro in materia economicosociale ed europea

4.4 Potenziare l’istruzione e il capitale umano …. Secondo le classifiche internazionali sull’argomento, l’Italia presenta un forte deficit in termini di qualità del capitale umano rispetto ai principali paesi europei. Esso riguarda sia le competenze maturate dai giovani al termine della scuola dell’obbligo, sia la quota di laureati sulla popolazione. Inoltre, la formazione svolta dalle imprese è significativamente inferiore a quella tipica degli altri paesi europei…..Contrastare l’abbandono scolastico… In Italia l'abbandono precoce della scuola è assai più diffuso che nel resto d'Europa: nel 2011 il 18,2 per cento dei giovani non ha completato il percorso di studi secondario, contro una media europea del 13,5 per cento: tra gli stranieri la percentuale è vicina al 45 per cento. … Va definito urgentemente un programma speciale per la riduzione dell’abbandono scolastico, specialmente nelle aree territoriali a rischio criminalità, rafforzando l’Azione “Contrasto alla dispersione scolastica” prevista nel Piano d’Azione Coesione. … Le analisi disponibili indicano come il miglior strumento di contrasto all'abbandono sia il prolungamento della scuola al pomeriggio negli anni del primo ciclo, mentre oggigiorno il tempo pieno alle elementari è diffuso solo in alcune regioni (non a caso, quelle in cui la dispersione è minore) ed è di fatto inesistente nelle scuole medie. … L'estensione del tempo scolastico consentirebbe, infatti, di scomporre i gruppi classe, lavorando su piccoli numeri, sperimentando metodologie didattiche innovative (ad esempio, apprendimenti cooperativi e attività sociali) e individuando percorsi specifici per i ragazzi maggiormente a rischio. Per questi ultimi, l'insegnamento individualizzato dovrebbe riguardare in modo prioritario il rafforzamento delle competenze di base: comprensione dei testi, competenze logico-matematiche e applicazione del metodo scientifico. Inoltre, gli istituti scolastici dovrebbero dotarsi di strumenti di misurazione, a cadenza regolare, dei progressi compiuti dagli studenti a rischio di dispersione. Promuovere il merito, aumentare le opportunità. La mobilità sociale si è drasticamente ridotta, al punto che le generazioni nate negli anni ’80 hanno molte meno opportunità di evolvere nella scala sociale rispetto alle generazioni precedenti. La condizione della famiglia di origine condiziona pesantemente l’esito scolastico e i percorsi di vita. Si iscrive all'università solo il 14 per cento dei figli di operai, a fronte di un valore pari al 59 per cento per i figli della borghesia. Parallelamente, i finanziamenti per il “diritto allo studio” sono stati drasticamente ridotti negli ultimi anni. Questa tendenza va immediatamente invertita. Si suggerisce, quindi, che la Conferenza Stato-Regioni vari, quanto prima, il decreto sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei requisiti di eleggibilità per il diritto allo studio universitario. Inoltre, il Fondo Integrativo Statale delle borse di studio, recentemente ridotto a livelli minimi, va aumentato in modo consistente, anche per sottolineare che lo Stato intende offrire reali opportunità verso gli studenti meritevoli provenienti da famiglie meno abbienti. Per questo, tale Fondo deve essere portato a 250 milioni di euro annui, il che corrisponde ad un raddoppio della posta dedicata a questa materia prima dei drastici tagli operati per il biennio 2013-2014. … La scuola digitale e la cultura dei dati. Il cambiamento della scuola passa anche attraverso la capacità di sfruttare quello che le nuove tecnologie offrono, soprattutto per la costruzione degli ambienti di apprendimento. Per far questo è indispensabile il miglioramento dell’infrastruttura di rete delle scuole… anche in vista dell’adozione dei libri digitali, prevista progressivamente dal 2014, la quale stimolerà una forte domanda di formazione e di innovazione attraverso i linguaggi digitali. Inoltre, con il miglioramento dell’accesso ai dati va sviluppata una nuova cultura della decisione basata sui dati, che superi le barriere disciplinari e apra la strada agli approcci sistemici e quantitativi che sono ora possibili e necessari.

° Graduatorie di istituto: servizio prestato in ruolo diverso da quello di titolarità
Lucio Ficara chiarisce quali punteggi debbano attribuirsi facendo riferimento alla Nota 4 riferita al punto B Tabella valutazione dei titoli di anzianità del servizio, ai fini del trasferimento dei docenti, allegata al CCNI mobilità 2013-14.

“In questa nota si precisa che gli anni di servizio di ruolo prestati nella scuola dell’infanzia si valutano per intero, cioè 3 punti ogni anno, nella scuola primaria. Vale la stessa cosa per il viceversa, cioè per il servizio di ruolo prestato alla primaria quando si è titolari all’infanzia. Mentre il servizio di ruolo prestato sia all’infanzia cha alla primaria si sommano al pre-ruolo e si valutano come pre-ruolo, cioè: i primi quattro anni 3 punti e i successivi 2 punti, quando viene valutato nella scuola secondaria sia di primo che di secondo grado. Gli anni di un precedente servizio di ruolo prestato nella scuola secondaria di primo grado si valutano per intero, sempre ai sensi della presente voce, nella scuola secondaria di secondo grado (e viceversa), mentre si sommano agli anni di pre-ruolo e si valutano come pre-ruolo, quindi con il solito meccanismo che vede i primi 4 anni valutati per intero, cioè 3 punti, mentre il periodo eccedente i 4 anni è valutato per i 2/3, se attualmente si è titolari nella scuola primaria o nella scuola dell’infanzia.
Nella misura della presente voce è valutato anche il servizio pre-ruolo prestato per almeno 180 giorni o ininterrottamente dal 1 febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale o, in quanto riconoscibile, per la scuola materna, fino al termine delle attività educative, nei limiti previsti dagli artt. 485, 490 del D.L.vo n. 297/94 ai fini della valutabilità per la carriera, nonché il servizio prestato in altro ruolo riconosciuto o riconoscibile ai fini della carriera ai sensi del D.L. 19/6/70 n. 370, convertito con modificazioni nella legge 26/7/70 n. 576 e successive integrazioni, ovvero il servizio pre-ruolo prestato senza il prescritto titolo di specializzazione in scuole speciali o su posti di sostegno”. (Fonte: Lucio Ficara – www.latecnicadellascuola.it - 10/04/2013)
L’ANIEF si oppone a che il servizio pre-ruolo debba essere valutato al 50% del servizio di ruolo.