Sono più di cento i docenti e gli ATA con contratto a t.d. che si sono visti sbloccare dai giudici gli arretrati maturati a titolo di progressione di carriera. Il Miur nega questa indennità ai precari (e preferisce pagare arretrati e spese di giudizio), ma si avvicina il momento in cui la magistratura potrebbe annullare questo risparmio nella spesa per il personale che induce a mantenere il sistema del precariato.
Mercoledì della settimana scorsa nove insegnanti assistiti dalla Gilda di Treviso hanno vinto, contro il Ministero dell’istruzione, la causa per il riconoscimento degli arretrati maturati con l’anzianità di servizio. Il magistrato ha dato torto al Miur, all’Ufficio scolastico regionale e a quello provinciale disponendo il pagamento degli arretrati in favore dei ricorrenti (che si vedono riconosciuti cifre che vanno, a seconda degli anni di servizio effettuati: da mille fino a quasi 9000 euro). La strada giudiziaria è da sempre quella privilegiata dall’ANIEF che, in riferimento a questo particolare aspetto del contenzioso tra Miur e precari, l’ha percorsa con successo appellandosi alle leggi nazionali e a quelle della Unione europea. Da questa sentenza, siamo spronati a proseguire sulla strada giudiziaria, affinché sia riconosciuta parità di diritti ai precari rispetto ai loro colleghi di ruolo, in analogia con quanto avviene per gli insegnanti precari di IRC, ai quali è riconosciuta la progressione stipendiale.