°Al tempo della crisi economica, il caso Bologna scoperchia una pentola in ebollizione
Il sistema di istruzione e di formazione “integrato” esiste da lustri grazie anche a Luigi Berlinguer, ma la rossa Bologna, mettendolo in discussione, indìce un referendum consultivo (26 maggio) sull’attuale convenzione comune-scuole paritarie
Il sindaco PD di Bologna, Virginio Merola si dice “orgoglioso” del sistema integrato che mette in relazione scuole comunali, statali e scuole paritarie: l’attuale convenzione va mantenuta e bisogna opporsi alla proposta del “Nuovo Comitato art.33”, di eliminare il contributo comunale alle scuole dell’infanzia paritarie della città (contributo da stornare a favore delle pubbliche). Sono d’accordo Sel, il Movimento 5 Stelle, la Fiom Cgil (stella polare: Stefano Rodotà); di parere opposto, il mondo cattolico, la Lega, la Cisl, il Pdl vogliono mantenere il contributo. Non è che il fatto, in sé, del contributo sia di portata ciclopica (un milione di euro concesso a 27 scuole paritarie, per 1700 alunni) ma, spiega Tuttoscuola, impatta sul piano ideologico: “E’ il banco di prova della coerenza e continuità della linea del Pd in materia di parità scolastica (la cui legge istitutiva, n. 62/2000, reca la firma di Luigi Berlinguer), che viene di fatto contestata in radice”; e il prestigioso periodico aggiunge, addirittura: “L’abolizione del finanziamento suonerebbe come una sconfessione della linea che ha portato alla rielezione di Napolitano e alla formazione del governo Letta” (TuttoscuolaNEWS n. 586, 13 maggio 2013). Non arriviamo a tanto, e però segnaliamo che il punto di equilibrio del sistema integrato fu un compromesso (la Legge n.62/2000), e con mal di pancia. Sopratutto, resta sullo stomaco la manipolazione della inequivocabile locuzione costituzionale: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (in questa rubrica Aggiornamenti ne abbiamo scritto lo scorso 16 gennaio e il 15 marzo). Adesso che, in aprile, l’elettorato ha premiato le forze politiche che rifiutano i compromessi, il punto di equilibrio potrebbe spostarsi; in più: nel PD (esprime il Presidente del Consiglio) molti rifiutano la continuità coi compromessi trascorsi. Quale la soluzione ? Il buon senso dovrebbe indurre tutti a considerare la peculiarità del servizio scolastico all’infanzia: le scuole paritarie sono la magna pars, e costano alle casse comunali, quanto a quota pro capite-alunno, molto meno che le scuole comunali dell’infanzia. Al tempo della crisi economica (e di abolizione dell’IMU sulla prima casa) bisogna considerarlo.
° Il MIUR alla XXVI edizione del Salone Internazionale del libro, a Torino
Si svolge, al Lingotto Fiere, da oggi, giovedì 16 a lunedì 20 maggio 2013
Lo spazio dedicato alla Scuola, il Bookstock Village 2013 è ospitato nel Padiglione 5. L’U.S.R. Piemonte partecipa all’evento con un vasto programma di iniziative rivolte ai docenti, ai dirigenti scolastici, agli studenti e alle famiglie (incontri, presentazioni, laboratori proposti dagli editori e una selezione di eventi curati dal Salone). Come nella passata edizione, il Salone del libro entrerà nelle scuole e nelle case degli studenti italiani attraverso la diretta televisiva di CULTBOOK–FACTORY, in onda sul canale digitale RAISCUOLA tutti i giorni da giovedì 16 a domenica 19 maggio dalle 17 alle 19 (replica dalle 21.00 alle 23.00) e in streaming sul portale www.letteratura.rai.it. Per contatti e info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 0115184268 (int. 961)
° ATA sulla graticola
In pericolo gli aumenti percepiti dal personale in servizio nelle scuole statali che ha avuto accesso alla I o II posizione economica, dal 2011. Riportiamo da ItaliaOggi.
“Il rischio che possa essere chiesto al personale interessato la restituzione delle somme percepite in quanto titolari di una delle due posizioni economiche nasce principalmente dal parere negativo formulato dal Dipartimento per la Funzione Pubblica all'ipotesi di accordo intervenuto tra il ministero dell'istruzione e le organizzazioni sindacali del comparto scuola proprio sulle attribuzioni delle posizioni economiche previste dal contratto scuola in vigore. Un parere negativo, quello del ministero guidato da Gianpiero D'Alia, motivato dalla considerazione che l'accordo non rispetta il disposto dell'art. 9 del decreto legge n. 78/2010. La norma in questione disponeva che, per gli anni 2011, 2012 e 2013, il trattamento economico complessivo dei dipendenti pubblici non superasse quello in godimento nell'anno 2010. L'altro punto del parere negativo deriva dalla tesi sostenuta dal Dipartimento secondo la quale l'attribuzione di una posizione economica equivarrebbe ad una progressione economica di carriera, progressione esclusa appunto dall'art. 9 citato…”
(Fonte: Franco Bastianini – ItaliaOggi - 14/05/2013)