° Qual è, nella visione della Ministro Carrozza, la funzione dei docenti.
I docenti espletano, oltre che compiti di insegnamento, funzioni educative generali. Sono queste le indicazioni che si traggono dalla dichiarazione resa dalla Ministro presentando le linee programmatiche alle commissioni VII di Camera e Senato.
La società assegna alla scuola funzioni educative generali chiedendo di: - accompagnare le nuove generazioni nella “fatica di crescere”; - di guidarli “verso modelli di comportamento costruttivi”; - di aiutarli ad acquisire la capacità di valutare le proprie caratteristiche (punti di forza e debolezze) ai fini dell’orientamento; - di gestire i “comportamenti distruttivi e auto-distruttivi” di adolescenti e giovani (pensiamo, minimizzando, a scuola, i fattori ansiogeni e stressori); - di sostenerli nelle “molte fragilità”, favorendone l’autostima mediante “la costruzione di opportunità per ciascuno”. Questa chiamata alla Scuola perché affianchi l’azione educativa delle famiglie e delle comunità si fa oggi più urgente – rileva la Ministro – perché ““il paesaggio educativo è diventato estremamente complesso. Le funzioni educative sono meno definite di quando è sorta la scuola pubblica. In Particolare, vi è un’attenuazione della capacità adulta di presidio delle regole e del senso del limite e sono così diventati più faticosi i processi di identificazione e di differenziazione da parte di chi cresce e anche i compiti della scuola in quanto luogo dei diritti di ognuno e delle regole condivise. Sono anche mutate le forme della socialità spontanea, dello stare insieme e crescere tra bambini e ragazzi. La scuola è perciò investita da una domanda che comprende insieme l’apprendimento e il ‘saper stare al mondo’.” La Carrozza è dunque sensibile a che le scuole assolvano “ad una domanda complessa e diffusa di educazione, che arriva dai ragazzi stessi, dalla società, dai genitori”, e auspica che lo facciano secondo una dimensione di “condivisione educativa, fondata sul rispetto dei diversi ruoli tra scuola e famiglie”. Della mission culturale della Scuola, nulla nelle parole della Carrozza ma molto nelle sue attese (almeno, così speriamo; solo che non parlarne può avere conseguenze). Anzi, di un aspetto della mission culturale, la Ministro (da ingegnere, il secondo consecutivo alla direzione del MIUR) s’è ricordata; guarda caso, è la cultura tecnologica: “La scuola oggi deve anche confrontarsi con la pervasività delle tecnologie digitali e con il loro utilizzo corretto, e deve attrezzarsi per rispondere alle esigenze formative di generazioni di nativi digitali e di bambini che a causa delle loro condizioni di partenza possono essere marginalizzati alimentando il digital divide”. A scopo, continua la Ministro: “occorre avviare in collaborazione con la DG Connect (Directorate General for Communications Networks, Content and Technology) della Commissione europea e secondo le indicazioni del Consiglio europeo dell’istruzione un piano straordinario per la formazione dei docenti all’uso delle tecnologie. Occorre favorire, pur nel rispetto delle regole di concorrenza ed evidenza pubblica, la specializzazione di imprese italiane ed europee affinché la digitalizzazione delle scuole sia una occasione di sviluppo e crescita”. Preoccupazione legittima in ordine al digital divide che la Ministro condivide con tutti i ministri che la hanno preceduta, a cominciare da Luigi Berlinguer; le preoccupazione per altri divide restano implicite, date per scontate. La cosa non ci meraviglia: la formazione culturale degli ingegneri è, notoriamente, settoriale. Nell’audizione cui facciamo riferimento, la ministro Carrozza ha rivolto un sincero riconoscimento alla Scuola:
“Questo lavoro ulteriore e prezioso che accompagna i nostri bambini e ragazzi va riconosciuto dalla comunità nazionale”. Consequenziale la previsione di interventi, annunziati di tre tipi: “Tre le tipologie di azione che intendo perseguire : a) interventi di sistema (dove le priorità sono sicuramente costituite dall’edilizia scolastica e dallo sviluppo e sostegno all’autonomia delle scuole); b) interventi per il personale della scuola (con la valorizzazione delle professioni e con segnali di attenzione immediati per il precariato); c) interventi per gli studenti, garantendo apprendimenti di qualità per tutti e ognuno”. Interessante ma contraddittoria, quanto al primo punto, la previsione di un maggior sostegno finanziario all’autonomia scolastica, tramite il fondo per il funzionamento ordinario delle scuole e il ripristino del fondo per le attività aggiuntive del personale scolastico: “Le scuole dispongono di un budget per il loro funzionamento ordinario molto ridotto, in media di 8 €/alunno…; intendo proporre di portare gradualmente nel corso del prossimo triennio la quota ad alunno da 8 a 20-25 € utilizzando a questo scopo anche le economie derivanti dai nuovi appalti per il servizio di pulizia delle scuole”. Perché contraddittoria, la previsione ? Perché la ministro ha poi deciso che le economie da realizzarsi sulla pulizia delle scuole (tanto… sunnu nsgrasciati !) serviranno per 3mila assunzioni negli atenei. Il richiamo della foresta. Un classico Salgari/Carrozza.